Una vita dedicata ai B-movie, dove la “b” sta per bello! Intervista allo sceneggiatore Lorenzo De Luca

Lo scorso 25 marzo è stato presentato in anteprima nazionale presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma il film horror Antropophagus II, sequel del cult di Joe D’Amato datato 1980, che porta la firma di Dario Germani. Dopo la pubblicazione della nostra recensione del film – che potete leggere cliccando qui – siamo casualmente venuti in contatto con Lorenzo De Luca, sceneggiatore di Antropophagus II oltre che di molti altri lungometraggi e cortometraggi, e gli abbiamo chiesto la possibilità di un’intervista, richiesta a cui ha gentilmente acconsentito. Ecco come è andata la chiacchierata.

Buongiorno Lorenzo, innanzitutto grazie mille per aver accettato di raccontarci il tuo lavoro. Come prima cosa ti chiedo: puoi presentarti ai lettori di DarksideCinema?

Scusa ma mi annoio a presentarmi: c’è una scheda wiki su di me, per chi vuole (eccola, ndr.). Io credo che un autore parli attraverso i suoi lavori, belli o brutti. Dirò solo che mi occupo di sceneggiatura e saggistica dalla fine degli anni ’80. Qualcuno (bontà sua!) mi reputa il pioniere nel risdoganare i generi, poichè, quando iniziai, il b-movie (b come bello) italiano era già estinto, così ho cercato di riproporlo. Dal primo libro italiano sul western-spaghetti, ai primi libri italici su Bruce Lee e sui film di kung-fu, e così via (all’epoca Stracult e affini non esistevano), fino a film e serie tv con quei personaggi (Enzo G. Castellari, Bud Spencer, Franco Nero, e tanti altri) che amavo da piccolo. Ma una rondine non fa primavera: fossimo stati un movimento di massa, forse il b-movie italiano sarebbe tornato.

Come nasce l’idea di realizzare un sequel di Antropophagus e come sei entrato a far parte del progetto?

L’idea è del produttore Giovanni Paolucci, mio cugino. Mi ha chiamato. Tutto qui. In precedenza, avevamo lavorato assieme solo nel 1993 per un horror-trash di Bruno Mattei intitolato Occhi senza volto.

Come ti sei approcciato al film di Joe D’Amato per scrivere una continuazione?

Senza nessun timore reverenziale: non sono un fan del primo film, perchè avendo visto Zombi di Romero nel ’78, da bambinetto, tutto quel che venne poi, per quanto splatter fosse, mi parve inferiore. De gustibus. Rispetto ovviamente il “cult” di Massaccesi, ma il 2 non è tale in senso filologico, e poi oggi il pubblico non è più ingenuo come allora…

Da quello che ho capito da un tuo intervento sul nostro sito, Antropophagus II che abbiamo visto si differenzia un po’ dallo script di Antropophagus II che avevi preparato. Ci puoi raccontare quali sono le maggiori differenze?

Nella sceneggiatura c’era un set-up universitario, il perché ed il percome un pugno di ragazze sane di mente si rinchiudono in un bunker; ed anche nel bunker emergevano le diverse personalità. Il film finito è mancante del set-up e certe battute “camp” nel copione non c‘erano. Il risultato è un po’ confuso, le ragazze non hanno background, sono solo carne da macello. Il che ha portato qualcuno (non so se Nocturno o altri siti, perchè non sto sui social e son cose che mi hanno riferito) a scrivere cazzate: ad esempio che Antropophagus 2 nasca dal rimaneggiamento di La creatura, un copione dell’amico Antonio Tentori. La creatura è un mio copione, ma Antropophagus 2 è stato scritto ex-novo. Ci sono due contratti a riprova. Io non raccatto cocci altrui, mi bastano i miei. Tutti i film o serie tv cui ho collaborato sono stati finanziati sulla buona resa dei copioni, perciò non accetto lezioni su come si fa una sceneggiatura dal primo come-se-chiama che scrive su un kleenex “internettarolo”. Viceversa, la tua recensione (la sola che ho letto perchè me l’hanno “screenshottata”), è più professionale, perciò ho accettato la tua richiesta di intervistarmi, ma poco importa; questo film è per l’estero, non per l’Italia, dove non c’è più un pubblico per il genere. Ma se mi chiedi perché hanno tagliato l’inizio, lo ignoro: forse non gli è piaciuta la resa (del resto il cast è quasi tutto di esordienti, il che si sente dal doppiaggio). Comunque che abbiano fatto Antropophagus 2 nonostante la paralisi-covid, è già un merito. Ma respingo le critiche non dovute al mio operato.

Nel tuo mestiere è frequente vedere modifiche – piccole o importanti – nel corso della realizzazione del film?

È la norma: perchè quando si gira subentrano tanti ostacoli (pochezza di budget, imprevisti, tempi stretti, attori/attrici che non sanno dire le battute, etc.); ma di solito faccio io le modifiche prima di girare. Al montaggio invece le fa il regista (o il produttore), il che è giusto: come diceva Orson Welles, è sempre l’occhio del regista a fare la differenza fra la riuscita e la boiata, poichè il pubblico vedrà attraverso il suo occhio, non attraverso la pagina scritta. È lui che si fa il culo sul set, mica io! Io mi diverto: Antropophagus 2 l’ho scritto in una settimana lavorando solo al pomeriggio. Magari un altro ci avrebbe messo un mese. La velocità è una cosa che si acquista con l’esperienza e gli horror sono sempre divertenti da scrivere, come i film di kung-fu.

Sei al lavoro su altri progetti in questo momento? Se si, ce ne puoi parlare?

Paradossalmente negli ultimi due anni ho infilato un film dietro l’altro, nonostante la paralisi del covid: nel 2021 è uscito Medium, un horror-trash con Tony Sperandeo e Hal Yamanouchi, diretto da Massimo Paolucci; poi ci sono stati Antropophagus 2 e La lunga notte dei morti viventi (quest’ultimo attualmente in post-produzione, stessa produzione e regia in entrambi); Una preghiera per Giuda, mafia-movie con Denny Trejo, in post-produzione; poi Soldato sotto la luna, nazi-horror sul tema della memoria e della colpa in cui appare anche Abel Ferrara, sempre diretto da Massimo Paolucci (che poi è mio cugino lui pure!), anche questo in post-produzione; L’uomo che disegnò Dio con Franco Nero, Kevin Spacey, Faye Dunaway e Massimo Ranieri, pronto ma di cui ancora non è fissata l’uscita; alcuni cortometraggi horror e thrilling per Pierfrancesco Campanella premiati all’estero; ed anche la biografia di Franco Nero, che uscirà fra poco ed è il quindicesimo libro di cinema che pubblico… sempre che ‘il governo dei migliori’, dopo averci sodomizzati con la scusa del covid, non riesca anche a farci nuclearizzare da Putin! Gli incapaci, si sa, sono capaci di tutto! Quello è il vero horror… anzi, l’error!

Grazie mille per la disponibilità.

Grazie a te.

A cura di Roberto Giacomelli 

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2 Responses to Una vita dedicata ai B-movie, dove la “b” sta per bello! Intervista allo sceneggiatore Lorenzo De Luca

  1. Roberto D.F. ha detto:

    Meno male che c’è ancora qualche appassionato e bravo professionista a tener vivo il genere horror italiano. Peccato solo che la poco lungimirante distribuzione, renda sempre difficile la fruizione in sala di certe pellicole.

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  2. Alessandro Sottini ha detto:

    Bellissima intervista. Soprattutto perché non indugia nel riferire schiettamente la realtà in cui il nostro cinema si trova immerso. Si parla molto di rinascita del cinema italiano, ma fino a che ci si troverà impatanati nella logica ferrea dei soliti schemi e dei soliti e (pochi?) nomi, il cinema dei generi qui non avrà spazio. A cominciare proprio dalla catena distributiva, tansto dolente. Pensare che un tempo in Italia si faveva di tutto, si sperimentava tutto e vantavamo leadership nell’invenzione e nella reinvenzione dei generi.

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