Young Detective Dee – Il risveglio del drago marino, la recensione

Nel 2010 usciva nei cinema il film Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma, un mistery dalle connotazioni fantasy che portava la firma del grande Tsui Hark sia alla regia che alla produzione. Il buon successo internazionale che ha riscosso il film, ha spinto il regista a tornare sui suoi passi e, ispirandosi ancora una volta ai romanzi dello scrittore Lin Qianyu, ha riportato sul grande schermo le avventure di Di Renjie, “detective” (per dirlo all’occidentale) della Cina imperiale alle prese con singolari casi criminosi che implicano il soprannaturale. Ma stavolta Hark torna alle origini del mito e ci racconta come tutto ha avuto inizio, mostrandoci un giovane Di Renjie alle prese con il suo primo e misterioso caso.

Young Detective Dee, come lascia chiaramente intuire il titolo, è dunque un prequel al film del 2010, che ci narra i primi passi del protagonista nel diventare prima una guardia dell’Impero e poi un esiliato dalle idee rivoluzionarie.

 Young Detective Dee: Rising of the Sea Dragon ci racconta una Cina in preda al terrore per gli attacchi di un mostro marino che a più riprese ha annientato la flotta imperiale. Questi interventi vengono percepiti dall’Imperatrice come un segno nefasto divino e solamente l’azione della bellissima Yin, prescelta tra le cortigiane, può placare l’ira divina. Ma Yin diviene presto mira di alcuni dissidenti che tramano contro l’Impero e allo stesso tempo di un umanoide mostruoso che invece sembra volerla proteggere. Mentre il capo della polizia imperiale è incaricato di proteggere Yin, arriva in paese la giovane recluta Di Renjie, che sembra avere le giuste capacità per risolvere il caso.

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Tsui Hark si conferma un grande narratore di epopee e chi lo ha definito lo Spielberg di Hong Kong ha colto l’essenza del suo cinema: grande spettacolo, senso del ritmo impeccabile e grande coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Rispettando i canoni di certo cinema d’intrattenimento, Young Detective Dee si presenta dunque come un prodotto realmente ottimo, capace di superare in qualità il già buon predecessore. Hark decide di fare un prequel che enfatizzi le caratteristiche positive di Il mistero della fiamma fantasma e le porti a conseguenze estreme. Un film “larger than life” che dimostra però una precisa compattezza narrativa, capace di raccontare in poco più di due ore una storia complessa, ricca di eventi e personaggi eppure estremamente ordinata e appassionate.

La base di Young Detective Dee sembra essere quella di omaggiare certo cinema fantastico del passato che è stato toccato con successo anche dalla cinematografia orientale. In primis il filone dei Monster Movie, portando in scena un drago marino che ci tiene a ricordare quanto sia importante per i paesi dell’estremo Oriente la dimensione acquatica, inquadrata con un piglio di inquietante timore. Dimora di nefaste bestie, morte e distruzione, l’oceano nasconde i più profondi segreti della vita sulla Terra. I cataclismi che si abbattono periodicamente sulle terre dell’estremo oriente ce lo dicono di frequente e il cinema – soprattutto quello nipponico con il filone dei kaiju eiga – ce lo ha mostrato con licenze poeticamente metaforiche. Ora Tsui Hark rivanga quelle suggestioni celandoci il mostro marino per tre quarti del suo film (nel prologo possiamo vedere solo la sua azione distruttiva, ma mai la sua fisicità), ma mostrandolo in tutto il suo fantasioso splendore nella spettacolare battaglia finale, in una delle scene più epiche e incredibili che si siano mai viste in un film di questo tipo.

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Ma Young Detective Dee non è solo il “sea dragon” del titolo, visto che ha un ruolo fondamentale nella vicenda anche un singolare uomo-anfibio che non può che ricordare Gilman di Il mostro della laguna nera o il suoi cuginetti del sol levante di I mostri della città sommersa, realizzato, tra l’altro, in maniera eccellente. Non manca una storia d’amore, ottimi momenti d’azione coreografati come nei migliori wuxiapian moderni, intrighi che si tingono di giallo e un tocco d’ironia che serve a stemperare la tensione.

Insomma, Tsui Hark fa centro e Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon è stato tra le cose più memorabili viste durante l’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, durante il quale il film è stato presentato fuori concorso in anteprima italiana.

C’è da aggiungere, inoltre, che il film è stato girato in 3D e fa un ottimo uso della steroscopia digitale, vista l’intelligente gestione della profondità e il corretto utilizzo degli elementi in rilievo che non mancheranno di far balzare dalla poltrona lo spettatore.

Roberto Giacomelli   

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