Venezia 72. Beasts of No Nation

Primo sbarco al Lido per Cary Fukunaga, noto al pubblico per la regia della prima stagione della serie True Detective, ma anche per il buon adattamento di Jane Eyre con Mia Wasikowska e Michael Fassbender.

Fukunaga ci regala un film che ha per oggetto la guerra nell’Africa occidentale. La storia è quella di Agu, un bambino costretto a crescere anzitempo in un contesto di caos politico, in cui i ruoli si confondono. Agu ha nove anni e rimane sconvolto dagli orrori della guerra, fin da quando assiste al brutale omicidio del padre. L’incontro con il comandante dei mercenari, che lo porterà ad arruolarsi come bambino-soldato, sarà l’inizio di un incubo senza fine.

La guerra civile rompe i legami di fratellanza e, di colpo, diventano tutte “bestie senza patria” (il titolo originale significa proprio questo). Il film è un buon tentativo di adattare l’omonimo romanzo di Uzodinma Iweala. Tuttavia, non riesce ad essere il film sconvolgente che vorrebbe essere. Non c’è in Beasts of No Nation la stessa forza drammatica del canadese War Witch di Kim Nguyen, nominato qualche anno fa all’Oscar come miglior film straniero. Anche se non mancano scene forti, da film di guerra, finisce spesso per essere uno studio etnografico dell’Africa equatoriale. Fukunaga sembrerebbe conquistato dalla cultura indigena, però non riesce a farne una rappresentazione al di là della superficie, e il film piomba un po’ nello stereotipo.

beasts of no nation1

Nonostante le componenti tecniche in gioco sono buone, all’inizio c’è un uso un po’ sbagliato della fotografia, legata più ad una puntata di True Detective che ad un film del genere. Questa fotografia cupa, che rappresenta un’Africa stranamente senza luce, spesso impedisce di scrutare a fondo sui volti dei personaggi. Mentre, invece, la m.d.p. fa un lavoro piuttosto impegnato, seguendo faticosamente i due protagonisti con uno stile molto neorealista. E l’incontro tra i due sembra, per un attimo, rispecchiare quello tra i due protagonisti di un Leone d’oro storico: L’infanzia di Ivan. Ma è soltanto apparenza: il film non riesce mai ad andare a fondo alle sue argomentazioni, ed è per questo, forse, che è stato accolto tiepidamente.

Claudio Rugiero

PRO CONTRO
  • Ci sono ottime scene d’azione, ben dirette, e molto spettacolari.
  • La m.d.p. rappresenta spesso il tema del viaggio metafora del percorso di iniziazione percorso da Agu.
  • Idris Elba e Abraham Attah si rivelano due bravi interpreti.

 

  • C’è una rappresentazione troppo superficiale del contesto.
  • Ha una plotline abbastanza prevedibile.
  • Scene spesso troppo caotiche.

 

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Venezia 72. Beasts of No Nation, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.