Thor: The Dark World, la recensione

Dopo la battaglia contro i Chitauri avvenuta a New York in compagnia dei “colleghi” Vendicatori, Thor è tornato ad Asgard dove è impegnato al fianco di suo padre Odino a difendere i Nove Regni dai numerosi attacchi nemici. Ma la minaccia più grande deve ancora arrivare, si tratta di Malekith, leader degli Elfi Oscuri, una razza malvagia che popola il regno di Svartafalheimr e che è stata esiliata dopo aver tentato di gettare i Novi Regni nell’oscurità usufruendo della potentissima arma Aether. Quando Malekith riesce a liberarsi con il suo esercito ricomincia la sua missione di distruzione, nella quale anche la Terra ha un ruolo primario. Thor è allora costretto a tornare dalla sua amata Jane Foster per salvarla dall’imminente attacco di Malekith e in questa sua impresa dovrà unire le forze, suo malgrado, anche con l’infido fratellastro Loki.

L’Universo Marvel come in questi anni ci viene proposto al cinema è una delle imprese più accurate, interessanti e di tendenza che si siano viste sul grande schermo dai tempi de Il signore degli anelli e che, in precedenza, forse solo Star Wars era riuscito a creare. Ma quello che sta facendo la Marvel, se possibile, è un’operazione anche più complessa e stratificata, una vera e propria impresa di creare un mondo multi-mediale e intricato che nasce dalla carta stampata e si dirama in ogni media esistente. L’intreccio tra i vari plot dei film marveliani, suddivisi in “Fasi” e destinati a convergere nei capitoli di The Avengers, è un qualche cosa di incredibilmente coerente e appassionante che sta creando proseliti in ogni dove e portando alla casa di Stan Lee – presieduta al cinema dal produttore e supervisore artistico Kevin Feige – tanti di quei dollari da far invidia a George Lucas. Oggi siamo immersi nel pieno della “Fase Due”, abbiamo già assistito alla conclusione (?) delle gesta in solitario di Tony Stark con il riuscito Iron Man 3 e ci apprestiamo a ritrovare Steve Rogers in Captain America: The Winter Soldier, ma ora concentriamoci sul dio del tuono Thor, che torna con un secondo film tutto suo in Thor: The Dark World.

La prima incursione del figlio di Odino sul grande schermo, datata 2011 e affidata alla regia di Kenneth Branagh, è tra le cose meno amate dal pubblico riguardo questo proliferare di super-eroi marveliani al cinema. In effetti, pur assestandosi su livelli qualitativi decisamente buoni con interessanti implicazioni shakespeariane che fanno riconoscere la mano dell’autore coinvolto, Thor non si era mostrato sulla stessa lunghezza d’onda di Iron Man o Captain America: Il primo Vendicatore, dunque le aspettative per questo sequel rimettevano in ballo un po’ tutto il potenziale fumettistico a disposizione. Con estremo godimento di chi Thor lo conosce non solo per il film e di chi ormai è diventato un Marvel-film dipendente, Thor: The Dark World si dimostra un ottimo prodotto, capace di superare tranquillamente il suo predecessore e assestandosi sulla buona qualità di gran parte dei film di questo ciclo.

Chris Hemsworth è Thor, pronto alla battaglia

Chris Hemsworth è Thor, pronto alla battaglia

Lo script, curato a sei mani dagli esperti Christopher Yost, Stephen McFeely e Christopher Markus, si riallaccia sia al primo film che all’avventura collettiva di The Avengers, puntando però meno del terzo Iron Man a strette connessioni con quanto accaduto in precedenza. Piuttosto Thor: The Dark World è interessato ad espandere la mitologia legata ad Asgard, i suoi abitanti e i Novi Regni, relegando a un ruolo minore la location terrestre e gli umani per concentrarsi sulla dimensione fantastica in cui vivono Thor e i suoi simili. Per far ciò è stato chiamato dietro la macchina da presa un “novello”, Alan Taylor, uno che proviene dalla tv con numerosi episodi diretti per serial di culto come I Soprano, Mad Men e soprattutto Il trono di spade, che per tematiche e atmosfere molto si avvicina a Thor. Si nota che Taylor è a suo agio con il materiale che ha tra le mani, tra castelli, regni, cospirazioni e intrighi di corte, donando a questo sequel quell’ampiezza di respiro e quel ritmo serrato che un film del genere richiede.

C’è una buona gestione dei personaggi e dei rapporti che intercorrono tra loro in Thor: The Dark World, con i classici passaggi alla “fase successiva” sia per quanto riguarda il rapporto d’amore che c’è tra Thor e Jane, sia (e soprattutto) per quello fraterno tra Thor e Loki. A tal proposito possiamo notare la grandissima capacita di Tom Hiddleston di caratterizzare e interpretare il villain Loki, sul quale non aleggia solo un sentore di meschinità, ma si insinua nel suo personaggio anche ironia e umanità, oltre che l’incredibile bravura dell’attore di immedesimarsi e mimetizzarsi con un personaggio che palesemente sente suo (e a cui deve la sua attuale celebrità). Buona prova anche per la Kat Dennigs di 2 Broke Girls, che torna a rivestire i panni della stagista Darcy Lewis, personaggio creato ad hoc per il film e che ha il compito di aggiungere ironia alla vicenda. Convince anche il super-villain Malekith, interpretato con convinzione da Christopher Eccleston, che reinventa (rendendolo più minaccioso) il look del fumetto con risultati più che positivi.

Insomma, Thor: The Dark World convince su tutta la linea, perfino nel 3D, ad oggi vero punto debole di tutti i film Marvel per la palese inutilità delle conversioni in stereoscopia, qui invece utilizzato con cognizione di causa per accrescere il senso di spettacolarità.

Ormai è quasi inutile ricordarlo, ma non uscite dalla sala prima del termine dei titoli di coda che ci sono ben due scene bonus (una a metà, una a termine) che completano il film e danno indizi sulla strada che la saga seguirà con un cammeo d’eccezione.

Roberto Giacomelli

 

PRO CONTRO
  • Superiore al capostipite.
  • Storia coerente con l’Universo Marvel e allo stesso tempo capace di seguire una sua specifica linea narrativa.
  • Tom Hiddleston ruba la scena a tutti.
  • Per la prima volta in una film Marvel il 3D è utile.
  • Gli intrighi di Asgard non coinvolgono come dovrebbero.
  • Chris Hemsworth perde il confronto attoriale con buona parte dei comprimari.

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Thor: The Dark World, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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