Ballerina, la recensione dello spin-off di John Wick con Ana de Armas

20 milioni di budget e un incasso globale di quasi 87 milioni di dollari. Quello che nel 2014 era riuscito a fare quel poco pubblicizzato revenge-movie d’azione che rispondeva al titolo di John Wick non poteva passare inosservato. Da quel momento, il personaggio creato da Derek Kolstad e interpretato da Keanu Reeves è diventato una vera e propria gallina dalle uova d’oro per Lionsgate e 87Eleven Productions, oltre che insospettabile nuovo turning point nella storia del cinema d’azione internazionale. John Wick 2 nel 2017 ha raddoppiato gli incassi, John Wick 3 – Parabellum (2019) ha guadagnato addirittura 330 milioni worldwide, per non parlare del quarto film che ha totalizzato la cifra record di 440 milioni.

Ora si è praticamente aperto un mondo e si parla di “Universo John Wick” con una miniserie prequel – The Continental – andata su Prime Video nel 2024 e ora l’uscita al cinema di Ballerina, spin-off ambientato tra la terza e la quarta avventura della saga madre, in attesa di un ulteriore spin-off sul personaggio interpretato da Donnie Yen in John Wick 4 e una serie d’animazione di futura realizzazione.

Ci concentriamo qui su Ballerina – Dal mondo di John Wick, curioso midquel oltre che spin-off, dalla produzione insolitamente travagliata (2022-2024), ma dal risultato assolutamente coinvolgente, che arriva nei cinema italiani dal 12 giugno 2025 distribuito da 01 Distribution e Leone Film Group.

Figlia di un sicario ribelle, Eve Macarro assiste da bambina all’omicidio del genitore e viene subito dopo adottata da Ruska Roma, un’organizzazione di assassini con sede in Bielorussia capeggiata dalla misteriosa Direttrice e legata all’Alta Tavola. Passano dodici anni, nel corso dei quali Eve diventa una ballerina provetta e viene istruita da Ruska Roma per essere un sicario infallibile, specializzata nella protezione di obiettivi sensibili. Ma in tutti questi anni, Eve cova una grande sete di vendetta: con l’intento di trovare e uccidere il responsabile della morte di suo padre, la ragazza finisce per violare una tregua centenaria e mettersi contro la sua stessa organizzazione, che le sguinzaglia contro il più infallibile dei sicari, il leggendario John Wick.

Per dirigere l’azione al femminile nel mondo di John Wick viene chiamato in cabina di regia l’uomo che ha creato una delle più riuscite eroine d’azione di inizio anni Duemila, Len Wiseman, regista dei primi due film della saga di Underworld, sceneggiatore e produttore di tutti gli altri capitoli, e quindi creatore della tostissima Selene di Kate Beckinsale.

Nonostante il mondo del cinema d’azione sia costellato da eroine, tostissime donne pronte a menar le mani, che dai tempi di Barbarella, Ellen Ripley e Sarah Connor riempiono gli schermi di affascinanti e carismatici personaggi, ora Ballerina è finito nelle mire del movimento Incel, accusato di fare girlwashing su una saga “mascolina” come quella di John Wick. Ovviamente parliamo di una corrente di pensiero pregiudizievole e priva di qualsiasi competenza critica, perché uno dei pregi maggiori di un film come Ballerina è il realismo. Ovviamente un “realismo” da virgolettare, visto che stiamo parlando di una saga che di realistico ha ben poco, ma c’è stata molta accortezza nel coreografare l’azione che ha per protagonista Eve, una combattente affatto infallibile, spesso in difficoltà in scontri con avversari uomini più grossi e forti di lei, a conti fatti con più colpi subiti che sferrati.

Un’attenzione alle dinamiche di combattimento che si unisce alla prevedibile spettacolarità dell’azione, così da tener testa a una saga action-estrema che ha fatto degli scontri corpo a corpo e a fuoco un ormai indelebile punto di paragone. Ma a differenza di John Wick 3 e 4, che adottavano uno stile felicemente pornografico per la messa in scena dell’azione, Ballerina torna con i “piedi per terra” rifacendosi alle dinamiche dei primi due capitoli con Keanu Reeves. Le scene d’azione sono molto frequenti, spettacolari e coreografate in maniera molto elaborata, ma durano meno privilegiando la varietà all’intensità.

In questo caso, Wiseman e gli stunt-coordinator cercano di colmare una lacuna della saga, ovvero l’aspetto dinamitardo e pirotecnico dei combattimenti. Eve, infatti, sembra avere una predilezione particolari per gli esplosivi e una divertentissima sequenza in un negozio d’armi di Praga mette al centro dello scontro proprio l’uso improprio di bombe a mano. Ma la scena madre di tutte le scene madri è tra le strade buie e innevate di un piccolo borgo in Austria, dove la nostra Eve imbraccia un lanciafiamme prima di sfidarsi a duello con un altro lanciafiamme.

A dar volto e corpo a Eve Macarro c’è Ana de Armas, tra i giovani talenti di Hollywood che possiedono una bellezza pari alla bravura, una scelta praticamente perfetta per il personaggio e per il tipo di film chiamato a interpretare dal momento che quel cammeo in 007 – No Time to Die aveva già fatto fantasticare (e innamorare) tanti spettatori, con la speranza di poterla trovare come protagonista di un film d’azione. C’è da dire, però, che a livello di scrittura lo sceneggiatore Shay Hatten fa un passo indietro perché si passa da un personaggio carismatico ma molto anomalo come John Wick (stanco, pessimista, che agisce per vendetta di un… cagnolino), a un personaggio molto più canonico come Eve Macarro, coraggiosa, vitale, determinata e mossa da una sete di vedetta che potremmo definire molto standard.

Consapevoli che fare un film della saga di John Wick senza John Wick sarebbe potuto essere un suicidio produttivo, i produttori Chad Stahelski, Erica Lee e Basil Iwanyk hanno fortemente voluto Keanu Reeves nel film. Non è chiarissimo in che momento il sicario John Wick abbia trovato il tempo di questa missione alle costole di Eve, visto che l’azione tra John Wick 3 e 4 è praticamente consequenziale, ma John Wick c’è e anche più di quanto si potesse prevedere.

Per il resto, tornano diversi volti noti, come il drettore del Continental Wilson interpretato da Ian McShane, la Direttrice interpretata da Anjelica Huston e il fidato Charon del compianto Lance Reddick; insieme a loro alcuni volti nuovi, soprattutto il diabolico Cancelliere di Gabriel Byrne, l’implacabile Lena interpretata da Catalina Sandino Moreno e il misterioso Daniel Pine di Norman Reedus, personaggio inserito in corsa con delle riprese aggiuntive realizzate da Chad Stahelski.

Nel complesso, dunque, Ballerina convince nonostante si cominci ad avere la percezione di un’eccessiva mungitura di quella vacca grassa di nome John Wick. Il film di Len Wiseman, però, presenta una certa freschezza e personalità, un’ottima gestione dell’azione e una grande attrice protagonista, tutti elementi che consentono a Ballerina di danzare sulle proprie solide gambe.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ana de Armas.
  • Il (relativo) realismo dell’azione.
  • Le spettacolari sequenze d’azione.
  • Fa incazzare gli incel.
  • Personaggio principale meno carismatico in confronto a quello della saga madre.
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