El Paraíso: disponibile in DVD l’apprezzato film con Edoardo Pesce

L’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (ovvero quella che si è svolta a settembre 2023) ha visto un film italiano elevarsi al di sopra degli altri: El Paraíso, diretto da Enrico Maria Artale e interpretato da un magnetico Edoardo Pesce. Il film, inserito nella sezione Orizzonti, è stato accolto con estremo entusiasmo tanto da vincere ben due riconoscimenti alla fine della kermesse: premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile a Margarita Rosa de Francisco e il premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura a Enrico Maria Artale. Rimasto in una condizione di limbo per svariati mesi, El Paraíso è arrivato ufficialmente in sala lo scorso giugno sotto il marchio distributivo I Wonder Pictures senza però ottenere la giusta risonanza mediatica. Il film di Enrico Maria Artale è disponibile da poche settimane su supporto fisico DVD grazie ai canali Mustang Entertainment.

Di cosa parla El Paraíso.

Julio Cesar (Edoardo Pesce) è un uomo sulla soglia dei quarant’anni che vive ancora con sua madre (Margarita Rosa de Francisco), una donna colombiana carica di vita ed energia. I due conducono un’esistenza serena benché ai margini della società: hanno una piccola casetta fatiscente sulle rive del fiume, guadagnano quanto basta lavorando per un piccolo spacciatore locale e quasi ogni sera vanno a ballare salsa e merengue in un locale poco distante da casa loro. Non hanno nulla, eppure hanno tutto quello che serve. La loro quotidianità viene tuttavia sconvolta dall’arrivo di Ines, una giovane ragazza colombiana reduce dal suo primo viaggio come “mula” della cocaina. Dopo l’arrivo della ragazza, le dinamiche tra Julio e sua madre iniziano ad incresparsi fino ad abbracciare esibiti inimmaginabili e spingere l’uomo ad intraprendere un drammatico e doloroso viaggio nella sua terra d’origine: la Colombia. 

Un giudizio critico.

Avevamo conosciuto Enrico Maria Artale nell’ormai lontano 2014 quando sul mercato home video arrivò la sua opera prima, Il terzo tempo, un interessante dramma sportivo interpretato da un allora poco più che esordiente Lorenzo Richelmy e dallo stesso Edoardo Pesce. Il film passò decisamente inosservato ed Enrico Maria Artale, di lì a breve, venne fagocitato da alcune importanti produzioni seriali che lo hanno voluto alla regia di alcuni episodi della serie Romulus o della miniserie Django.

Di fatto, dunque, El Paraíso è la sua opera seconda, nonché il suo vero film-battesimo nei confronti dell’industria cinematografica italiana. 

Al suo secondo film Enrico Maria Artale si mostra molto ambizioso e si “sporca le mani” con un film dal sapore fortemente autoriale e recitato in doppia lingua: italiano e colombiano. Il film di Artale ha sicuramente del fascino, nessuno lo vuole o lo può negare, soprattutto per merito di due protagonisti in assoluto stato di grazia. Se è vero che Margarita Rosa de Francisco (famosissima attrice, cantante e conduttrice colombiana) è un’autentica scarica elettrica all’interno della narrazione e se ne sono tutti accorti (soprattutto a Venezia), bisogna dare il giusto merito anche ad Edoardo Pesce che offre anima e corpo a questo film, dimostrando che quello di Julio Cesar è un ruolo in cui si riconosce e a cui crede davvero molto, così da offrire una performance sofferente che sa farsi anche tanto fisica.

Tuttavia El Paraíso è ostacolato da un grande problema. Un problema che, paradossalmente, non è tanto figlio di questo singolo film bensì del moderno cinema d’autore italiano. 

Nel cinema d’autore contemporaneo, infatti, possono tranquillamente cambiare i nomi dei registi e quello degli sceneggiatori (che spesse volte, come in questo caso, coincidono) ma il film resta sempre lo stesso. Da ormai diversi anni a questa parte, infatti, si respira una profonda e preoccupante omologazione tra i prodotti audiovisivi che vengono considerati d’autore. Un’omologazione che avvolge questi prodotti a 360°, dunque sia sotto il profilo narrativo che quello più strettamente legato alla messa in scena.

Per essere considerato d’autore, infatti, sembra che ogni film debba necessariamente essere ambientato in periferia, all’interno di case sgarrupate e deve per forza riguardare storie di malavita/droga (mostrando però il lato umano di questi criminali che sono solo gente ai margini). Non è necessario avere una storia, anzi, la storia è quasi un ostacolo di serie b: la narrazione è ridotta perciò a un mero pedinamento del protagonista, un lunghissimo e minuzioso sguardo nella quotidianità del nostro (anti)eroe.

Anche lo stile registico ormai insegue l’omologazione. Nella speranza di ibridare il neo-realismo (che però aveva uno stile registico asciutto e rigoroso, eh!) al moderno linguaggio dei report televisivi, lo sguardo dei nuovi autori italiani è quasi sempre devoto alla macchina a spalla: inquadrature nervose, sgrammaticate e sporche, con una macchina che tende sempre a seguire di spalle il protagonista per sottolineare questo voler entrare nella sua vita facendoci dimenticare qualsiasi artificio scenico.

Ne potremmo elencare a tonnellate di moderni film italiani d’autore che aderiscono a questo schema. Anzi, a questo format. Ed è un peccato, questo, perché così facendo ci si domanda sempre più spesso dove sia l’autore all’interno di questo meccanismo narrativo. Possibile che la creatività dei giovani registi – che non dovrebbe avere limiti e freni – sia davvero così tanto standardizzata che non ci permette più di riconoscere un regista rispetto all’altro?

Non a caso, infatti, El Paraíso alza realmente la testa solo nell’ultimo atto del film, quando finalmente avviene qualcosa e la narrazione inizia ad abbracciare una storia da seguire. Gli ultimi venti minuti di film sono potenti, efficaci, e fanno persino male allo spettatore. Peccato, appunto, che siano solo gli ultimi minuti di film e che arrivino dopo un’interminabile prima parte che vaga a vuoto, con questo stucchevole piglio documentaristico, alla ricerca di un realismo periferico che ormai sa davvero di vecchio.

Il DVD di El Paraíso.

I Wonder Pictures e Mustang Entertainment uniscono le forze per portare in home video El Paraíso ma, purtroppo, preferiscono voltare le spalle all’alta definizione ed editare il film solamente su supporto DVD.

Abbiamo più volte espresso il nostro dissenso verso questa tipologia di scelta perché, nel 2024, privare un film moderno della possibilità di essere visto così come è stato pensato è davvero uno smacco nei confronti della settima arte. Ma ce ne dobbiamo fare una ragione, purtroppo.

Il DVD messo sul mercato da Mustang Entertainment è sicuramente valido ma, per quanto possa essere buono, è comunque ostacolato da limiti tecnici che sono propri del supporto. Dunque il quadro video deve rifugiarsi inevitabilmente in un’immagine ben contrastata e ben calibrata nella saturazione colore, però debole nella qualità del dettaglio visivo (un limite che in questo film si fa sentire abbastanza visto l’uso continuo della macchina in movimento). Il reparto sonoro, invece, si limita ad offrire un ascolto in italiano Dolby Digital 2.0. 

I contenuti extra, seppur presenti, sono abbastanza ridotti all’osso: un backstage di 11 minuti con interviste al cast tecnico e artistico e il trailer del film.

Giuliano Giacomelli

EL PARAÍSO di Enrico Maria Artale

Label: I Wonder Pictures e Mustang Entertainment

Formato: DVD

Video: 16/9 – 1.37:1 Anamorfico

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0 

Sottotitoli: Italiano (quando presenti dialoghi in altra lingua)

Extra: Backstage, Trailer

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