All Is Lost – Tutto è perduto, la recensione

Il produttore Neil Dodson racconta che quando ha incontrato il regista e sceneggiatore J.C. Chandor per discutere del progetto All Is Lost ha ricevuto un fascicoletto di circa trenta pagine. Lo ha cominciato a sfogliare annuendo e poi ha chiesto a Chandor quando gli avrebbe dato l’intera sceneggiatura, ricevendo come risposta che era proprio quella l’intera sceneggiatura del film!

Dovete sapere che negli Stati Uniti uno script standard per un film di circa due ore è di centoventi pagine all’incirca, mentre quello di All Is Lost era composto semplicemente da un insieme di descrizioni senza alcun dialogo. La particolarità di questo progetto, che comprende un solo attore in scena per l’intera durata della vicenda e nessun tipo di dialogo, ha destato la curiosità del produttore che ha accettato di “imbarcarsi” in quest’avventura.

Il primo passo da effettuare era quello di trovare l’attore giusto per un ruolo di questo tipo, particolarmente impegnativo e fisico. Chandor ha proposto Robert Redford per interpretare il personaggio senza nome che sullo script era indicato come “il nostro uomo” e Dodson, con un piglio di sarcastico scetticismo gli disse “Quando riceverà quel copione di 30 pagine lui potrà dire solo una di queste due cose: ‘Diavolo si, è formidabile!’ oppure ‘Per quale motivo al mondo dovrei fare una cosa simile? Non ho niente da provare per sottopormi a tutto questo!’”. Redford diede la prima delle due risposte.

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Questo piccolo aneddoto estrapolato dal pressbook del film di Chandor rende sufficientemente l’idea della validità e allo stesso tempo della particolarità di All Is Lost – Tutto è perduto, uno di quei film che riescono a lasciare realmente il segno nello spettatore. Più che un film nel senso classico della definizione, All Is Lost è un’esperienza, una di quelle opere che chiedono la completa attenzione e immedesimazione da parte di chi sta guardando, cosa che comunque non è affatto difficile da avere, dal momento che le vicende di questo “povero cristo” alle prese con il mare sono realmente appassionanti e si riesce a provare facilmente una grande empatia verso di lui.

Le premesse potrebbero creare qualche resistenza nello spettatore “tipo” che si approccia al film, perché sapere che per 105 minuti vedrà in scena un solo attore e che il film è praticamente muto (a parte un’imprecazione dello stesso protagonista contro la furia degli elementi) non invoglia troppo a immergersi in quest’avventura. Eppure All Is Lost è fenomenale, un film davvero avvincente e partecipativo, sperimentale nel suo concept eppure rassicurantemente classico nella messa in scena.

La storia – che contro tendenza non è tratta da un fatto realmente accaduto – ci racconta l’incredibile odissea di un uomo anziano che si vede costretto a passare otto giorni d’inferno in mezzo all’Oceano Indiano. Il film inizia, infatti, con un brusco risveglio mattutino, quando il protagonista di rende conto che la sua barca a vela sta raccogliendo acqua a causa di un container abbandonato nel mare che l’ha ancorata danneggiando lo scafo. Da questo momento in poi, per l’uomo è solo un accumulo di sventure e difficoltà che culminano con una spaventosa tempesta dalla quale sarà davvero arduo uscire incolumi.

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J.C. Chandor, che è al suo secondo lungometraggio dopo il thriller con Kevin Spacey Margin Call, decide di raccontare con estremo realismo il senso di difficoltà che avvolge quest’uomo e la sua enorme tenacia nel trovare una soluzione a tutto e sopravvivere. Un racconto che da la sensazione di vivere in tempo reale l’avventura (anche se non è così, visto che l’azione è diramata in otto giorni), di star lì su quella barca a vela a combattere la salsedine, la pioggia, la fame, la sete e i pericoli del mare. Robert Redford è un mostro di bravura, uno di quegli attori capaci di fare realmente la differenza e senza il quale, probabilmente, il film non sarebbe stato lo stesso. Nessuna parola, nessun modo di relazionarsi con terzi, solo una incredibile espressività e una prova fisica che farebbe esitare qualsiasi attore di quasi 80 anni di età.

Scegliendo di raccogliere la spettacolarità di La tempesta perfetta e unirla al disperato realismo di Open Water e all’emotività di Vita di Pi, All Is Lost è un film riuscito sotto tutta la linea. La conferma della grandezza di un attore e un motivo più per temere il mare… almeno al cinema.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Malgrado il minimalismo della vicenda, il film non annoia mai.
  • Robert Redford magnifico!
  • Vicenda avvincente e appassionante.
  • Volendo trovare il pelo nell’uovo, un dieci minuti in meno non avrebbero guastato.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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