Woody Allen sulle accuse della figlia adottiva : “Affermazioni false e vergognose”

Il regista americano Woody Allen ha risposto sulle pagine di Mother Jones alle accuse di abusi sessuali, mosse nei suoi confronti dalla figlia adottiva Dylan Farrow, definendole «false e vergognose».
Facciamo un passo indietro: Dylan Farrow, oggi 28 anni, adottata da Woody Allen e Mia Farrow negli anni Ottanta, ha scritto una lettera aperta al New York Times nella quale dichiarava che Allen avrebbe abusato sessualmente di lei quando aveva appena 7 anni. Nella lettera, dettata dalla volontà di rompere la solidarietà e l’affetto di Hollywood per l’uomo che le ha rovinato la vita, si legge: “Mi condusse in un angolo buio della casa in Connecticut e mi assalì sessualmente. Mi disse di stendermi pancia a terra e di giocare con il trenino di mio fratello. Poi abusò sessualmente di me, sussurandomi che ero una brava ragazza, che era il nostro segreto, promettendomi che sarei andata con lui a Parigi e sarei stata una star nei suoi film. […] Ricordo che fissavo il trenino elettrico, cercando di concentrarmi sui cerchi del suo percorso. Ancora oggi non riesco a guardare i trenini elettrici. […] Per quanto ho memoria mio padre mi ha fatto cose che non mi piacevano. Queste cose accadevano regolarmente, e spesso, ed erano così abilmente nascoste a mia madre – lei mi avrebbe protetto se avesse saputo – che pensavo fosse normale. […] Il fatto che l’abbia fatta franca mi ha perseguitato durante tutta la mia giovinezza. Ero travolta dal senso di colpa per avergli lasciato avvicinare altre bambine“.

Così la portavoce del regista, Leslee Dart, ha scritto in un comunicato: “Mr. Allen ha letto l’articolo è l’ha trovato falso e vergognoso. Risponderà molto presto. Al momento una indagine approfondita è stata condotta da esperti, che hanno concluso che non c’è credibilità nè prova di molestie; che Dylan Farrow aveva un’incapacità di distinguere la fantasia dalla realtà; che la bambina era stata all’epoca probabilmente manipolata dalla madre. Nessuna accusa fu mai depositata.

A questa dichiarazione, sono da aggiungersi quelle di Cate Blanchett e Alec Baldwin, entrambi tirati in ballo da Dylan nella sua lettera (“Cosa faresti se fosse tuo figlio, Cate Blanchett? Louis CK? Alec Baldwin? Cosa faresti se si fosse trattato di te, Emma Stone? O te, Scarlett Johansson?“).
E’ ovviamente una situazione lunga e dolorosa per la famiglia e spero che troveranno una sorta di risoluzione in pace.” è il commento dell’attrice Premio Oscar.
Baldwin, dal canto suo, risponde a tono su Twitter a coloro che, con insistenza, gli chiedevano di prendere una posizione: “Cosa c’è di sbagliato in voi che pensate che tutti dobbiamo esprimere un nostro giudizio in merito ad una cosa così personale? Vi sbagliate se pensate che c’è un posto per me o per chiunque altro, in una questione di famiglia. Gli USA dovrebbero essere il luogo in cui si ottiene un giusto processo. Un giusto processo può essere condotto con le opinioni di tutti su Internet? Gli americani sono caduti vittima di una ipocrisia su cose che conoscono poco. Non si ‘difendono’ entrambe le parti. Si difende giusto processo.

Woody Allen era già finito sotto inchiesta in merito a tali accuse subito dopo che la relazione tra il regista, allora cinquantenne, e la figlia adottiva diciannovenne di Mia Farrow, Soon-Yi Previn (moglie di Woody dal 1997), divenne di pubblico dominio. Tuttavia, la procura decise di non perseguirlo. Il procuratore della contea di Litchfield, Frank S. Maco, dichiarò che esisteva una “probabile causa” per accusare Allen ma che lui aveva scelto di non farlo.
La lettera di Dylan Farrow arriva pochi giorni dopo il tweet di Ronan Farrow (figlio biologico di Allen e Mia Farrow, nonostante quest’ultima sostenga che, con buone probabilità, il padre naturale di Ronan sia l’ex marito Frank Sinatra) inviato dopo l’attribuzione a Woody del Golden Globe alla carriera: “Mi sono perso il tributo a Woody Allen: hanno messo prima o dopo Annie Hall la parte in cui una donna ha pubblicamente confermato che l’ha molestata quando aveva sette anni?“, facendo riferimento alla sorellastra Dylan.

Dylan Farrow è sposata, vive in Florida e ha cambiato nome. La sua lettera si chiude implorando l’opinione pubblica, accusata di ‘celebrare un tormentatore’, di ascoltare la sua versione: “Woody Allen è la prova vivente di come la nostra società non protegge i superstiti di abusi sessuali“.

Sarà tutto oppure la querelle familiare è destinata a non avere fine?

Chiara Carnà

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