TSplusF20. Boys from Country Hell, la recensione

Nel sempre più affollato e inflazionato scenario horror popolato da vampiri, spunta un piccolo film irlandese che ce la mette tutta (ma proprio tutta) a dire qualcosa di nuovo sul mito del succhiasangue; è Boys from Country Hell scritto e diretto da Chris Baugh, che torna all’origine della leggenda immaginando il paesino minerario irlandese Six Mile Hill come luogo in cui giace, sepolta, la vera creatura che ha dato a Bram Stoker l’ispirazione per il suo famigerato conte Dracula.

Tra le proposte in anteprima nazionale al 20° Trieste Science+Fiction Festival, Boys from Country Hell prende il via dalla teoria resa nota una ventina di anni fa dal docente di cultura celtica e folklore Bob Curran secondo la quale lo scrittore Bram Stoker, irlandese, non abbia preso spunto dalla figura storica di Vlad Tepes per il suo Dracula, ma dal mito celtico di Abhartach, un mago e tiranno che, ucciso da un regnante avversario, tornò più e più volte dalla morte finché una sepoltura a testa in giù annullò la sua magia. Oggi, a Slaghtaverty, nella contea di Londonderry, si può visitare la tomba di Abhartach che è il deus ex machina anche dietro il film di Chris Baugh.

Nello sperduto villaggio irlandese di Six Mile Hill non c’è molto da fare e l’economia locale è alimentata dalla rete di grotte minerarie e, soprattutto, dai pellegrinaggi di turisti che giungono da ogni dove per visitare la tomba di Abhartach, figura folkloristica che si dice abbia alimentato la fantasia di Bram Stoker nella creazione del suo celebre vampiro. Eugene, orfano di madre, passa gran parte delle sue giornate insieme agli amici a bere nella locanda che porta proprio il nome del noto scrittore, finché viene arruolato di peso dal padre per un progetto edilizio che prevede la rimozione della tomba di Abhartach. La morte accidentale di un amico di Eugene proprio sul luogo di sepoltura scatenerà una forza ancestrale che nel giro di una notte farà piombare Six Mile Hill nel panico.

Boys from country hell

Il regista Chris Baugh, che in curriculum ha tanti cortometraggi e alcuni episodi della serie crime con Tim Roth Tin Star, si pone l’obiettivo di fare un film di vampiri diverso e, in parte, ci riesce perché Boys from Country Hell gioca con il mito stesso del vampiro partendo dalle sue fondamenta e ristrutturandolo. Tutte le informazioni note da romanzi e film sulla natura di questi esseri e il modo per sconfiggerli non hanno alcun valore e ci troviamo dinnanzi a una creatura sfuggente, misteriosa, animalesca e che proprio nulla ha del fascino tramandato negli anni dalla cultura pop. Purtroppo, però, Baugh sfrutta pochissimo la suggestiva figura del suo vampiro costruendo il film sull’attesa dello scatenarsi di un evento che poi occupa una porzione troppo esigua dell’opera.

Boys from Country Hell

Il problema maggiore di Boys from Country Hell, infatti, è dato dal sostanziale girare a vuoto di oltre metà del lungometraggio, impegnato a descrivere personaggi poco interessanti ed eventi neanche tanto rilevanti ma inseriti esclusivamente in funzione dell’epilogo. La situazione si fa più interessante nella seconda metà del film, quando compaiono i primi vampiri, ma ogni cosa sembra non avere verve e ogni situazione horror è mossa da una fiacchezza d’azione e assenza di tensione che non si addicono a questo tipo di film. Al contrario, il lungo climax finale in cui si rivela finalmente Abhartach e inizia il suo massacro è molto riuscito, il vampiro riesce a incutere timore grazie all’aspetto scheletrico e implacabile e Baugh si dimostra anche all’altezza di costruire un paio di sequenze di tensione molto suggestive. Ma è troppo tardi e il film finisce proprio quando lo spettatore si era ridestato da circa 80 minuti di torpore.

Insomma, la reinvenzione del mito vampiresco al cinema sarebbe anche potuta cominciare dall’Irlanda, ma Boys from Country Hell non si dimostra all’altezza di questo onore rivelandosi un horror nella media con una prima parte noiosetta e una seconda più movimentata che si bilanciano in un’opera non troppo memorabile.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Un epilogo ben riuscito.
  • L’aspetto e il modus operandi del vampiro sono molto suggestivi.
  • Una prima parte sonnolenta.
  • Personaggi poco interessanti.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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