The Nice Guys, la recensione

Tra gli anni ’80 e ’90 è proliferato un filone del cinema action/poliziesco americano che comunemente è definito buddy-movie. Una storia mediamente intricata di derivazione poliziesca è affrontata da una coppia di uomini che inizialmente non vanno d’accordo. Caratterialmente opposti (spesso di differente etnia), i due riescono però a risolvere il caso imparando a collaborare e scoprendosi grandi amici. Da Arma letale a Rush Hours, passando per L’ultimo boyscout, 48 ore, Danko e una miriade di altri film simili. Oggi Shane Black, che si fa conoscere come attore (Predator, Robocop 3) e si scopre ottimo sceneggiatore e regista (Kiss Kiss Bang Bang, Iron Man 3), riporta in auge quel filone a cui anche lui aveva contribuito con lo script dei primi due Arma Letale e L’ultimo boyscout… nasce così The Nice Guys, che si fa forte della “strana coppia” Russell Crowe e Ryan Gosling.

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Nella Los Angeles degli anni ’70, Jackson Haley sbarca il lunario come pestatore, assoldato spesso da ragazzine per intimidire i loro più insistenti pretendenti. Un giorno Jackson incrocia la strada di Holland March, un imbranatissimo investigatore privato assoldato da un’anziana signora perché indaghi sulla scomparsa della sua nipotina, conosciuta nel mondo del cinema a luci rosse come Misty Mountains. Solo che Misty è morta una settimana prima, schiantatosi con la sua Cadillanc contro una villa! E allora chi è la ragazza che l’anziana donna ha visto nell’abitazione di Misty? Sarà collegata ad Amelia Kuttner, figlia di un’amministratrice di giustizia e dietro la quale si sta formando una scia di morti?

Grazie a un ritmo forsennato, tipico della slapstick-comedy, ricco di azione, e con uno stile brioso e attento a restituire il lato più glamour della Città degli Angeli settantiana, The Nice Guys si distingue come una delle sorprese di questa primavera.

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La trama giustamente intricata va a pescare a piene mani in quella che sembra essere una delle caratteristiche della Hollywood dello showbusiness che ossessiona in maniera più morbosa i cineasti odierni, ovvero l’industria nascente del porno anni ’70. Al centro di diversi film come Boogey Nights, Autofocus o Lovelace, solo per nominare i più celebri, questo ambiente diventa quasi un pretesto per mostrare il lato più kitsch della Hollywood di quel colorato periodo, fatto di party, belle donne, droghe e criminalità. In questo contesto vanno a inserirsi due pittoreschi investigatori che si rivelano presto dei perfetti biscazzieri: uno è un duro dalle maniere spicce e pronto a risolvere tutto con un pugno; l’altro preferisce usare la tattica e l’ingegno, ma spesso e volentieri si mette nei guai. Ben più in gamba di loro due è Holly, figlia tredicenne di Holland, che aiuta il padre nell’indagine. Questa coppia, che a tratti è un terzetto, funziona dannatamente bene e tutto il merito è dei due protagonisti, Russell Crowe e Ryan Gosling, che oltre essere vistosamente in perfetta sinergia tra loro, scopriamo particolarmente adatti alla commedia.

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Tra azione ben coreografata, violenza da cartoon, ironia quasi parodistica e un pizzico di doveroso pulp, The Nice Guys copre quasi due ore di spensierato intrattenimento.

Non c’è davvero nulla di nuovo nel buddy-movie di Shane Black, ma si tratta di quel già visto che vorremmo rivedere e rivedere ancora perché è realizzato bene, da chi il cinema lo sa fare.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Russell Crowe e Ryan Gosling sono una coppia perfetta!
  • C’è tanto ritmo e si ci diverte di cuore.
  • Ricostruzione kitsch ma impeccabile della Hollywood anni ’70.
  • Stringendo stringendo, è tutto già visto.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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