The Quake – Il terremoto del secolo, la recensione

Un thriller riflessivo che si posiziona nel solco tracciato del precedente capitolo senza scimmiottarlo per accontentare il botteghino. The Quake – Il terremoto del secolo riesce dove molti film d’azione e soprattutto molti sequel hanno fallito. Piuttosto che incastrare subito il protagonista in nuovo scenario apocalittico per arrivare in fretta al sodo – come hanno fatto ai tempi Die Hard 2 o Mission Impossible 2 – stavolta il regista norvegese John Andreas Andersen si avventura prima in un’esplorazione dei personaggi alle prese con i postumi della prima pellicola, lasciando che la catastrofe imminente cresca silenziosamente.

Sono passati tre anni dalla frana di Gerainger raccontata in The Wave. Qualcuno ricorderà che fu il geologo Kristian Elkjord (Kristoffer Joner) a prevedere il cataclisma e tutte le sue conseguenze. In questo lasso di tempo, però, nella sua testa la strage non si è mai arrestata. Separato dalla moglie e dai figli che ha salvato, perseguitato dal rimorso di non averne salvati abbastanza, Kristian è sull’orlo di un esaurimento nervoso quando ritorna sullo schermo.

The Quake

In questo modo, sin da subito il film si allontana dal normale concetto di sequel proprio perché ha l’onestà di ammettere che un tale dispiegamento di morte e distruzione non è qualcosa di cui ci si libera tanto facilmente. The Wave ebbe un discreto successo in buona parte perché consentiva di conoscere i personaggi e il mondo che abitavano, aumentando la posta in gioco prima della catastrofe. Anche in questo caso, scorre più o meno un’ora in compagnia di Kristian e della sua famiglia, per vedere come il dramma ne ha cambiato l’esistenza.

the quake - il terremoto del secolo

The Quake va contro le logiche aspettative e piuttosto che imitare il ritmo del precedente capitolo, in questo caso si assume un grande rischio proponendo un terremoto senza precedenti. Se infatti il primo film parlava della tremenda forza distruttiva dell’acqua, qui tutto sbiadisce davanti alla violenza della magnitudo. Gli sceneggiatori John Kare Raake e Harald Rodenlow-Eeg hanno puntato a sorprendere gli spettatori pronti a vedere semplicemente una nuova catastrofe, quasi giocando con ciò che normalmente dovrebbe succedere nel sequel di un franchise.

The Quake

Kristian non è più lo stesso uomo da quando il maremoto scosse la Norvegia, evitando infatti la tradizione di un eroe che diventa progressivamente invincibile film dopo film, pericolo dopo pericolo. La strage del passato tormenta ancora la sua anima e la prospettiva di una nuova alle porte risuona di un destino beffardo con una sua spietata logica. Il dramma è dietro l’angolo ed ognuno rischia tremendamente di farne le spese. La volontà di mettere in pericolo i protagonisti del film incrementa la tensione e trasforma un nuovo capitolo in qualcosa di diverso da una mera copia mascherata.

Gli effetti speciali, anche se ovviamente lontani dai budget miliardari cui ci ha abituati l’industria americana, riescono a definire visivamente le dimensioni e gli effetti devastanti del terremoto del secolo.

Andrea De Vinco

PRO CONTRO
  • L’impianto visivo del disastro.
  • Lo spessore di alcuni subplot.
  • Un sequel non convenzionale.
 
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +2 (da 2 voti)
The Quake - Il terremoto del secolo, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

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