Travers e Disney: i due volti di Mary Poppins

Il 16 ottobre 1923 i fratelli Walt e Roy Disney fondano la Walt Disney Company, una delle più importanti aziende statunitensi nel campo dello spettacolo e dell’intrattenimento per famiglie.

Walt è un uomo geniale e integerrimo, che crede fortemente nell’ideale del Sogno Americano e nel potere che hanno le immagini e la fantasia di veicolarlo. Ad oggi è considerato il “padre” del cinema d’animazione, creatore del celeberrimo Topolino (in originale Micky Mouse). Nel 1925 sposa Lillian Bounds, che resterà per tutta la vita al suo fianco e dalla quale avrà una figlia, la piccola Diana Marie. Grazie a lei alcuni anni dopo le strade di Walt e della giovane Helen Lyndon Goff si incroceranno.

A migliaia di chilometri di distanza in Australia, Helen, indomita ragazza di modeste origini, si destreggia come ballerina, attrice e giornalista, dietro lo pseudonimo di Pamela L. Travers. Decide di lasciare la compagnia teatrale con cui lavora, per emigrare stabilmente in Inghilterra e dedicarsi alla carriera di scrittrice. Nel 1925, Helen conosce a Dublino il poeta e editore irlandese George Russell, che accetta di pubblicare i suoi poemi e la presenta ad alcuni amici appassionati di misticismo, che da questo momento in poi segnerà non poco la vita della donna. Nel 1931 si trasferisce a Londra, con la coinquilina e amante Madge Burnard. L’amore, per Helen, è qualcosa che trascende il genere sessuale e l’età. Le vengono attribuite diverse relazioni con uomini molto più vecchi di lei (forse surrogato di un amore paterno che non aveva ricevuto da bambina) e con altre donne.

Pamela L. Travers

Pamela L. Travers

Nell’inverno del 1933, Helen inizia a scrivere il primo libro delle avventure di Mary Poppins, “magica” tata, protagonista delle storie che da ragazzina l’autrice raccontava ai fratellini per farli addormentare. Pubblicato l’anno successivo, il romanzo diviene un successo mondiale e una delle letture preferite della piccola Diana Marie Disney, che ne parla insistentemente al padre. Inizia così il lungo corteggiamento di Walt ai diritti dell’opera, da cui è intenzionato a trarre un film.

Negli anni tra il 1934 e il 1937, la casa di produzione di Disney realizza il suo primo lungometraggio animato, Biancaneve e i sette nani, progetto ambizioso che ne sancisce definitivamente il successo.

Walt è una figura ambigua e discussa, viene additato da molti come antisemita e razzista anche a causa di alcuni infelici riferimenti all’interno dei suoi film, come ad esempio la figura del venditore ebreo ne I tre porcellini (1933) o la rappresentazione che viene data degli afroamericani ne I racconti dello zio Tom (1946).

Walt Disney fa molto parlare di sé negli anni Quaranta, decennio difficile segnato dalla guerra e dalla “questione anticomunista”. Diventa fondatore del gruppo Motion Picture Alliance, per la difesa degli ideali americani, arrivando a denunciare anche alcuni suoi collaboratori come comunisti.

Le idee e il punto di vista di Disney si rispecchiano nel suo lavoro. Famoso soprattutto grazie ai film d’animazione, dal 1950 con L’isola del tesoro comincia a produrre anche lungometraggi in live action (tecnica che combina l’animazione con la recitazione di attori in carne e ossa).

I film d’animazione che hanno fatto la fortuna di Disney, tratti il più delle volte da fiabe popolari edulcorate e riadattate per il grande schermo, consentono all’autore grazie alla loro artificiosità, di spingersi oltre e mostrare insieme al buono, anche il lato “oscuro” della vita, inserendo personaggi malvagi o situazioni altrimenti scomode da proporre al grande pubblico (basti pensare a terribili sequenze come “La storia del tricheco e delle ostrichette” in Alice nel Paese delle Meraviglie del 1952).

In parallelo a questa produzione animata, solo apparentemente ingenua, i film in live action con attori, realizzati tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine dei Sessanta, sono invece edificanti, puliti, intrisi di buoni sentimenti e privi di qualsivoglia immagine che possa turbare le menti dei giovani spettatori.

Pamela L. Travers e Walt Disney ai tempi del film su Mary Poppins

Pamela L. Travers e Walt Disney ai tempi del film su Mary Poppins

Dopo un inizio ancora legato alla letteratura e alla dimensione favolistica con Robin Hood e i compagni della foresta (1952) e 20.000 leghe sotto i mari (1954), più vicini come contenuti ai film d’animazione, grazie alla presenza di orrendi mostri marini e luoghi esotici e lontani, a partire dagli anni Sessanta, con film come Quattro bassotti per un danese (1966) e Un maggiolino tutto matto (1968), la volontà di relegare il mostruoso e l’ambiguo alla sola animazione appare ormai evidente. È in questi anni che il “pluridecennale corteggiamento” di Disney all’opera della Travers, va finalmente a buon fine.

Qualche anno prima Helen, ormai ultraquarantenne e sola, dopo una serie di burrascose relazioni sentimentali, cerca conforto adottando il piccolo Camillus. Il bambino ha un fratello gemello, Anthony, che l’autrice decide però di non prendere con sé, seguendo i consigli della sua astrologa.

Inizia per Helen una lunga e travagliata parabola di dolore, scoprendosi poco adatta al ruolo di madre manda il bambino in collegio quando è ancora molto piccolo. Camillus ha 17 anni quando Anthony, che dopo lunghe ricerche riesce a rintracciarlo, gli rivela che è stato adottato e che lui è suo fratello. Lo shock per il ragazzo sarà tale che non si riprenderà mai del tutto, cade nell’alcolismo e all’età di 20 anni trascorre 6 mesi in prigione per guida in stato di ebbrezza.

Helen ha bisogno di denaro per occuparsi del figlio e nel 1960 cede infine alle insistenti richieste di Disney. Parte alla volta di Los Angeles per firmare un contratto da 100.000 dollari (somma altissima per l’epoca) per la cessione dei diritti per realizzare un film su Mary Poppins.

La Travers è molto dubbiosa riguardo alle intenzioni di Disney, non è convinta che il film possa rispecchiare la sua opera e durante i lunghi mesi di produzione, gli sconti tra i due si fanno sempre più accesi. La scrittura della sceneggiatura e delle musiche richiede più di due anni di lavoro e il risultato finale non convince l’autrice, contraria sia all’idea del film musicale, sia alla soluzione di inserire sequenze animate che rendono la pellicola troppo “leggera” e inconsistente rispetto al romanzo.

Per il ruolo di Mary Poppins viene scelta la bellissima e giovanissima Julie Andrews, attrice inglese di formazione teatrale, cantante e ballerina, completamente diversa rispetto alla Mary del libro, vecchia e severa.  La tata del romanzo,  accattivante, rispettata e temuta dai bambini Banks, viene trasformata da Disney in una giovane “mamma” dolce e complice dei piccoli che le vengono affidati.

Il taglio ironico e ambiguo del romanzo viene soppiantato da un’atmosfera pesantemente “disneyana” con Mary che educa i piccoli attraverso canzoni allegre e zuccherose. I bambini stessi all’inizio del film scrivono la “canzone per la tata perfetta” grazie alla quale Mary deciderà di presentarsi a casa loro. Al contrario, nel libro a richiamare la sua attenzione era un semplice annuncio sul giornale.

Julie Andrews in una scena del film Mary Poppins

Julie Andrews in una scena del film Mary Poppins

Tra i freni che la Travers impone a Disney, c’è anche la piega che sembra prendere ad un certo punto della lavorazione il rapporto tra Mary Poppins e il padre dei bambini, Mr. Banks, tanto che vengono inseriti alcuni riferimenti nelle canzoni per confermare che il loro rapporto si mantiene su un piano strettamente platonico e di amicizia.

La “crociata” intrapresa dall’autrice è tuttavia quasi vana, il film concluso e presentato in prima il 27 agosto 1964 è figlio dell’universo di Disney, un mondo di plastica colorata che poco o nulla rappresenta la Travers.

Nonostante Disney si fosse rifiutato, dopo tutte le discussioni avute con lei, di invitarla ufficialmente alla prima del film, l’autrice è comunque presente alla proiezione. Secondo alcune dichiarazioni recenti, sembra che la Travers non abbia rigettato completamente il prodotto finito e che anzi si sia addirittura commossa, nonostante il suo nome “P.L. Travers” compaia  nei titoli di testa solo sotto la dicitura “consulente”.

Forse, l’emozione di vedere raccontata su grande schermo la propria opera e la “Magia” di Disney hanno avuto la meglio anche su di lei.

Oggi a cinquant’anni dall’uscita di Mary Poppins la Disney, per omaggiare gli autori e raccontare le vicende che hanno portato alla sua realizzazione, produce Saving Mr. Banks con protagonisti Tom Hanks nel ruolo di Walt Disney e Emma Thompson in quello di Pamela L. Travers. Il film uscirà in Italia il 20 febbraio 2014.

Susanna Norbiato

Se volete leggere la recensione del film Saving Mr. Banks, cliccate qui.

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