Unsane, la recensione

A partire da giovedì 5 luglio, 20th Century Fox distribuirà nelle sale cinematografiche italiane il thriller Unsane firmato da Steven Soderbergh.

Sawyer Valentini, interpretata da Claire Foy, già nota al pubblico per il suo ruolo di protagonista nella serie The Crown, ha cambiato abitudini quotidiane, lavoro, città per sfuggire all’uomo che la perseguita da due anni.

Turbata dall’idea che il suo stalker possa trovarsi nei luoghi da lei frequentati, si rivolge ad un istituto per ottenere l’assistenza di uno psicoterapeuta: è l’inizio di un incubo perché si ritrova con l’inganno rinchiusa nello stesso istituto ed etichettata come paziente pericolosa per sé stessa e per gli altri. Le cose peggiorano quando riconosce il suo persecutore tra i membri dello staff della stessa struttura. “È tutto reale?” È una domanda che lo spettatore è portato a farsi per gran parte della durata della pellicola.

Soderbergh gioca proprio su questo: da una parte sulla fragilità della protagonista che deve portare il peso di una scelta imposta e, dall’altra, pone la sottile linea tra percezione e realtà, rendendo incerto lo stesso spettatore circa cosa succeda realmente e cosa sia frutto della testa di Sawyer.

Ma avviene molto più di questo: Unsane è una vera e propria esperienza per il fatto che sia stato girato con un iPhone 7 Plus. È un dato che sposa perfettamente quanto narrato: grazie ad un mezzo di così comune utilizzo come uno smartphone, con un video a tratti sgranato e non privo di imperfezioni, viene alimentata la percezione stessa dello spettatore, più “vicino” ai personaggi che vediamo sul grande schermo, come se stesse assistendo in tempo reale – o secondo una breve differita – ad un evento che accade da un’altra parte del mondo, documentato da altri.

A tratti, per situazioni, scene e addirittura singoli fotogrammi, sembra che la pellicola di Soderbergh strizzi l’occhio ad un’altra dei primi anni novanta, Misery non deve morire di Rob Reiner.

Ed è così che un tipo di esperimento a basso budget, con tipiche modalità registiche di registi esordienti, diventa con successo un esempio di buon cinema fatto peraltro da chi non ha affatto bisogno di presentazioni avendo alle spalle una carriera molto più che dignitosa.

Luca Lobuono

PRO CONTRO
  • Cast stellare, di cui Claire Foy che definirei “immensa”, Joshua Leonard le tiene corda.
  • La ripresa con lo smartphone rende l’esperienza visiva ancora più realistica e, per questo, pregna di tensione.
  • Il dubbio costante che attanaglia lo spettatore circa quale sia la realtà dei fatti.
  • La prevedibilità di un paio di risvolti narrativi.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Unsane, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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