Follemente, la recensione della nuova commedia surreale di Paolo Genovese

Eros, Romeo, Valium e Professore. Costantemente arrapato il primo, tenero e sognante il secondo, cinico e paranoico il terzo ed estremamente razionale l’ultimo. Ma ci sono anche la sensuale e istintiva Trilli, la dolce Giulietta, la determinata Alfa e la ribelle e imprevedibile Scheggia. Non sono otto persone reali, bensì le personalità che vivono nella mente di Piero e di Lara, entrambi single, reduci da brutte esperienze relazionali ma ora decisi a rimettersi in gioco sentimentalmente. Quando Piero accetta l’inaspettato invito a cena a casa di Lara, tutto lascia immaginare una notte di sesso e divertimento. Ma quando i due si ritrovano faccia a faccia si scoprono impacciati e goffi, si incartano di continuo. Si piacciono da morire ma non riescono a trovare le parole giuste, anzi i pensieri giusti, per confessarsi a vicenda. Anzi, non riescono a confessarlo nemmeno a loro stessi. Si, perché come in ogni primo appuntamento, nella loro testa regna il caos, generato proprio da tutte quelle personalità che non smettono mai di parlare nelle rispettive teste, dando consigli giusti o sbagliati. Piero e Lara, nel corso della sera, dovranno trovare il modo di mettere a tacere tutti quei pensieri discordanti e trovare un punto d’incontro per trasformare quell’improbabile cena in un vero primo appuntamento. Il loro primo appuntamento.
Se c’è un regista di commedie italiane che attualmente vale la pena tenere davvero d’occhio, quello è senza ombra di dubbio Paolo Genovese. Piaccia o non piaccia.
Dopo un inizio di carriera poco entusiasmante, con film anche di successo ma dalla personalità anonima (si pensi a La Banda dei Babbi Natale ma anche al dittico Immaturi e Immaturi – Il viaggio), a cui poi sono seguite commedie di valore ma comunque poco incisive sotto il profilo artistico (Una famiglia perfetta e Tutta colpa di Freud), è nel 2016 che Paolo Genovese ha individuato la chiave di volta della sua cifra stilistica che gli ha fatto compiere quel salto di qualità e che lo ha posto in una posizione di vantaggio rispetto a moltissimi suoi colleghi commedianti.
Ponendosi la banalissima domanda “cosa nascondiamo nel nostro smartphone?” Paolo Genovese è riuscito, con Perfetti sconosciuti, a dare vita ad una commedia concettuale che ha saputo fare breccia nel cuore di tutto il mondo. Il 15 luglio del 2019, Perfetti sconosciuti è entrato nel Guinnes dei primati come il film con più remake in assoluto nella Storia del cinema (ben 27 remake in data 2024) e, secondo un sondaggio indetto dal Corriere della Sera, il film di Genovese è stato eletto come il più bel film italiano degli anni ‘10. Insomma, un successo davvero senza pari!
Dal 2016 in poi la carriera di Genovese ha saputo prendere una piega originale, assolutamente interessante anche nei suoi lavori meno riusciti, poiché da quel momento il regista romano ha sposato la missione di far traghettare la commedia all’italiana – da sempre molto ancorata al passato o a modelli eccessivamente nazional-popolari – verso una dimensione rigorosamente internazionale, sempre concettuale, in cui la bontà della scrittura e la capacità degli interpreti deve trovare anche il giusto dialogo con una messa in scena curata che possa donare al genere quel prestigio artistico che spesso manca alle nostre commedie.
Così, dopo il successo inaspettato di Perfetti sconosciuti, abbiamo avuto l’ambizioso The Place (2017), l’intimo Supereroi (2021) e il criticatissimo Il primo giorno della mia vita (2023). Tre film vogliosi di prendere le dovute distanze dalla commedia nuda e cruda a cui Genovese ci aveva abituati (anche se già nel campione di incassi del 2016 si annusa una massiccia aria di cambiamento), tre film più affini al dramma e con toni sottilmente depressivi pronti ad esprimere una certa sfiducia nei confronti del genere umano. Tre film che, tuttavia, non hanno funzionato particolarmente bene al botteghino e che anche in termini di critica non hanno saputo bissare quel film del 2016.
Adesso Paolo Genovese ci riprova con Follemente, una nuova commedia che sembra voler guardare nella direzione di Perfetti sconosciuti più dei precedenti titoli, recuperando ancora una volta una matrice concettuale, affidandosi ad una messa in scena e ad uno stile narrativo dal sapore teatrale e ponendosi una nuova domanda su cui riflettere “Cosa nascondiamo nei nostri pensieri?”.
Tornando perciò a riflettere sul concetto di segreto (non più la SIM del nostro cellulare bensì i pensieri più profondi che risiedono solo ed esclusivamente nella nostra testa), Paolo Genovese sembra mettere in piedi un sequel ideologicamente ideale di Perfetti sconosciuti ma, al tempo stesso, anche un sequel live-action del successo a marchio Disney/Pixar Inside Out.
Si, perché è impossibile leggere la trama di Follemente e vedere già solo il trailer senza pensare al film Pixar. Il concetto di base è praticamente lo stesso ed anche l’immaginario di Genovese sembra muoversi da quello creato nel 2015 da Pete Docter e Ronnie del Carmen. Le quattro personalità che animano la testa di Piero e Lara, infatti, ricordano tantissimo Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura ed esattamente come loro vivono e litigano all’interno di una stanza (la testa dei due protagonisti) influenzando ogni emozione e ogni comportamento del rispettivo essere umano.
Scegliendo come propria cornice l’uscita galante di due adulti, Follemente potrebbe essere inquadrato come un ideale nuovo capitolo del franchise Inside Out in cui, dopo aver raccontato le emozioni che vivono nella testa di una bambina (Riley Andersen) e poi di un’adolescente (sempre Riley in Inside Out 2), si passa a raccontare ciò che accade nella testa di un adulto che, inevitabilmente, ha emozioni/personalità più strutturate e figlie comunque di un’esperienza passata che non può fare a meno di condizione le nostre scelte presenti e future.
Con buona pace di Paolo Genovese e dei suoi sceneggiatori, che sostengono di non aver avuto influenze dal film Disney/PIxar poiché il soggetto di Follemente risale a prima dell’uscita di Inside Out (e noi vogliamo anche crederci!), il paragone con il franchise animato è e sarà per sempre inevitabile ma ciò non significa che tutto debba per forza esaurirsi a questo confronto. Assolutamente no, perché a prescindere da tutto, Follemente è un ottimo film che riesce comunque a vivere di vita propria inserendosi alla perfezione nel percorso artistico intrapreso da Genovese in questi ultimi anni.
Muovendosi intelligentemente nella comfort-zone della rom-com, che poi è il palcoscenico che da sempre predilige il regista, Follemente è una commedia sofisticata e molto moderna che adopera a proprio vantaggio tutti gli stereotipi che da sempre appartengono al binomio uomo/donna per riuscire a fare comicità in modo arguto, mai scontato, con delle punte di brillantezza che raramente si incontrano nelle moderne commedie italiane.
Il film, proprio come il modello Disney, si regge su un continuo botta e risposta tra dentro e fuori. Ovvero tra il mondo tangibile di Piero e Lara e quello introspettivo legato alle personalità dei due. Un confronto che genera continue situazioni di causa ed effetto, dove i battibecchi tra le personalità influenzano le risposte di Piero e di Lara o in cui le azioni inaspettate dei due generano scompiglio e panico tra le varie personalità. Insomma, una struttura narrativa davvero atipica per la commedia nostrana e che per funzionare aveva bisogno per forza di una scrittura agile e frizzante. Così è stato, fortunatamente, perché lo script di Follemente ha un dinamismo perfetto che punta moltissimo sullo sketch ma senza mai trascurare quella compattezza di base utile a rendere il film bello e non solo divertente grazie alla battuta giusta inserita nel momento giusto.
Inutile girarci troppo attorno: se Follemente funziona il merito è, soprattutto, di un cast pazzesco che, pur non essendo particolarmente ricercato (i nomi sono sempre quelli, c’è poco da fare) appare qui molto più affiatato di tantissime altre volte e tutti gli attori in scena riescono a mostrare tra di loro una chimica assoluta capace di rendere reali e credibili anche le situazioni più surreali e al limite del cartoonesco (come il bellissimo momento musicale che, nella sua semplicità, ha del geniale).
Se ad interpretare Piero e Lara sono stati chiamati i sempre bravi Edoardo Leo (che sta diventando un po’ il Ben Stiller italiano) e Pilar Fogliati, a dare corpo alle singole emozioni è stato scelto un cast stellare particolarmente azzeccato pur viaggiando molto sul sicuro. A popolare la testa di Piero, infatti, ci sono Claudio Santamaria (Eros), Maurizio Lastrico (Romeo), Rocco Papaleo (Valium) e Marco Giallini (Professore). Nella testa della sognante Lara, invece, troviamo Emanuela Fanelli (Trilli, il personaggio più divertente di tutto il film), Vittoria Puccini (Giulietta), Claudia Pandolfi (Alfa) e Maria Chiara Giannetta (Scheggia).
Il cast, che comprende stelle della nostra commedia che si sono evidentemente divertite durante le riprese, è sicuramente il più grande valore del film (anche e soprattutto in termini commerciali) ma a rendere Follemente una commedia superiore a tante altre ci pensa quel gusto per il Cinema che Paolo Genovese sembra fortunatamente determinato a non voler abbandonare mai.
Il film, infatti, pur avendo un’impostazione teatrale (ancor più di Perfetti sconosciuti) e girato quasi esclusivamente in interni ricreati in studio, riesce ad avere un respiro artistico molto più ampio della media grazie ad un lavoro molto certosino svolto sia dalla bellissima fotografia (firmata da Fabrizio Lucci) che da un incredibile lavoro sulla scenografia ad opera di Massimiliano Sturiale, molto curate e ricercate in ogni singolo dettaglio. E questa è una cosa che si lascia apprezzare molto, anzi moltissimo, nel film di Genovese: la volontà e l’ambizione nel fare cinema, la cura riposta in ogni singolo dettaglio anche lì dove molti altri si sarebbero accontentati vista la presenza di un cast e di una sceneggiatura che fanno già il grosso del lavoro.
La domanda alberga nella mente di ognuno di noi: riuscirà Paolo Genovese, dopo una serie di film che hanno abbracciato risultati modesti, a bissare il successo di quel film che nell’ormai lontano 2016 è riuscito a stupire pubblico e critica? Questo ce lo diranno i botteghini tra un po’ ma di sicuro con Follemente ha piazzato sul mercato una commedia che sa essere moderna e sperimentale, classica e confortevole, e di cui l’attuale panorama italiano dovrebbe andar fiero.
Promosso a pieni voti.
Giuliano Giacomelli
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