The Perfection, la recensione

Charlotte è una violoncellista di successo (interpretata da Allison Williams, già vista in Get Out-Scappa) costretta ad abbandonare lo studio della musica per badare alla madre gravemente malata. Dopo dieci anni di sofferenza, l’anziana donna muore e Charlotte ricontatta i suoi vecchi maestri di musica, che intanto hanno portato alla ribalta una nuova musa del violoncello. Tra le due donne scatta subito un’attrazione saffica incontrollabile, ma presto ci si accorge che Charlotte ha architettato un piano apparentemente diabolico.

Svelare di più del plot di The Perfection di Richard Shepard significherebbe abbattere qualsiasi punto di interesse della pellicola. Perché, scava scava, alla fine i vari plot twist che si accavallano in novanta minuti scarsi fanno di volta in volta assumere all’opera una forma (se non un genere) diversa.

Si incomincia in territori lesbo-psicothriller e si va avanti così per circa mezz’ora, poi l’allusione ad una misteriosa febbre che si sta espandendo a Shanghai e d’intorni (curiosamente attuale visti i tempi che corrono) fa catapultare il tutto in un disgustoso e putrescente body-horror quasi cronenberghiano. Con tutto il campionario di vomito giallo in cui sguazzano allegramente larve, diarrea incontrollabile e così via.

The Perfection

Ma ecco che la pellicola letteralmente si riavvolge (avverrà più di qualche volta nel corso della storia) per permettere allo spettatore di guardare gli avvenimenti cui ha assistito fino ad ora da un nuovo punto di vista. Ed ecco che il film diventa un revenge movie che però non prende la direzione scontata che ci aspettavamo, e c’è nuovamente bisogno che la pellicola sia resettata.

Finché vediamo infine spuntare, come un’improvvisa panoramica a schiaffo, il torture-porn più malato e dozzinale, che sembra ricalcare la crudeltà di alcune pellicole asiatiche senza però avere la stessa grazia nella messa in scena.

The Perfection

Ed è proprio la messa in scena patinatissima ad abbassare pesantemente il giudizio finale di una pellicola sicuramente avvincente, dotata di una crudeltà di grana grossa ma indubbiamente efficace e di un comparto attoriale veramente ottimo. Inoltre, le varie svolte di trama e i meccanismi di sceneggiatura messi in atto obbligano lo spettatore ad una sospensione dell’incredulità che rasenta l’inverosimile.

Di grana grossa sono anche i continui rewind che mandano indietro il film e ci fanno rivivere gli stessi eventi da una nuova prospettiva, che a mio modo di vedere sono sia abbastanza brutti visivamente e oltretutto tendono maggiormente a rompere il già precario senso di veridicità che ogni film (per quanto possibile) dovrebbe trasmettere allo spettatore.

The Perfection

Certo, sarebbe facile puntare le armi contro le falle narrative di quella che rimane, per certi versi, una produzione Netflix nella media di certo non destinata ad essere ricordata (io che ne sto scrivendo la sto già dimenticando). Bisogna però riconoscere a Shepard di essere riuscito a costruire, nonostante le incoerenze e alcune superficialità, una macchina d’intrattenimento perfettamente funzionale e appassionante: il film è un prodotto che, bilanciando sapientemente il pacchiano con l’eccesso gratuito e la poca plausibilità della vicenda, sorprende e intrattiene nella giusta maniera.

Il consiglio che vi do è quello di approcciarvi senza aver letto niente e senza nemmeno aver visto il trailer: non sarà l’horror dell’anno, ma se colpi di scena e virate improvvise della trama sono il vostro pane quotidiano, allora lanciatevi nella visione con le giuste aspettative.

Stefano Tibaldi

PRO          CONTRO
  • I plot twist che fanno cambiare continuamente genere al film.
  • La componente sadica anche se un po’ pacchiana che funziona.
  • Tutto il comparto attoriale.
  • La messa in scena veramente troppo patinata
  • L’inverosimiglianza degli eventi e dei meccanismi di sceneggiatura.
  • I fastidiosi rewind che rendono la vicenda ancora meno plausibile.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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