The Water Diviner, la recensione

E anche Massimo Decimo Meridio si scoprì regista.

Se mai The Water Diviner un giorno verrà ricordato, sarà esclusivamente perché ha segnato l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Russell Crowe, altalenante nella scelta dei film da interpretare ma sempre carismatico nel suo fornire una particolare drammatica imponenza ai suoi personaggi. E la cosa migliore di questo mediocrissimo e davvero dimenticabile melò bellico è proprio il faccione di Russell Crowe, che si ritaglia anche il ruolo di protagonista.

La sceneggiatura, scritta da Andrew Knight e Andrew Anastasios e successivamente adattata a romanzo, racconta una fetta della Prima Guerra Mondiale dal punto di vista dell’Australia, continente che – stranamente – non ci ha fornito (a memoria di spettatore) una testimonianza bellica cinematografica di rilievo internazionale, Weir a parte. La storia si ambienta nel 1919 e ci racconta l’odissea dell’agricoltore australiano Joshua Connor, esperto rabdomante, che quando non riceve più notizie dei tre figli partiti per la guerra, decide di andare a cercarli personalmente. Il lungo viaggio di Joshua ha termine in Turchia, dove i tre ragazzi sono stati visti l’ultima volta e, aiutato dalla proprietaria dell’hotel in cui alloggia, cerca di ricostruire i loro ultimi movimenti con la speranza di trovarli ancora vivi.

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Avete presente quei melò di ambientazione storica che si facevano a Hollywood negli anni ’50? Ecco, il film australiano di Russell Crowe guarda in quella direzione, con la differenza che non siamo più negli anni ’50 e dare in pasto al pubblico un loffio drammone prevedibilissimo e pieno di buoni sentimenti nel 2015 è un po’ come convincere un tedesco che non sia mai stato abbattuto il Muro di Berlino… e non siamo nel film Good Bye, Lenin!

La prima cosa che salta all’occhio dello spettatore che si avventura nella visione di The Water Diviner, infatti, è che si trova dinnanzi a un film profondamente fuori tempo con la conseguenza che può risultare inadatto a gran parte dei target odierni.

A chi propinare un film così? Il pubblico ideale sono le signore di mezza età, possibilmente cinematograficamente non troppo esigenti, che hanno l’occhio languido dinanzi a un ingrassato Russell Crowe e si appassionano alla storia di un padre alla ricerca dei propri figli. Peccato che quel pubblico, con ogni probabilità, il cinema ormai non lo bazzica più di tanto e preferirebbe recuperare il film a un passaggio televisivo di prima serata. Dunque? Flop annunciato.

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I ritmi sostenuti che cercano il consenso del pubblico moderno, con la rara incursione nell’azione con qualche scena di guerra non troppo spettacolare, ci fanno capire che la storia “big than life” che The Water Diviner racconta mal si adatta al low-budget di cui il film usufruisce. Infatti, i 12 milioni di dollari spesi dalla produzione, si fanno sentire nel minimalizzare qualsiasi cosa e perfino l’ora e cinquanta di durata ci sembra inadatta (paradossalmente poca) per raccontare un’epopea che ha troppo il sapore del blockbuster americano.

La dignità da compitino ben svolto riscatta senza dubbio il buon Crowe, affiancato in quest’avventura dai colleghi Olga Kurylenko, sempre bellissima e anche brava, e Jai Courtney, che prestissimo vedremo nei panni di Kyle Reese in Terminator: Genisys.

Se da una parte risulta comunque molto apprezzabile la scelta di far collaborare il coriaceo e rancoroso protagonista con quello che potrebbe essere l’assassino dei suoi figli con una scelta piuttosto inusuale, dall’altra ci rendiamo conto che in The Water Diviner si verifica tutto in maniera così prevedibile da non creare partecipazione: quello che accade sullo schermo si vive in maniera passiva, senza sorprese, già certi di come le cose andranno e si risolveranno.

Un film di cui nessuno sentiva il bisogno. Si guarda, si sbadiglia, si dice “però Russell Crowe è bravo, eh!” e si dimentica uscendo dalla sala.

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Però Russell Crowe è bravo, eh!
  • Qualche scelta narrativa inusuale.
  • Un film incredibilmente datato.
  • Non crea coinvolgimento.
  • Il basso budget si fa notare molto.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +1 (da 1 voto)
The Water Diviner, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

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