Diva Futura, la recensione

Il settore del porno è tra quelli che muovono in maniera più consistente l’economia mondiale e questo accade da anni, fin da quando tutto si faceva sottobosco. Perché si sa, il sesso vende e tanto. E l’Italia è decisamente tra i maggiori consumatori mondiali di porno, come ha dimostrato uno studio dell’Università di Padova che una decina di anni fa ha scoperto che ben il 78% di giovani italiani è consumatore abituale di pornografia online. A ribadire questa tendenza, nel 2021, anche Pornhub, uno dei maggiori siti porno al mondo capace di capitalizzare miliardi di dollari all’anno, che in un report statistico ha stabilito che l’Italia è tra i maggiori paesi a far traffico sul loro sito, subito sotto gli Stati Uniti, il Giappone e il Regno Unito.

Stiamo parlando di porno online, che oggi occupa la quasi totalità del settore, ma prima che l’hard arrivasse a portata di tutti con un click, l’Italia era comunque in pole position con premiatissime produzioni cinematografiche e per aver dato i natali ad alcune delle più importanti star del settore, anche a livello internazionale, come Moana Pozzi e Ilona Staller. Ma dietro la nascita del porno italiano nella sua accezione più moderna e capitalistica c’è un nome ben preciso, Riccardo Schicchi, e quello della sua agenzia, Diva Futura.

La regista Giulia Louise Steigerwalt, alla sua seconda opera dietro la macchina da presa dopo la dramedy Settembre, ha scelto proprio di raccontare la storia della più importante agenzia di dive dell’hard italiano e del suo fondatore: esce il 6 febbraio nei cinema italiani distribuito da Piper Film Diva Futura.

La storia prende il via nei primi anni ’60 quando il piccolo Riccardo, gracile vittima prediletta dei bulli, veniva educato da suo padre a scoprire la bellezza femminile. Vent’anni dopo, Riccardo metterà in piedi la più importante agenzia, prima romana poi italiana, legata al mondo dell’hard inventando letteralmente il porno all’italiana. Ilona Staller, in arte Cicciolina, e Moana Pozzi contribuiranno al grande successo dell’agenzia che si estenderà nel campo dei locali privé, delle chat-line erotiche e del cinema, promuovendo l’amore libero e la bellezza femminile, sempre con quella pietra angolare dello scandalo che porterà le dive anche a intraprendere una carriera politica. Sarà l’arrivo dell’ungherese Eva Henger a far aprire gli occhi a Riccardo sui tempi che stavano cambiando nella seconda metà degli anni ’90, mentre le condizioni di salute dell’imprenditore cominciavano a vacillare.

Prodotto da Groenlandia di Matteo Rovere, che ormai è una vera e propria certezza nel cinema italiano, Diva Futura è un film particolarmente trasversale perché parla del sesso più spinto senza mai essere davvero mai spinto, parla del costume italiano e di un’epoca ben precisa del Belpaese senza però concentrarsi su nessun evento politico/sociale nello specifico. Perché, essenzialmente, il film scritto dalla stessa Steigerwalt adattando il romanzo autobiografico di Debora Attanasio (Non dite alla mamma che faccio la segretaria) non parla del contesto, ma parla dei protagonisti della sua storia. Uomini e donne come tanti, solo con un pizzico di sfacciataggine in più, e si concentra su persone vere con un vero vissuto facendo la giusta scelta di raccontare coloro che di quell’epoca, di quei costumi, di quella rivoluzione, sono stati testimoni, ma spesso anche fautori.

Il primo atto del film è quello che più si concentra sul contesto pur tenendo al centro del racconto i personaggi; infatti, sono proprio i nomi di Riccardo, Ilona, Moana a sottolineare dei veri e propri capitoli all’interno di questa porzione di film. Lavorando sulle immagini di repertorio con l’innesto degli attori del film (come in Forrest Gump) con un effetto davvero riuscito e divertente, questa prima porzione del film ha un ritmo frenetico e un tono molto pop, ricordando da vicino i lavori di Sydney Sibilia come L’incredibile storia dell’Isola delle Rose o Mixed by Erry. Poi il tono muta, così come gli eventi raccontati richiedono, e il sesso gioioso promosso da Schicchi e le sue performer lascia il passo a storie personali non sempre allegre, anche se l’entusiasmo di Schicchi e la sua personalità sopra le righe è sempre presente.

La morte di Moana, le difficoltà matrimoniali di Riccardo ed Eva, la malattia di Riccardo sono alcuni dei- turning point del secondo e terzo atto, mentre, sullo sfondo, vediamo il panorama pornografico che muta: i cinema per adulti chiudono, internet avanza, la finanza e gli strozzini sono in agguato, i set hard diventano meno sicuri e il porno cerca di soddisfare le perversioni degli utenti invece di raccontare storie e veicolare le fantasie. È la fine di un’epoca, baby, e come tale sono più i dolori che le gioie a riempire i cuori di chi quell’epoca l’ha vissuta.

Si ha la sensazione che Giulia Louise Steigerwalt, a un certo punto, si sia fatta prendere la mano e non sia stata in grado di “scegliere” cosa raccontare. Perché i 130 minuti di film presentano una struttura corale un pochino disordinata cercando di dire tantissimo su tutti. È come se Diva Futura sia, in realtà, una miniserie per Netflix condensata, una corsa nel raccontare il più possibile nel tempo che si aveva a disposizione. Questo non compromette affatto la riuscita del film, che intrattiene ed emoziona come solo le grandi storie sanno fare, ma la sensazione è, appunto, che ci sia troppa carne al fuoco per il tempo che si aveva a disposizione e che si potesse trovare una chiave per raccontare una porzione di quel tutto.

Il punto di vista sulla vicenda, comunque, è intelligentemente quello di Debora Attanasio, la segretaria di Schicchi e autrice del libro da cui il film è tratto, che nel film ha il volto di Barbara Ronchi. Ma il lavoro sul cast è nel complesso davvero molto riuscito perché se Pietro Castellitto è un Riccardo Schicchi perfetto, logorroico e iperattivo, non sono da meno le attrici che lo circondano e che danno corpo ad alcune delle più note personalità dell’hard italiano. Lidija Kordic è Cicciolina, la bellissima Denise Capezza è Moana Pozzi e Tesa Litvan è Eva Henger: nessuna di loro è troppo somigliante alla controparte, ma ognuna di loro la interpreta in maniera credibile e con grande partecipazione.

Pur marcando in maniera a tratti spudorata su un intento celebrativo del fu Riccardo Schicchi, sottolineando solo gli aspetti positivi e gli aneddoti simpatici della sua personalità anche nei risvolti dei numerosi guai con la giustizia che ha attraversato, Diva Futura ha comunque un pregio enorme: conferisce dignità a tutti i suoi personaggi, quei personaggi che in tutti questi anni sono sempre stati trattati come macchiette dall’industria dell’intrattenimento. Ora quei personaggi sono oggetto di upgrade e vengono raccontati soprattutto come persone. Molto interessante anche il modo come viene sottolineata l’ipocrisia che gravitava (e gravita ancora oggi) attorno al mondo del porno, con politici e preti che ne erano grandi consumatori in privato ma combattivi osteggiatori in pubblico, concetto che raggiunge il suo apice nella sequenza dei funerali di Schicchi.

Diva Futura è stato presentato all’81ª Mostra del Cinema di Venezia, ma la versione che uscirà nei cinema il 6 febbraio presenta un montaggio differente, mirato a donare maggior ordine e compattezza all’andirivieni temporale degli eventi.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ci sono dei bravi attori coinvolti, molto ben diretti, che aderiscono perfettamente ai personaggi che interpretano.
  • Il film diverte ed emoziona.
  • Riporta con una certa sagacia la visione di un settore inquadrato in un preciso momento storico.
  • Si percepisce un certo intento di “santificazione” di Riccardo Schicchi.
  • La mole di eventi è eccessiva per il 130 minuti di durata: ne sarebbe venuta tranquillamente una miniserie da 6 episodi.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +1 (da 1 voto)
Diva Futura, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to Diva Futura, la recensione

  1. Fabio ha detto:

    Film che mi interessa assai, recupererò…. PS non sono più tanto giovane ma pornhub lo guardo spesso

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    Valutazione: 4.0/5 (su un totale di 1 voto)
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