Zombie Strippers!, la recensione

In un futuro non troppo lontano i soldati dell’esercito americano cominciano a scarseggiare, causa troppi decessi nella guerra in Medio Oriente e troppe poche nuove reclute. Il governo decide allora di riportare in vita i morti con un virus di nuova sperimentazione per mandarli a combattere in campo: soldati forti, fedeli e privi di cervello! Il virus però ha un difetto: agisce prevalentemente sul cromosoma X, funzionando così quasi esclusivamente sulle donne, che presentano un barlume di coscienza, gli uomini rianimati invece risultano del tutto incontrollabili e solamente aggressivi.

Dopo un incidente, alcuni soldati sono costretti a intervenire in un laboratorio in cui si lavora alla rianimazione di cadaveri, ma per errore una persona contagiata dal virus riesce ad uscire dall’edifico e si rifugia nel Rhino, uno strip club adiacente al laboratorio, diffondendo il contagio tra le spogliarelliste. Inizialmente in preda al panico, Ian, il proprietario del locale, si rende poi conto che il pubblico apprezza molto le esibizioni delle ballerine zombie e cerca di lucrare sulla situazione, malgrado i morti crescano vistosamente di numero.

zombie strippers

Ci sono dei film per i quali si deve essere assolutamente predisposti alla visione, film che avrebbero bisogno di un avviso in apertura che avverte lo spettatore dell’immane stupidaggine che si appresta a guardare. Zombie Strippers! è uno di questi film ma, per nostra fortuna, il solo titolo è ben denotativo…già perché il film di Jay Lee offre esattamente quello che il titolo promette: zombie e spogliarelliste, dunque sangue e nudità a volontà!

Ma Zombie Strippers! non fa parte di quel marasma di produzioni che vengono affossate dal ridicolo involontario e dal dilettantismo precoce, è piuttosto una stupidaggine realizzata con intelligente compiacimento e con grande brio, uno di quei film che si seguono dall’inizio alla fine con un sorrisetto stampato sulle labbra, uno di quei film che una volta terminati si sarebbe disposti a guardare volentieri una seconda volta.

zombie strippers

Jay Lee, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia di questo adorabile trash, mette immediatamente le mani avanti e fin dal prologo dimostra le proprie intenzioni gettando subito lo spettatore in un contesto buffonesco, volutamente sopra le righe e palesemente dedito allo scherno. Quello che sembra il bersaglio privilegiato è il governo Bush, dal momento che già nel prologo in stile finto notiziario si prende in giro la politica guerrafondaia dell’ex Presidente degli Stati Uniti, qui al suo quarto mandato (!!!) e affiancato alla vicepresidenza da Arnold Schwarzenegger. Il film, nella sua prima parte, è costellato da battute satiriche piuttosto divertenti rivolte alla desacralizzazione del governo e dell’esercito, ma dopo il minimo indispensabile di ironia “tagliente” e una contestualizzazione utile a caratterizzare luoghi, spazi ed eventi, si imbocca immediatamente la strada dello spettacolino per soli uomini. E così, una volta entrati nel Rhino, si può assistere a una lunga serie di spogliarelli più o meno integrali che vedono protagoniste statuarie ragazzone preferibilmente siliconate capeggiate dall’ex superstar del porno Jenna Jameson.

zombie strippers

Questa dello striptease e delle lap dance è la parte più statica (narrativamente parlando) e ripetitiva del film che ne rappresenta un po’ il suo centro, fino all’entrata in scena delle zombie strippers, che continuano a spogliarsi come mai nessuno avrebbe immaginato che uno zombie potesse fare, ma portano in scena anche tanto splatter e azione. Da questo momento in poi Jay Lee sembra voler replicare la lezione impartita da Rodriguez con il capolavoro Dal tramonto all’alba, mostrando un gruppo di carismatici umani asserragliati in un locale notturno insieme ad un branco di mostri, con tanto di scontri “epici” ed effettacci splatter eccessivi.

Anche se Lee non raggiunge la perfezione rodrigueziana, soprattutto per evidenti carenze professionali e per una messa in scena vistosamente povera, riesce comunque a svolgere un buon lavoro e tra efficaci smandibolamenti, evirazioni a morsi, siparietti demenziali e palle da ping-pong (prima) e da biliardo (dopo) sparate dalla vagina, c’è davvero da divertirsi.

zombie strippers

Nel cast, oltre alla ultra pubblicizzata e dimagrita Jenna Jameson, compare il veterano Robert Englund in un ruolo molto simile a quello da lui interpretato nell’episodio della prima stagione di Masters of Horror La danza dei morti, ma a differenza del blando film di Hooper, qui Englund ha la possibilità di scatenarsi a dovere e il suo viscido e avido proprietario del Rhino è forse una delle sue migliori interpretazioni “originali” dai tempi di The Mangler.

Quello che rappresenta il limite di Zombie Strippers! è probabilmente proprio l’inesperienza (o incapacità…fate voi) di Jay Lee a gestire tutto da solo, un lavoro decisamente troppo grande per lui. La regia non ha particolari tocchi di personalità, anzi spesso appare insicura e goffa, soprattutto nelle scene d’azione; la sceneggiatura, a parte l’interessante e originale contesto di partenza e alcuni dialoghi brillanti, risulta sgangherata nell’evoluzione narrativa fino ad un finale decisamente approssimativo. Perfino alcuni eccessi di demenzialità sarebbero potuti essere meno beceri, su tutti i brutti effetti di accelerazione cartoonesca malamente attribuiti alle esibizioni delle zombie strippers.

Ma alla fine, di fronte a un film decisamente “irresistibile” come questo, si può anche soprassedere ai comunque evidenti difetti, spegnere il cervello e dimenarsi come in un cartoon di Tex Avery.

Sono zombie! Sono spogliarelliste! Sono spogliarelliste zombie!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • L’idea è bizzarra e condotta con coerenza.
  • Robert Englund in uno dei migliori ruoli dai tempi di The Mangler.
  • Splatter e tette… cioè, non aggiungerei altro!
  • La regia è goffa e dilettantesca.
  • Alcune soluzioni visive sono davvero brutte.
  • La prima metà è ripetitiva.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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