Danny Boyle e “28 anni dopo”: l’arte di rigenerare un classico. Il regista a Roma per presentare il film [Video]

Il regista Danny Boyle è tornato a Roma per presentare alla stampa 28 anni dopo (qui la nostra recensione del film), il tanto atteso sequel dei cult horror 28 giorni dopo e 28 settimane dopo. L’incontro si è tenuto l’11 giugno al Cinema Barberini, e nel video che condividiamo in coda all’articolo è possibile rivivere l’integrale conferenza stampa, durante la quale Boyle si è concesso a una chiacchierata a 360 gradi sulla genesi e lo sviluppo di questa nuova opera.

Le influenze e la visione di Boyle

Sin dalle sue prime parole, Danny Boyle ha chiarito come “28 anni dopo” voglia rappresentare una riflessione sul passare del tempo e sulla trasformazione dei miti cinematografici legati al genere zombie. Il regista ha citato una serie di influenze visive e culturali, dal lavoro dei grandi maestri dell’horror fino alla letteratura distopica contemporanea. Questo sequel riflette un mondo cambiato e racconta una realtà devastata e trasformata, ma al tempo stesso carica di nuova speranza e di mistero.

Le tematiche e le metafore

Uno dei punti chiave dell’opera è la metafora sul senso della ricostruzione e sulla rinascita dopo la catastrofe. 28 anni dopo diventa così una riflessione sulla memoria e sulla sopravvivenza, un racconto umano ancor prima che horror. Le immagini dei paesaggi desolati e dei volti dei personaggi trasmettono un senso di vulnerabilità e di fragilità, ma al contempo sono simboli di resilienza e determinazione. Inoltre il film riflette sul post-pandemia creando un parallelismo (estremo) con quello che sarebbe potuto accadere – in chiave distopica – dopo il Covid-19; ma è soprattutto un enorme metafora della Brexit e dell’isolamento voluto dal popolo britannico.

La tecnica visiva e narrativa

Danny Boyle, noto per il suo stile visivo audace e sperimentale, ha rivelato di aver adottato in 28 anni dopo una nuova impostazione visiva, sfruttando tecnologie digitali all’avanguardia e lavorando sulla saturazione dei colori e sulla qualità dei dettagli per trasmettere sensazioni viscerali e coinvolgenti. Le sequenze sono state girate con l’obiettivo di trasportare lo spettatore nel cuore dell’azione, facendolo sentire parte integrante dei personaggi e dei loro drammi.

Uno sguardo sul sequel

Ma la conferenza stampa è stata anche l’occasione per svelare alcuni dettagli sulla seconda parte del racconto, che arriverà prossimamente sul grande schermo. Boyle ha accennato a un ampliamento dei confini narrativi e visivi, con l’introduzione di nuove ambientazioni e personaggi chiave, in grado di arricchire e approfondire la saga. Il regista si è detto entusiasta di continuare ad esplorare questa realtà post-apocalittica e di portare avanti la riflessione sulla natura umana e sulla società.

Vi ricordiamo che il prossimo film si intitola 28 Years Later: The Bone Temple ed è stato diretto da Nia DaCosta (Candyman, The Marvels), previsto in uscita nel primo semestre 2026.

28 anni dopo

28 anni dopo si presenta dunque come un’opera in grado di unire tensione e riflessione, adrenalina e introspezione, segnando un nuovo capitolo importante nel panorama del cinema di genere e confermando Danny Boyle come uno dei registi più audaci e visionari dei nostri tempi.

Vi invitiamo a guardare il video integrale della conferenza stampa, per scoprire dalla viva voce del regista tutte le curiosità e gli approfondimenti legati a 28 anni dopo. Buona visione!

Se non riesci a riprodurlo, clicca qui per guardare il video della conferenza stampa su YouTube.

A cura di Roberto Giacomelli

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