Blood e In the Fire: Michelle Monaghan e Amber Heard protagoniste di due horror distribuiti da Blue Swan Entertainment

Da ormai diverso tempo a questa parte, Blue Swan Entertainment si è posta come label specializzata nel portare in home video un certo cinema di serie-b capace di spaziare tanto nei generi quanto nei toni. Film d’azione (con un occhio di riguardo per molto cinema asiatico), thriller dallo sguardo autoriale, film di fantascienza minimali così come genuini film dell’orrore. Ogni mese la Blue Swan Entertainment porta sul mercato casalingo un discreto numero di film e tra questi, spesso e volentieri, si annidano delle autentiche chicche a cui andrebbe decisamente prestata attenzione. Tra le più recenti uscite appartenenti al genere horror vogliamo segnalare l’autoriale Blood di Brad Anderson (Session 9, L’uomo senza sonno), interpretato dalla bravissima Michelle Monaghan, e il demoniaco In the Fire interpretato da Amber Heard e prodotto dagli italiani Andrea Iervolino e Monica Bacardi. Entrambi i film sono disponibili da qualche settimana con Blue Swan Entertainment e Eagle Pictures solamente in edizione DVD.
Blood.
L’infermiera Jess (Michelle Monaghan) sta attraversando un periodo molto difficile: dopo aver avuto un trascorso da farmacodipendente che l’ha condotta a separarsi dal marito Patrick (lo Skeet Ulrich di Scream), adesso deve riorganizzare tutta la sua vita: accettare la fine del suo matrimonio e capire come crescere da sola i suoi due figli, Owen e Tyler. Jess crede che la cosa migliore da fare sia abbracciare un restart totale della sua vita e così decide di lasciare la città e trasferirsi, con i due figli al seguito, nella vecchia casa di campagna della zia dove ha trascorso la sua infanzia.
Poco dopo l’arrivo nella nuova casa, il piccolo Owen si avventura insieme al suo cane alla scoperta della campagna circostante e poco distante dalla dimora si imbatte in una zona boschiva desolata e desolante: un appezzamento di terra arido al cui centro domina un sinistro albero secolare che sembra avere sin da subito una strana influenza sull’animale. Qualche ora dopo, infatti, il cane di Owen impazzisce e morde il suo padrone. Per Jess e per la sua famiglia è l’inizio della fine. Dopo essere stato morso dal suo cane, Owen inizia pian piano a trasformare il suo carattere: perde l’appetito, diventa debole e l’umore si fa sempre più scostante. La sola cosa che sembra farlo stare bene è ingerire del sangue umano. Spaventata per la situazione, Jess cercherà di affrontare questa strana malattia del figlio a modo suo.
Nei primissimi anni duemila Brad Anderson sembrava un nome da tenere assolutamente d’occhio. Dopo l’angosciante e applaudito Session 9, infatti, il filmaker americano aveva dato conferma del suo talento dirigendo Christian Bale ne L’uomo senza sonno, film accolto magnificamente da pubblico e critica tanto da diventare presto un piccolo cult del thriller psicologico.
Poi, improvvisamente, il buio. La carriera di Anderson è andata avanti ininterrottamente, ed è stata anche piuttosto prolifica, ma il regista ha finito per essere completamente fagocitato dalla serialità televisiva, perdendo appeal agli occhi del pubblico. Le sue incursioni cinematografiche sono state poche e tutte passate per lo più inosservate (possiamo citare giusto il buon Transsiberian o il poco incisivo Vanishing on 7th Street).
Dopo il netflixiano Fractured (2018), con Blood Brad Anderson torna alla regia di un lungometraggio e lo fa con un dramma famigliare che, a poco a poco, scivola sempre di più verso il genere horror.
Pur avendo diverse frecce nel proprio arco, come un cast di livello e qualche angosciante suggestione che scaturisce proprio dalla presenza dell’albero secolare capace influenzare le menti di coloro che ne vengono a contatto, Blood è un film che non convince fino in fondo. Vedendo il film, infatti, si ha spesso una fastidiosa sensazione di smarrimento dettata da una scrittura incerta, disorientata, come incapace di scegliere la giusta via da perseguire. Si potevano prendere tante strade stimolanti, persino originali, e invece Blood sceglie la via più risaputa e banale raccontandoci questa ennesima variante del vampirismo con una madre che, di nascosto a tutti, sceglie di prendersi cura del figlio malato. Una struttura narrativa già battuta tantissime volte come nell’inedito Grace di Paul Solet (2009) o nel più recente Son di Ivan Kavanagh (2021) con cui Blood condivide fin troppe suggestioni.
In the Fire.
La storia raccontata da In the Fire prende il via dall’arrivo in paese della dottoressa Grace (Amber Heard), una psichiatra americana giunta in Colombia in seguito alla richiesta d’aiuto di una donna che le ha scritto spiegandole la difficoltà che aveva a relazionarsi con suo figlio Martin. Giunta nella fattoria dei Marquez, però, Grace scopre che la donna è morta proprio in un incidente causato da Martin e si scontra con l’ostilità di suo padre Nicolas (Eduardo Noriega) e quello dei paesani, che sembrano come assoggettati al pensiero di Padre Gavira che vede in Martin una creatura diabolica e la causa delle calamità che si stanno abbattendo sulla comunità. Ma Grace non si arrende, riesce a guadagnarsi la fiducia di Nicolas e inizia a studiare Martin, convinta che il suo malessere abbia una spiegazione razionale e scientifica. Eppure, il bambino inizia a manifestare un comportamento sempre più sospetto e difficilmente spiegabile dai principi della medicina.
Prodotto da Andrea Iervolino e Monica Bacardi (e già questo dovrebbe farci suonare qualche campanello d’allarme) e girato quasi interamente in Puglia, In the Fire si inserisce molto timidamente nel mare-magnum dei prodotti thriller che ruotano attorno a un bambino malvagio (o presunto tale) che è dotato di poteri soprannaturali. Di film appartenenti a questo mini-filone ne abbiamo visti e ne stiamo vedendo davvero in abbondanza, ma la particolarità di In the Fire sta nel fatto che il regista Conor Allyn cerca di sottrarsi in tutti i modi ai cliché che popolano questo codificatissimo filone, anzi, sembra proprio voler prendere le distanze il più possibile dal cinema di genere, orientandosi maggiormente verso temi e atmosfere da dramma storico.
Se da una parte questa scelta può far la differenza, dall’altra relega pericolosamente il film in un limbo senza pubblico: In the Fire ha tutti gli elementi del genere fantastico, a tratti anche votati al trash, per poter realmente interessare un pubblico più predisposto al dramma storico “serio”, ma allo stesso tempo è intento a darsi un tono e troppo lontano dal linguaggio del cinema di genere per conquistare il pubblico più appassionato di thriller/horror.
Metteteci pure che In the Fire è ben lontano da essere un film di qualità, con una scrittura davvero acerba (sceneggiatura di Silvio Muraglia, Pascal Borno e Conor Allyn) e piena di ingenuità, tanto nei dialoghi quanto nel crescendo drammatico della vicenda.
Davvero troppo lento a carburare, privo di un climax soddisfacente, risvolti prevedibili e cadute nel ridicolo involontario, il primo film della rinascita professionale di Amber Heard di certo non può considerarsi riuscito.
L’edizione DVD di Blood e In the Fire.
Come ampiamente detto in apertura, la linea editoriale di Blue Swan Entertainment è decisamente interessante. Vero, spesso e volentieri i film che distribuisce sono discutibili sotto il profilo qualitativo, ma va anche detto che molti di questi film non arriverebbero mai sul mercato italiano se non fosse per loro. E questo non può che fare loro onore. L’unica critica che può essere mossa alla label, però, è quella di curare poco le edizioni home video dei loro prodotti. E questo non si traduce solo in un’esplicita richiesta a stampare i film anche su supporto blu-ray disc (solo 1 titolo su 5 approda in alta definizione), bensì anche a curare un po’ di più le loro edizioni DVD che troppo spesso risultano essere davvero tanto basic.
Sia Blood che In the Fire, infatti, vengono rilasciati sul mercato casalingo solamente in edizione DVD e, in entrambi i casi, si tratta proprio di un’edizione basica che non contiene nulla di più del film. Dunque non aspettatevi contenuti extra o approfondimenti di qualsiasi tipo, nulla, nemmeno il trailer.
Tecnicamente parlando, invece, i due prodotti sono sicuramente accettabili anche se non si sforzano in nessuna maniera di elevare al massimo le potenzialità di un supporto oggettivamente limitato come il Digital Versatile Disc.
Giuliano e Roberto Giacomelli
BLOOD di Brad Anderson
Label: Blue Swan Entertainment e Eagle Pictures
Formato: DVD
Video: 2.39:1
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 / Originale Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano
Extra: Non presenti
IN THE FIRE di Conor Allyn
Label: Blue Swan Entertainment e Eagle Pictures
Formato: DVD
Video: 2.39:1
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 / Originale Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano
Extra: Non presenti
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