Una vita da gatto, la recensione

Potere ai gatti!

In questi ultimi mesi, i gatti sono riusciti a spodestare il miglior amico dell’uomo al cinema; qualche anno fa toccò i cani (da Hachiko a Io & Marley, solo per citarne un paio), ora sono le controparti feline a essere i veri padroni. A spasso con Bob è il film indie in cui un micio salva la vita a un tossico mentre Una vita da gatto è il titolo che muove un grande cast per porre al centro un animale dal pelo stropicciato e dagli occhi parlanti.

Tom (Kevin Spacey) è un miliardario di grande successo per il quale è sempre più difficile trovare del tempo da passare con la sua seconda moglie e i suoi due figli. Intenzionato a recuperare il rapporto con la figlia più piccola, decide di regalarle per il compleanno il gatto che chiedeva da molto tempo. Dopo essere rimasto coinvolto in un incidente, Tom riprende conoscenza intrappolato nel corpo del gatto che ha appena acquistato.

una-vita-da-gatto-2

Nelle prime battute, Una vita da gatto promette di raccontare il rapporto morboso che si instaura con il proprio animale domestico, un’idea attuale e particolarmente convincente. Peccato che dopo i mini video da social network che aprono il film, non si tornerà più su quest’aspetto. Il rapporto che si vuole centrare è quello del (solito) padre assente che trascura la famiglia e, come punizione, verrà trasportato nel corpo dell’animale da lui più odiato.

Nonostante l’idea di base sia alquanto stantia, Una vita da gatto sarebbe potuto essere una pellicola per famiglie, stile Disney anni ’90, ma non riesce neanche in questo semplice compito. La scrittura non procede con armonia o con un obiettivo ben preciso, aspetto che non ci sorprende più di tanto visto che per confezionare una trama così lineare sono dovuti intervenire ben sei sceneggiatori.

una-vita-da-gatto-1

Barry Sonnenfeld, regista di ottimi titoli come La famiglia Addams e Men in Black,  compie una scelta alquanto azzardata nell’affiancare parti realizzate con animali veri (sequenze migliori del film) con la replica fotorealistica in CGI. L’effetto Garfield è inevitabile.

Kevin Spacey non basta al film: non sono sufficienti il suo sorrisetto, la voice over che ricorda House of Cards e la sua capacità di adattarsi anche ai copioni meno apprezzabili per salvare la baracca. Peggiorano la situazione la moglie barbie Jennifer Garner e i figli. Simpatico il ruolo di Christopher Walken nelle vesti del magico proprietario del negozio di gatti.

una-vita-da-gatto-3

A metà strada tra uno stile europeo e una struttura americana, i commenti dello Spacey-gatto strappano qualche sorriso ma nel complesso si ride molto poco.

Consigliato solo a chi ha la galleria immagini del cellulare piena zeppa di mici che fanno acrobazie, dormono o vengono vestiti in modi bizzarri dai padroni. Gli altri possono astenersi.

Matteo Illiano

PRO CONTRO
  • Il camaleontico Kevin Spacey e il simpatico Christopher Walken.

 

  • Idea di base usurata e fuori tempo.
  • Sceneggiatura priva di uno stile unitario.
  • L’alternanza tra i gatti reali e la CGI rovina diverse sequenze.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 3.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Una vita da gatto, la recensione, 3.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.