TSplusF21. Jakob’s Wife, la recensione

Dire qualcosa di nuovo sui vampiri nel 2021 è un’impresa assai ardua, dunque perché sforzarsi più del dovuto rischiando di fallire? Tanto vale adagiarsi sui canoni del cinema vampiresco, meglio ancora se quello grottesco e stra-cult che ha scandito il genere nei gloriosi anni ’80. Così deve aver ragionato il regista e sceneggiatore Travis Stevens, già artefice dell’interessante La ragazza del terzo piano, che nel suo ultimo horror Jakob’s Wife si abbandona proprio alle suggestioni tipiche dello spensierato cinema splatter eighties.

Per inserirsi facilmente in quell’atmosfera citazionista senza essere esplicitamente citazionista, Stevens chiama nel ruolo di protagonisti due icone del cinema horror come Barbara Crampton e Larry Fessenden: la prima, come ogni amante del cinema horror ben sa, ha recitato in cult assoluti come Re-Animator, From Beyond e Castle Freak; Fessenden, invece, ha alternato la carriera da attore (Session 9, Stake Land, You’re Next) a quella da regista in pregevoli prodotti indie come La sindrome di Frankenstein, Habit, Wendigo, The Last Winter.

jakob's wife

Anne, moglie del reverendo Jakob Fedder, ha un incontro con Tom Low in una distilleria abbandonata. Tom ha sempre avuto una cotta per Anne, fin dai tempi del liceo, ma non si è mai dichiarato e, a quanto pare, anche la donna provava un’attrazione per il fascinoso sportivo. Il momento di passione clandestina viene però interrotto da una misteriosa creatura accompagnata da una miriade di ratti, che uccide Tom e morde Anne. La donna torna a casa come se nulla fosse accaduto, ma con il passare dei giorni comincia a manifestare uno strano comportamento e una fame anomala e solo il sangue sembra placarla. Quando Jakob comincia a sospettare qualcosa è ormai troppo tardi: Anne è diventata un vampiro!

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La classica ambientazione di provincia fa da contesto a una storia semplice e lineare che descrive il cambiamento nella vita di una persona – in questo caso Anne – come motivo di emancipazione da una quotidianità piatta e una realtà frustrante. Il riaccendersi della passione in Anne, prima dall’incontro con Tom poi nello stesso rapporto con Jakob, è sinonimo di ritrovata vitalità che paradossalmente emerge proprio da uno stato di morte, come quello a cui sono sottoposte le persone vittime di vampirismo.

In realtà Anne non vive una brutta relazione, suo marito è amorevole e premuroso, ma la scintilla del peccato in un contesto conservatore come quello in cui vive la donna, sicuramente le dona una luce diversa negli occhi e una ritrovata sensualità. A questo proposito è molto interessante la costruzione del personaggio intrapresa da Barbara Crampton che gioca in sottrazione proprio in un film che invece fa dell’eccesso il suo tratto distintivo, concedendosi anche un coraggioso e notevole nudo all’età di 63 anni.

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La componente orrorifica a tratti si mescola con una vena ironica che non prende mai il sopravvento, anzi aiuta a stemperare, con una dose massiccia di sangue che raggiunge vette di splatter notevoli. Il vampiro ricorda nel look la repellente creatura del kinghiano Salem’s Lot nella versione di Tobe Hooper, così come all’opera dello scrittore del Maine si ispira chiaramente Stevens e i suoi co-sceneggiatori per descrivere l’orrore che invade improvvisamente la tranquilla comunità che fa da contesto alla vicenda. Però c’è da dire che il trucco del mostro è un po’ grossolano (sotto il cerone si nasconde Bonnie Aarons, ovvero l’attrice che dà il volto alla suora demoniaca di The Nun) e The Master funziona meglio quando è solo suggerito, grazie a una silhouette che ricorda un pipistrello con occhi viola fosforescenti.

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Nel suo complesso Jakob’s Wife diverte e ha quel sapore genuino dei film horror di una volta, unendo orrore sanguinolento, ironia e qualche leggera elucubrazione sociale.

Proiettato in anteprima mondiale nella primavera 2021 al South by Soutwest Festival, Jakobs’ Wife è stato presentato in anteprima italiana fuori concorso al 21° Trieste Science+Fiction Festival.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ha quel sapore da cult horror anni ’80.
  • Barbara Crampton, tanto brava quanto bella.
  • Il trucco del vampiro è molto cheap.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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