Underworld: Blood Wars, la recensione

La secolare faida che vede contrapposti vampiri e licantropi (Lycans) non riesce a trovare una tregua. I vampiri, aristocratici signori della notte, vivono nascosti all’interno di grandi magioni segrete ed ora il loro timore più grande è quello di essere scovati da Marius, il nuovo e determinato leader dell’esercito dei lycans. Al centro di questa guerra, ancora una volta, c’è la guerriera vampira Selene a cui i vampiri hanno voltato le spalle da tempo ed ora principale obiettivo di Marius, convinto che nel sangue di Selene e sua figlia Eve ci sia la formula per rendere i lycans la razza dominante e porre fine a questa sanguinosa e millenaria battaglia.

Nell’ormai lontano 2003 nasceva la longeva saga di Underworld, affascinante e riuscito mix di action e horror che immaginava un’epica guerra tra vampiri e lupi mannari all’interno di suggestive location tanto dark quanto gotiche. Il merito più grande del film era senza dubbio quello di riuscire abilmente ad amalgamare elementi tipici dell’immaginario horror con i moderni ritmi del cinema d’azione, senza però far predominare eccessivamente quest’ultimo aspetto.

Tutti meriti successivamente ampliati in Underworld: Evolution, secondo film della saga e ad oggi il miglior capitolo in assoluto, in cui il connubio action-horror ha trovato una dimensione ancora più definita e il franchise ha intrapreso la felice strada del monster-movie nudo e crudo, grazie ad abbondanti e curatissimi effetti speciali artigianali che hanno dato vita a creature mostruose degne di essere ricordate nel tempo.

A tredici anni di distanza dal primo film, l’avventura di Selene (che ha sempre l’affascinante volto di Kate Beckinsale) continua in Underworld: Blood Wars, quinto e probabilmente ultimo capitolo di una serie che sta lentamente perdendo vigore ed esaurendo le idee.

I primi segnali di debolezza, infatti, si erano avuti con il quarto film (Underworld: Il Risveglio) che, pur mantenendo inalterata la sua indole da monster-movie, affogava in una narrazione esageratamente concitata e frettolosa da non riuscire a dare il giusto peso alle molte e importanti novità introdotte nella storia. La separazione tra Michael e Selene, la scoperta di quest’ultima di avere una figlia dotata di poteri inimmaginabili, la rivelazione al mondo “umano” dell’esistenza di creature mostruose, tante svolte narrative importanti destinate a perdersi in una narrazione troppo interessata all’aspetto squisitamente action.

In Blood Wars la storia riparte esattamente dove l’avevamo lasciata, e anche un po’ dimenticata, quattro anni prima. Selene è stata ripudiata dalla “famiglia” dei vampiri, poiché accusata di tradimento, ed è in fuga dai lycans che non si arrendono a darle la caccia poiché vogliono sapere dove poter trovare sua figlia Eve. La guerriera vampira è ancora alla ricerca del padre di sua figlia, Michael, e può fidarsi solamente del vampiro David (Theo James) e di suo padre Thomas (Charles Dance).

L’occasione nelle mani di Anna Forester, al suo esordio nella regia di un lungometraggio, era dunque ghiotta vista la possibilità di poter fare un po’ di ordine nella saga, riportando il giusto respiro, dopo un capitolo fin troppo “nervoso”. Purtroppo però il colpo sferrato dalla Forester non va a buon segno così che Blood Wars può essere considerato, senza eccessive remore, l’episodio più debole di una saga che sembra davvero non aver più nulla da raccontare.

Il più grande problema del film sta proprio nella storia, assolutamente priva di pigli innovativi e che non fa altro che raccontare cose che già ci erano state dette, ridette e confermate nel corso di quattro film. Una storia poco interessante che non prova ad aggiungere niente di nuovo e che, allo stesso tempo, non approfondisce nulla circa le tante argomentazioni lasciate in sospeso nel film precedente. Peggio ancora, il film ignora molte situazioni introdotte in Underworld: Il risveglio (come la scoperta da parte degli umani dell’esistenza di vampiri e lupi mannari) per tornare sui passi “sicuri”dei primi film.

Consci, probabilmente, dell’eccessiva frenesia del precedente capitolo, in Blood Wars il ritmo cala vertiginosamente, le sequenze d’azione sono giusto un paio ed anche poco spettacolari, e per lo più siamo costretti ad assistere a tante chiacchiere all’interno delle mura della casata dei vampiri, con intrighi e doppi giochi per l’ottenimento del potere, fino ad arrivare ad un ultimo atto in cui ci si addentra in confusi territori filosofici e spirituali che, oltre a far sorridere, malamente si adattano allo spirito e al mondo di Underworld.

Ma potremmo anche chiudere un occhio su tutto, per amor della passione che ci lega a questo franchise dal 2003, ma ciò che non si perdona ad Underworld: Blood Wars è l’aver tradito quello spirito da monster-movie di cui si è ampiamente discusso sopra. Complice, sicuramente, il budget di produzione in netto calo, nell’ultima avventura di Selene oltre a mancare l’azione mancano proprio le creature mostruose. Il tutto si risolve ad una manciata di “semplici” lycan nella scena d’apertura e in quella di chiusura ed un antagonista principale, Marius (interpretato dall’inespressivo Tobias Menzies), che oltre ad essere poco incisivo all’interno della narrazione ci viene presentato, quando licantropo, con un look poco fantasioso e per nulla accattivante e che ricorda fin troppo il Michael Corvin del primo film.

Anche se il finale lascia presagire che ci potrà essere dell’altro in futuro, un sesto capitolo o una serie tv di cui si era vociferato, tutto ci suggerisce che sia bene terminare qui l’avventura di Selene e la disputa tra vampiri e lycan.

Giuliano Giacomelli

PRO CONTRO
  • Nonostante i quattro anni passati, la storia riprende proprio dove era stata lasciata conservando gli stessi personaggi.
  • Se si è fan della saga, a prescindere dai meriti del film, fa comunque piacere ritrovare Selene in lotta contro vampiri e licantropi.
  • Storia poco interessante che nulla aggiunge di nuovo, anzi, sottrae elementi dal capitolo precedente.
  • La svolta mistica sul finale è fuori luogo.
  • Troppe chiacchiere e pochi fatti.
  • Marius è un cattivo da dimenticare.
  • I mostri, maledizione, dove sono finiti i mostri?!!
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