Venezia 71. She’s Funny That Way: la conferenza stampa con Owen Wilson, Kathryn Hahn e Peter Bogdanovich

Tra gli eventi fuori concorso della 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stato presentato She’s Funny That Way, il nuovo film di Peter  Bogdanovich che conta un cast ricchissimo di star: Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Rhys Ifans e Kathryn Hahn. Siamo nei territori della commedia sofisticata, quella alla Lubitsch e alla Allen, girata quasi totalmente in interni e completamente incentrata sui dialoghi e le gag verbali.

Abbiamo incontrato a Venezia, in conferenza stampa, gli attori Owen Wilson e Kathryn Hahn e il regista Peter  Bogdanovich.

 Ci potete raccontare la genesi del progetto.

Peter  Bogdanovich. Abbiamo avuto l’idea molto tempo fa, nel 1979 ha vinto un nostro film qui a Venezia, Saint Jack, con Ben Gazzara. Lì abbiamo utilizzato vere escort a cui abbiamo dato più soldi del previsto in modo da poter smettere con la loro professione. Ecco l’idea è nata da lì, dal dare soldi alle escort per farle smettere. Ci siamo ispirati alla commedia di Lubitsch.

Owen Wilson. Ritengo che sia stato entusiasmante lavorare con Peter, io non ho contribuito a livello narrativo ma sono stato molto felice di essere stato preso in considerazione.

Si può avanzare qualche punto di connessione con il suo personaggio in questo film e quello di Midnight in Paris?

Owen Wilson. Si, credo che ci siano affinità tra i due personaggi, anche perché c’è qualche cosa di me in entrambi.  In Midnight in Paris sono uno sceneggiatore, qui un regista.

In She’s Funny That Way si può notare una New York da Hollywood classica. È esatto?

Kathryn Hahn. La storia è ambientata in una new York contemporanea, romantica e idealizzata, c’è una nota di nostalgia, come se fosse un sogno.

Lei che giudizio ha sul cinema americano commerciale di oggi?

Peter Bogdanovich. Non voglio mordere la mano che non mi da mangiare. Malauguratamente Hollywood si è mossa nella direzione sbagliata tra sequel, prequel, cartoni animati e supereroi. A me piacciono i film più piccoli, non voglio spendere tanti soldi sperando di farne di più. Oggi ci si chiede come fare 300 milioni di dollari nel primo weekend… è deprimente. Ammiro artisti come Tarantino perché non fanno film che si fermano al botteghino. I film di oggi sono quasi tutti finti, Spiderman che vola attraverso la città, per esempio, ma chi se ne frega! Prima Ginger Rogers e Fred Astaire ballavano davvero sui tavolini! Dare la gioia del riso al pubblico è una cosa meravigliosa, il più grande dono che un regista può fare al pubblico.

Perché è stato cambiato il titolo che era previsto originariamente?

Peter  Bogdanovich. Il titolo originale, Squirrell to the nuts, era difficile da tradurre in altre lingue, poi She’s Funny That Way è il titolo di una canzone degli anni ’30 che adoro.

Conosce il cinema italiano? E le piacerebbe essere diretto da un regista italiano?

Owen Wilson. Ho lavorato a cinecittà con Wes Anderson, abbiamo girato lì 6 mesi. Ricordo che mio padre portò me e mio fratello a vedere Amarcord. Si mi piacerebbe tornare a girare in italia.

Peter, può dirci qualche cosa di Roger Corman e della Corman Factory?

Peter  Bogdanovich. Ho cominciato con Corman, ha prodotto il mio primo film, Targets – Bersagli, ho imparato a rubare riprese, come fare film rapidamente e senza spendere troppo.  Corman ha fatto entrare nel business molte persone oggi famose, è una persona straordinaria, ci ha sempre detto di non chiedere permesso per nulla, gira e basta!

Roberto Giacomelli

Foto di Rita Guitto

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