Venezia 76. Mosul, la recensione

Mosul

Mosul di Matthew Michael Carnahan è nella sezione Fuori Concorso della Mostra del cinema di Venezia 2019.

Ispirato a fatti realmente accaduti, il film racconta le azioni della squadra SWAT di Ninive, che negli ultimi recentissimi anni ha combattuto strenuamente per liberare la città di Mosul (in Iraq) dalle spire letali delle truppe di Daesh ovvero l’ISIS.

Non parliamo di americani bensì di ex poliziotti iracheni. Al posto di patinate star hollywoodiane, si è scelto un cast di volti sconosciuti (a noi) e di lingua araba per rendere ancora più realistica la narrazione. Ai tanti caduti di questa squadra speciale è dedicato il film che si presenta come fratello minore di The Hurt Locker.

Fin da subito veniamo catapultati nel mezzo del conflitto. Non ci sono preamboli e non c’è mai tregua. Seguiamo passo dopo passo la missione (tanto segreta che non ci viene nemmeno svelata, all’inizio) e combattiamo con loro contro un nemico che spara e bombarda ma non si mostra mai. Siamo in battaglia al fianco di questi eroi locali che intendono difendere con coraggio la loro città e le loro famiglie dalla cupa aggressione da parte degli estremisti islamici.

Il film è facilmente iscrivibile nel registro “spara e difenditi”. Gli effetti audio sono impressionanti e terribilmente realistici. Il comparto tecnico è ineccepibile, mentre quello meramente artistico qualche nodo da sciogliere ce l’ha.

Non tutto è da buttare, ma qualcosa si. È un film di “tributo” e questo è un merito ma, al tempo stesso, un limite. La concentrazione (e il mirino) sono puntati esclusivamente sulla squadra e sulla sua missione che ci viene svelata solo alla fine. Tutto il resto non è noia ma prevedibili sparatorie, esplosioni, bombardamenti e… inevitabili morti.

L’introspezione, la profondità e l’acclaramento delle ragioni di tutto ciò sono lasciate in un angolino; non vengono nascoste ma solo relegate in uno spazio ristretto. Per evitare l’effetto Salvate il soldato Ryan si è optato per una durata non eccessiva dedicando gran parte del tempo all’azione vera e propria. I momenti di elaborazione ed approfondimento restano pochi e brevissimi. Anche la trita retorica, per fortuna, ha trovato ben poco spazio.

Mosul è disponibile su Netflix dal 26 novembre 2020.

Marcello Regnani

PRO CONTRO
Elementi tecnici da incorniciare (specie il comparto audio). Troppo scarsa la profondità.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +4 (da 4 voti)
Venezia 76. Mosul, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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