Heart Eyes – Appuntamento con la morte, la recensione

San Valentino, la festa degli innamorati, oggi rappresenta un’occasione per far girare l’economia legata a fiori, cioccolatini e cene romantiche, ma non molti sanno che questa festività nasce da una fusione di tradizione cristiana e pagana, la prima legata al sangue, la seconda al sesso.
Secondo la tradizione cristiana, Valentino era un sacerdote vissuto a Roma nel III secolo, durante il regno dell’Imperatore Claudio II. Quest’ultimo aveva vietato il matrimonio per i soldati pensando che gli uomini non sposati potessero essere dei guerrieri più fedeli e valorosi; ma Valentino, contravvenendo alla legge, continuò a sposare clandestinamente i soldati innamorati e per questo fu arrestato e martirizzato, precisamente decapitato, il 14 febbraio, intorno al 270 d.C.
Secondo la tradizione pagana, invece, tra il 13 e il 15 febbraio cadeva una festa romana chiamata Lupercalia. Era dedicata alla fertilità e alla purificazione, in cui si facevano rituali di accoppiamento e orge di buon auspicio per la primavera.
Con il passar del tempo, la Chiesa cristianizzò la data del 14 febbraio per onorare il martire Valentino, trasformandola in una celebrazione dell’amore cristiano e della fedeltà, spogliandola dunque dell’elemento più carnale pagano.
Sesso e sangue, dunque, un’accoppiata perfetta per riassumere gli elementi cardine del cinema horror/slasher. E sarà anche per questo che la data del 14 febbraio è diventata ricorrente nell’horror americano. Il giorno di San Valentino (1981) di George Mihalka, Valentine – Appuntamento con la morte (2001) di Jamie Blanks, San Valentino di Sangue (2009) di Patrick Lussier, solo per citare i più celebri, a cui oggi si va ad unire Heart Eyes – Appuntamento con la morte di Josh Ruben.
Sono ormai tre anni che nel periodo di San Valentino un serial killer, che la stampa ha battezzato The Heat Eyes Killer, miete vittime tra gli innamorati. Ogni anno una diversa città fa da teatro al massacro di San Valentino e quest’anno il killer si è spostato a Seattle, dove prende di mira Ally e Jay scambiandoli per innamorati. In realtà i due ragazzi sono colleghi di lavoro per un’agenzia pubblicitaria che sta preparando una campagna marketing a tema “amore” per una nota gioielleria. Mentre Ally cerca di ingelosire il suo ex-ragazzo sfruttando la presenza di Jay, Heart Eyes Killer fraintende. Inizia così una lunghissima notte per i due ragazzi, durante la quale devono cercare di scampare agli agguati mortali dell’assassino.
Se gli horror di San Valentino su citati sono degli slasher “seri”, Heart Eyes si pone con un tono completamente differente presentandosi principalmente come una commedia.
Eh già… Heart Eyes è una commedia horror e il fatto che tra i produttori e come co-sceneggiatore ci sia Christopher Landon è una perfetta dichiarazione d’intenti. Perché Heart Eyes è scanzonato, divertito e divertente come Auguri per la tua morte e Freaky, anche se non riesce replicare la formula da high concept di questi due titoli. Al contrario, il film diretto da Josh Ruben (regista del brutto A cena con il lupo) non fa nulla per mascherare la sua natura da slasher convenzionale che mette al centro della storia un serial killer mascherato che agisce all’arma bianca e sulla cui identità si può speculare fino ai molteplici colpi di scena del terzo atto. La formula è quella di Scream e il fatto che il ruolo del protagonista è affidato al figlio d’arte Mason Gooding non è un caso, visto che era parte del cast di Scream 5 e Scream 6 e lo vedremo il prossimo anno in Scream 7.
Come è ormai regola dello slasher contemporaneo, il tasso di violenza è altissimo, con alcune morti che sguazzano nello splatter puro, mentre la componente sexy è completamente annullata. Un curioso slancio di puritanesimo che va a ledere uno dei principi fondanti del filone slasher: sesso = morte.
Il look del killer, con maschera munita di occhi a cuoricino stilizzato, è sufficientemente accattivante da risultare iconico; mentre i protagonisti positivi, soprattutto la Ally interpretata da Olivia Holt, ha quella personalità passivo/aggressiva a metà tra Bridget Jones e Andrea de Il diavolo veste Prada capace di catturare l’attenzione. Si nota, infatti, un lavoro abbastanza accurato sulla sceneggiatura e non perché ci sia un intreccio memorabile o chissà quali colpi di scena, ma perché i dialoghi sono brillanti, le dinamiche da commedia funzionano abbastanza bene con diversi momenti genuinamente divertenti, e i personaggi risultano al di sopra della media di quelli di uno slasher standard. È anche vero che il film a più riprese risulta abbastanza scemo e se ci si approccia con l’idea di guardare un VERO horror si potrebbe rimanere fortemente delusi, vista la natura smaccatamente comedy dell’operazione.
In Italia Heart Eyes arriva nei cinema il 12 giugno 2025, con ben 4 mesi di ritardo sull’uscita internazionale e decisamente fuori tempo vista la tematica di San Valentino, seguendo, curiosamente, il trend dei precedenti horror ambientati il 14 febbraio degli ultimi 25 anni, posizionati dalla distribuzione italiana sempre in periodo pre-estivo.
Roberto Giacomelli
PRO | CONTRO |
|
|
Lascia un commento