We Are The Best!, la recensione

Bobo e Klara sono due adolescenti ribelli nella Stoccolma del 1982.

Insofferenti ai genitori che non riescono a capirle e ad una società che le emargina in quanto “diverse”, trovano rifugio nella musica punk e decidono di formare una band. Con l’aiuto della cattolica e bravissima chitarrista Hedvig, dimostreranno a tutti, ma soprattutto a sé stesse, che loro “sono le migliori”!

Presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013, lo svedese We are the best! (Vi är bäst!), non è solo un film sul punk, sulla musica o l’adolescenza, ma sulla vita e soprattutto sulla tolleranza.

Nonostante la storia sia ambientata in uno spazio e in un tempo ben definiti, Bobo, Klara e Hedvig, rappresentano, con varie sfumature, tutti coloro che da ragazzi almeno una volta si sono sentiti semplicemente “sbagliati” e in cerca di rivalsa.

Bobo (Mira Barkhammar) è dolce, intelligente e sensibile, bruttina e con poca fiducia in sé stessa, con una madre troppo occupata a trovare un compagno per dedicarsi a lei. Cerca gentilezze ed attenzioni e ha una cotta per il fratello della sua migliore amica Klara (Mira Grosin). In altre circostanze probabilmente non sarebbe emarginata, ma in un mondo in cui le sole cose che contano sono l’aspetto e l’essere “come gli altri”, poco importa se la sera sei tu ad occuparti di tua mamma, quando torna a casa in lacrime perché l’ennesimo fidanzato l’ha scaricata.

Le tre inseparabili amiche protagoniste di We are the Best

Le tre inseparabili amiche protagoniste di We are the Best

La sua migliore e unica amica Klara, nonostante abbia una famiglia amorevole e non sia per niente brutta – “saresti carina se ti lasciassi crescere i capelli” le dice una delle tante, biondissime, compagne di classe -, non riesce a sentirsi a suo agio in una società ottusa, che incoraggia all’omologazione e alla superficialità. “Un giorno scoppierà una guerra nucleare e tu sarai lì a parlare di capelli”, le risponde stizzita. Klara è un’emarginata per scelta, con ideali anche troppo forti, un outsider che semplicemente non riesce a capire perché le persone che la circondano danno valore a cose che in realtà non contano nulla.

Insieme sono due facce della stessa medaglia, modi diversi di essere diversi, si incontrano e si riconoscono, si accettano e si completano tra di loro, senza chiedere niente ad un mondo che ha chiuso loro la porta in faccia ancor prima di sentire cosa avessero da dire.

Il problema è che il mondo sembra proprio non volerle lasciar stare, e le ragazze decidono di rispondergli con il punk rock. Un genere in declino, ma i cui ideali non tramonteranno mai veramente, che permette alle due amiche di urlare a tutti chi sono e che cosa vogliono essere.

A chiudere il cerchio, si unisce al gruppo Hedvig (Liv LeMoyne), figlia di una famiglia rigidamente cattolica, che insegnerà a Bobo e Klara non solo a suonare la chitarra, ma anche a vedere le cose con occhi diversi e a capire che l’amicizia più vera può nascere anche tra persone con stili di vita e modi di pensare differenti, a patto che da entrambe le parti ci sia apertura mentale e accettazione.

Un tenero momento di We are the Best

Un tenero momento di We are the Best

La regia di Lukas Moodysson è discreta e funzionale, a tratti quasi documentaria, esplora la vita delle giovani protagoniste riuscendo a catturarne e riportarne la complessità. A supportarla, una sceneggiatura ben strutturata e dialoghi credibili e scorrevoli, che perdono un po’ del loro mordente solo nella seconda metà del film, per risollevarsi completamente nel finale.

La musica punk risuona in ogni tratto della pellicola, immergendo anche lo spettatore non autoctono nello spirito e nell’energia che doveva essere stato il movimento in Svezia nei suoi anni d’oro, offrendo alcuni dei migliori brani di repertorio del paese.

Il film diretto da Lukas Moodysson e prodotto da Lars Jönsson, uscirà nelle sale italiane il 5 giugno distribuito dalla Bim.

Susanna Norbiato

PRO CONTRO
  • Una storia coinvolgente.
  • Dialoghi arguti e divertenti.
  • Ottima recitazione.
  • Nella seconda metà, quando si focalizza in parte sugli interessi amorosi delle ragazze, il film perde ritmo e si appesantisce, risultando meno incisivo. Recupera in parte nel finale.

 

 

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We Are The Best!, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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