Via Castellana Bandiera, la recensione

Palermo. La famiglia Calafiore, in automobile di ritorno dal mare, è quasi arrivata a casa, a via Castellana Bandiera, ma a pochi metri di distanza dall’abitazione vede spuntare da dietro l’angolo un’altra automobile, su cui ci sono due donne, Rosa e Clara, in fuga da una festa di nozze. Via Castellana Bandiera è stretta, non c’è segnaletica e le due macchine non riescono a passare, l’unica soluzione sarebbe che una delle due facesse retromarcia per far passare l’altra. Ma sia l’anziana Samira, che guida l’auto dei Calafiore, che Rosa, al volante della multipla, sono troppo testarde per darla vinta all’altra. Così per le due diventa una questione di principio oltre che una guerra personale alla resistenza fisica e psicologica che porta a una lunga giornata intrappolate in via Castellana Bandiera.

Leggendo la sinossi di Via Castellana Bandiera ci si chiede come possa un soggetto del genere reggere un film dalla canonica durata di 90 minuti circa… insomma, l’originale trama sembra più adatta per essere sviluppata in pochi minuti sotto forma di cortometraggio piuttosto che in un lungo. Eppure i dubbi che lecitamente potrebbero cogliere lo spettatore vengono a mano a mano chiariti e l’esordio cinematografico della teatrante Emma Dante si rivela una piccola e gradevole sorpresa nel panorama italiano.

In mezzo a tante, troppe, commedie poco divertenti e fatte con lo stampino sono davvero pochi i film italiani delle ultime stagioni meritevoli di essere ricordati. Se infatti escludiamo gli ultimi lavori costosi e dal sapore internazionale di Tornatore (La migliore offerta), Salvatores (Educazione siberiana) e Sorrentino (La grande bellezza), si fatica a trovare prodotti italiani degni di nota. Certo, non mancano quelle eccezioni sui generis come il satirico esordio alla regia di Rolando Ravello con Tutti contro tutti o il cruento thriller di Federico Zampaglione Tulpa, ma stringendo il cerchio forse è proprio Via Castellana Bandiera a lasciarsi ricordare maggiormente per il brio narrativo, la sapiente architettura e l’ottimo cast di emeriti sconosciuti. Quello che è riuscito ad Emma Dante, infatti, è ciò in cui avevano fallito lo scorso anno il Garrone di Reality e il Ciprì di E’ stato il figlio, ovvero costruire un affresco del Sud più popolare e verace, mostrando pregi (pochi) e difetti (molti) di quell’Italia in crisi di valori e completamente allo sbando.

Via Castellana Bandiera - Immagine

Alba Rohrwacher e Emma Dante in Via Castellana Bandiera

Via Castellana Bandiera ci racconta quella Sicilia di periferia fatta di cialtronaggine, sogni infranti, prepotenza e arte di arrangiarsi, un incontro tra diverse culture che mette alla berlina in primis la determinazione, il guardare avanti senza mai voltarsi, il proseguire diritti a testa sempre alta che si trasfigura però in cocciutaggine e stupidità La mancanza di umiltà nel fare retromarcia, una parvenza di autorevolezza che denota debolezza diventa pretesto per un vero incubo, una sorta di duello da Far West tra l’anziana signora che sembra non avere nulla da perdere e la quarantenne in vistosa crisi affettiva. Due tipologie di donne apparentemente così distanti da mostrarsi, con il passare dei minuti, quasi complementari, se non identiche. Attorno a loro si muovono scommesse di poveri diavoli in cerca del guadagno facile, personaggi fragili e altri ingenui, con un tono leggero che si incupisce con il passare dei minuti.

Emma Dante, che oltre a dirigere scrive anche la sceneggiatura – tratta da un suo romanzo – e interpreta Rosa, appare narrativamente molto sicura di se, mostrando il fiato corto però dietro la macchina da presa con un tocco ancora acerbo che favorisce uno stile visivamente ripetitivo (le troppe inquadrature dal sedile posteriore dell’auto), con un inutile quanto infantile espediente di autorialità nell’infinito piano fisso finale.

Ottimi tutti gli interpreti, da Alba Rohrwacher – unico volto noto dell’intero film – alla stessa Emma Dante, ma soprattutto Elena Cotta che interpreta l’anziana Samira, un’interpretazione sofferta e affidata esclusivamente all’espressività dell’attrice che le è giustamente valsa il premio per miglior interpretazione femminile all’ultimo Festival di Venezia.

Via Castellana Bandiera, dunque, convince per la bella storia raccontata in modo intelligente e originale e seppure registicamente possa presentare qualche pecca, la sensazione generale a fine visione è più che positiva.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Storia originale e ben raccontata.
  • Attori  molto bravi, anche (e soprattutto) quelli non professionisti.
  • Lo stile di regia risulta ancora acerbo.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)
Via Castellana Bandiera, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.