Venezia 76. The Painted Bird

Tre ore, bianco e nero, poche parole, tanta violenza.

Ricetta per un polpettone indigeribile? Non se i cuochi sono il regista Václav Marhoul e il direttore della fotografia Vladimír Smutný.

Tratto dall’omonimo romanzo di Jerzy Kosiński, The Painted Bird narra la cruda odissea di un bimbo (Petr Kotlár) affidato dai genitori a una vecchia zia che vive in mezzo al nulla, con l’idea di metterlo al sicuro dall’olocausto. Malauguratamente non hanno fatto i conti con un nemico ben più crudele dei nazisti: l’animo umano. Quando la zia passa a miglior vita e la casa è divorata dalle fiamme, il povero bimbo si trova abbandonato a se stesso. Purtroppo per lui, la solitudine non durerà a lungo.

The Painted Bird è diviso in capitoli, ciascuno dei quali porta il nome di uno o più personaggi determinanti. In altre parole, il nome del carnefice di turno. Nelle tre ore di proiezione la povera creatura viene infatti sottoposta a una mole di maltrattamenti tanto ingente da risultare grottesca. All’ennesima bruttura ci si scopre a sorridere. Malgrado ciò, il film è una gioia per gli occhi; non mancano i momenti di grande poesia.

Il bianco e nero dona a ogni inquadratura uno spessore che difficilmente il colore sarebbe in grado di restituire. La desolazione dei villaggi sperduti, il mistero dei boschi, l’inanità delle distese innevate. Immagini di degrado e povertà lancinante, stranamente bellissime. Gli scenari urbani che compaiono in fasi più avanzate non reggono il confronto con la bucolica disperazione di quelli che li precedono.

In queste prime fasi gli avvenimenti si succedono inspiegabili, spingendo lo spettatore a immedesimarsi in un bimbo spaesato che fa del suo meglio per integrarsi in un mondo sconosciuto e malintenzionato. Rari atti di gentilezza rifulgono come miracoli, ma nell’insieme restano inghiottiti dalla dilagante miseria. Come è inevitabile, il bambino farà suoi i valori che il mondo gli insegna, diventando a poco a poco sempre più selvaggio, imperturbabile, spietato.

The Painted Bird non è un film per tutti i palati, vuoi per la violenza di numerose scene, vuoi per la morbosità di altre, o la durata non certo contenuta. Eppure è un film capace di premiare chi lo affronta con la giusta disposizione.

Alessio Arbustini

PRO CONTRO
  • Visivamente potentissimo.
  • Malgrado la durata non annoia, anzi coinvolge.
  • La violenza reiterata perde incisività.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +8 (da 8 voti)
Venezia 76. The Painted Bird, 8.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.