Welcome to the Blumhouse: Notturno, la recensione

Arriva al giro di boa la prima stagione di Welcome to the Blumhouse, la serie antologica di lungometraggi (slegati tra loro) realizzati dalla casa di produzione di Jason Blum in collaborazione con gli Amazon Studios che ne hanno curato la distribuzione sulla loro piattaforma Prime Video.

Una sequenza di film che rappresenta il deciso e ambizioso tentativo della casa di produzione americana di cambiare rotta e di affrancarsi dall’etichetta, ormai affibbiatagli da anni, di fucina di ghost story e titoli a tema demoniaco volti a suscitare facile e prevedibile spavento. Insomma, Jason Blum vuole alzare il tiro e conferma la volontà di non accontentarsi più di essere il reuccio dell’horror low budget, ma di progredire ed ambire ad una dimensione più autoriale.

Se nei primi tre film questo obiettivo viene perseguito a tratti e con risultati non del tutto convincenti, il quarto episodio è da considerarsi un’autentica svolta in quanto non solo prosegue con la tematica della famiglia e le sue dinamiche morbose, ma si erge anche a ottimo esempio di come la BlumHouse possa arrivare a vette di qualità molto alte in quanto a solidità narrativa e sviluppo di un intreccio ben congegnato.

Notturno

È ciò a cui assistiamo in Notturno, film che pone all’attenzione del grande pubblico il talento dell’esordiente Zu Quirke la quale fa decisamente centro con un dramma, dalle venature da horror soprannaturale, teso ed efficace nel trasmettere i sentimenti e le emozioni di due gemelle divise da una feroce gelosia e una voglia di rivalsa covata negli anni. Il tutto impreziosito dal fatto che la regista statunitense, facendo tesoro della sua attività da musicista, inquadra la storia nel contesto competitivo e spietato di un’accademia musicale prestigiosa e controversa, fatta di ambienti ambigui e infestati da forze maligne.

Un lavoro reso ancora più accattivante dallo spiccato gusto estetico dell’autrice che le permette di spaziare con maestria da ambientazioni fredde e volutamente anonime ad altre dall’impostazione cromatica sgargiante e dai tratti iperrealistici, conferendo così una veste estetica di tutto rispetto al suo film.

Notturno

Juliet e Vivian sono due gemelle eterozigote che hanno in comune soltanto lo stesso giorno di nascita, la passione per il pianoforte e il sogno di affermarsi in ambito musicale ed accademico. Per il resto le due vite scorrono su binari paralleli, ma opposti. Viviane è una pianista di talento, dal bell’aspetto, brillante, ha un fidanzato bello e innamorato e gode della stima di amici e maestri; Juliet, al contrario, è una modesta interprete dello strumento, non ha amici e, soprattutto, gode di una considerazione modesta e mediocre all’interno della scuola. Una condizione che genera in Juliet una gelosia, che diventa ben presto ossessione, che la porta a cercare di sovvertire tali equilibri anche a costo di scendere a patto con forze diaboliche, scatenate da un quaderno ritrovato per caso e appartenente a Moira, una giovane musicista dell’accademia morta suicida qualche settimana prima.

Notturno

Partendo dalla ricca letteratura riguardante lo stretto legame tra musica e forze maligne, con annesse maledizioni e tutto ciò che ne consegue, Quirke si dimostra abile nel maneggiare l’elemento horror e trasformarlo in elemento narrativo che funge da cornice ad una storia nella quale il maligno risiede nella mente umana e il suo concentrato di gelosie e ossessioni, enfatizzate fino alla follia. Un rapporto di sangue e di un amore così potente e dirompente, quello tra le due gemelle protagoniste, da generare il suo opposto: odio profondo e voglia irrefrenabile di rovinare la propria rivale in tutto e per tutto. Juliet, infatti, non si accontenta di rubare il posto di Viviane al centro del palco del saggio di fine anno, ma vuole rubarle tutto quello che ha, a partire dal fidanzato fino al maestro di pianoforte e le attenzioni esclusive dei genitori.

Ossessione che trova la giusta sponda in un libro diabolico sulle cui pagine vi sono raffigurazioni e premonizioni di un futuro funesto le cui dinamiche ed evoluzioni lasciano lo spettatore sospeso e con il costante interrogativo se siano reali o siano frutto della mente perversa e ormai annebbiata dalla rabbia della protagonista.

Notturno

La ricchezza di contenuti e di spunti narrativi trova la giusta consacrazione in una sceneggiatura solida e ben articolata da una regista abile ad infondere al plot un ritmo sempre concitato e a tratteggiare bene la protagonista, la cui discesa negli inferi della gelosia viene descritta con dialoghi puntuali e un’evoluzione del look emblematica e quanto mai adeguata.

Quirke, poi, è molto brava nel creare atmosfere visionarie e ipertrofiche, con tanto di ambienti interni inquietanti, corridoi lunghi illuminati da colori accesi e dalle tonalità pittoriche e immortalati da inquadrature sghembe, nonché a sottolineare le fasi evolutive dell’odio tra sorelle attraverso musiche psichedeliche e tambureggianti e un montaggio serrato.

Notturno

Se a tutto ciò la regista avesse aggiunto una decisa spinta sull’acceleratore sull’elemento horror, Notturno avrebbe fatto un ulteriore salto di qualità e sarebbe potuto diventare qualcosa di più di un ottimo film.

Ma Quirke è solo agli esordi e ha tempo per mettere a frutto il suo talento con maggiore qualità ed esperienza.

Vincenzo de Divitiis

PRO CONTRO
  • Sceneggiatura senza sbavature e capace di tratteggiare bene l’evoluzione della protagonista.
  • Atmosfere sospese tra realtà e illusione e immagini visionarie.
  • Accompagnamento musicale sempre in linea con ciò che accade sullo schermo.
  • La regista avrebbe potuto spingere di più il piede sull’acceleratore sul versante horror.
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Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
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