American Skin, la recensione

It ain’t no secret, no secret my friend, you can get killed just for living in your American Skin.”

Bruce Springsteen cantava per la prima volta queste parole nel 2000, ispirato dalla morte dello studente liberiano Amadou Diallo, avvenuta l’anno precedente per mano della polizia. La canzone si intitola nella sua interezza American Skin (41 Shots), come i 41 colpi di pistola che i poliziotti esplosero contro Amadou, reo di aver infilato una mano in tasca per prendere probabilmente i suoi documenti.

Cos’è cambiato rispetto ad allora? La diffusione degli smartphone, più che altro. Attualmente in America i ragazzi neri cadono spesso sotto il fuoco della polizia perché tengono in mano un cellulare. Così muore il giovane protagonista di American Skin, il nuovo film da regista di Nate Parker che qui veste anche i panni di Lincoln Johnson, padre inconsolabile della vittima e pertanto speranzoso in un giusto processo che, neanche a dirlo, non si verificherà. E naturalmente in un film che vede la benedizione di Spike Lee la soluzione non sarà certo sottotono: di fatto Lincoln prenderà in ostaggio il dipartimento di polizia al fine di ottenere il processo che suo figlio merita.

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Anche se il mondo cinematografico pesca a piene mani da quello reale, e ama tanto fregiarsi della dicitura “tratto da una storia vera”, non potrà mai essere davvero aderente alla realtà. Perché la vita di tutti i giorni ha dei ritmi e dei contenuti che non tengono conto dell’intrattenimento che desidera lo spettatore, e così il compito dei film sta nel romanzare, infiocchettare o esagerare, anche di poco, le vicende del quotidiano per renderle più accattivanti. Ma in American Skin “l’esagerazione” si rivela funzionale, oltre che alla trama, anche a veicolare un messaggio politico.

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L’inscenamento del processo post-sequestro con tanto di liberazione, da parte di Lincoln, di alcuni galeotti per farli partecipare alla giuria improvvisata, sembrerebbe richiedere una bella dose di sospensione dell’incredulità. Inoltre, il dibattito tra le controparti è esasperato nei toni, inquinato dall’emotività, da pregiudizi e opinioni parziali. Assurdo, no? Non del tutto, se ci pensate bene. Perché l’esagerazione insita in questo mondo immaginario serve a mostrare quanto sia irragionevole il nostro, di mondo, quello in cui per i poliziotti bianchi è sistematico sparare a chi è nero per poi farla franca. E se l’omicida può sottostare a un processo-farsa (o non sottostarci affatto), e questa viene considerata una prassi, allora perché, ci chiede Nate Parker, dovrebbe essere esagerato replicare gli schemi della controparte bianca?

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E la bravura del regista sta anche nel far passare questo messaggio in maniera potente quanto sottile, mentre si destreggia con un film che mischia il genere d’azione con le caratteristiche dei legal-drama; tanta carne al fuoco, dunque, anche per quanto riguarda i temi toccati. In appena un’ora e mezza, infatti, vengono presentate tante di quelle sfumature su cosa significa essere bianchi e neri nella società americana da rendere American Skin un vero e proprio virtuosismo sostanziale, sebbene duri troppo poco per far sì che vengano assimilati a pieno tutti i concetti esposti.

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Ma il turbinio che investe il film è anche formale, dato che un’altra sua particolarità risiede nel filtrare la storia unicamente attraverso le riprese di telecamere e cellulari, con un ruolo maggiore toccato da questi ultimi: perché le fotocamere dei telefoni rappresentano la pluralità di punti di vista riguardo la stessa situazione. Perché in tanti, troppi casi, hanno mostrato la realtà dei fatti, anche se spesso non è servito a molto. E perché talvolta sembrano essere l’unico strumento di difesa e resistenza di fronte alla casualità del pregiudizio.

American Skin è stato presentato nel 2019 alla Mostra del Cinema di Venezia e, rimasto inedito a lungo a causa della chiusura dei cinema data dalla pandemia da Covid-19, è stato distribuito direttamente su Sky Cinema e in streaming su Now dal 24 maggio 2021.

Giulia Sinceri

PRO CONTRO
Un film tanto impegnato quanto coinvolgente. Si toccano molti aspetti interessanti ma il tempo per assimilarli è poco.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +3 (da 3 voti)
American Skin, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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