Venezia 71. Loin des hommes: conferenza stampa con Viggo Mortensen

Presentato nella giornata del 31 agosto durante la 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Loin des hommes è uno degli eventi di questa edizione 2014 del Festival. Inserito nella sezione in concorso, il film del francese David Oelhoffen è stato svelato alla stampa durante la conferenza ufficiale che ha visto intervenire l’attore e produttore Viggo Mortensen e il regista.

Per quanto riguarda la lingua, quale è stata la difficoltà?

Viggo Mortensen. La parte più difficile per me è stata sicuramente la lingua, ossia a cambiare il mio accento e farlo sembrare più francese possibile. Ma sono contento di essermi cimentato anche in questo, in quanto ho imparato molto di più sulle lingue. L’importante è avere sempre la mente aperta, per imparare qualcosa di nuovo.

In che modo avete agito per la scelta della musica?

David Oelhoffen. La musica è stata scelta perché risultava essere bella e malinconica allo stesso tempo. Soprattutto nella scena in cui i due protagonisti tornano nel luogo d’infanzia di Daru, dove negli anni 50 era solito che i padri portassero i figli nei bordelli per far loro perdere la verginità. Li c’è un richiamo, una strizzata d’occhio alla musica argentina.

Ci può dire qualche cosa sulla sceneggiatura?

David Oelhoffen. Non cercavo un tema da cinema di guerra quando ho letto il libro, ma ho avuto subito in mente un film western e ho pensato con questa idea di riempirci un progetto per il cinema.

Come è stata scelta l’ambientazione?

Viggo Mortensen. Mi piace osservare i luoghi e le persone prima di girare il film, in modo da immagazzinare ogni informazione possibile. La pellicola non è una ripresa ideologica di quel periodo storico (1954). E’ un film sovversivo, in un certo senso, perché mostra compassione e amore per gli altri.

Non sono fatto per la politica, sono incapace di desiderare e volere la morte del mio avversario”. (Frase tratta dal diario di Camut. ndr)

Cosa ci puoi dire dei personaggi?

David Oelhoffen. Un film storico-realistico con un protagonista giusto e mistico che crede nel bene e vuole farlo. La struttura morale del film è data dal percorso di due uomini che non sempre il loro voler fare del bene porta a una scelta giusta.

E sull’onore del personaggio principale?

David Oelhoffen. L’evoluzione del personaggio è quella del superare l’attaccamento morboso al senso d’onore, nel prendere, come si evince nel film, scelte sbagliate, come ad esempio quella della morte. L’evolversi sta proprio nel fatto che l’uomo sceglie la vita, ma sfiora una morte stupida.

Viggo, sei riuscito a identificarti nel tuo personaggio?

Viggo Mortensen. In ogni personaggio che rivesto e che interpreto, cerco sempre di indentificarmici completamente, perché è il mio lavoro e perché bisogna tenere sempre gli occhi aperti per immagazzinare più informazioni possibili.

Cosa ci puoi dire degli evidenti riferimenti alle pellicole Western?

David Oelhoffen. Il film può essere definito un cugino del cinema western, in quanto nasce come pellicola europea, ma si mescolano insieme anche elementi del western classico nella meccanica del racconto.

Camilla Lombardozzi

Foto di Rita Guitto

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