Karate Kid: Legends, la recensione

Che Hollywood si auto-alimenti grazie alle IP e che queste attraversino determinati momenti di popolarità è un dato di fatto che constatiamo da decenni e decenni. Da quando la frenesia da anni ’80 è venuta a galla, poi, improvvisamente il mondo del cinema americano si è affollato di IP celebri che stavano stagnando nel ricordo di molti spettatoti e tra queste abbiamo Karate Kid. Ma il cult di John G. Avildsen del 1984 – e la saga che ha generato, soprattutto i due sequel diretti – non ha trovato la rinnovata fortuna al cinema, bensì nel mondo delle serialità televisiva perché è stata la riuscitissima Cobra Kai a ridare linfa e notorietà a Daniel LaRusso, Johnny Lawrence e l’eredità del Sensei Miyagi. Sei stagioni che hanno trovato una bella conclusione proprio a inizio 2025 su Netflix, per una serie che è riuscita a far breccia nei cuori degli adulti che conoscevano Karate Kid e, allo stesso tempo, nei giovani spettatori che proprio così l’hanno scoperto.
Ma se credevate che tutto fosse finito con il Sekai Taikai nella Valley sbagliavate perché Sony Pictures ha pensato di continuare la saga nel suo luogo originario, il cinema! E nasce così Karate Kid: Legends, che è un oggetto abbastanza singolare perché nasce chiaramente dalla rinnovata popolarità del franchise data da Cobra Kai ma, curiosamente, non fa da seguito alla serie cercando, al contrario, di aprire un ulteriore porta in quello che ormai possiamo chiamare, utilizzando un termine ormai abusato, “Multiverso Karate Kid”.
L’adolescente Li Fong, brillante promessa del kung fu, è costretto a seguire la madre da Pechino a New York, dove la donna vuole cominciare una nuova vita dopo la tragica morte del figlio maggiore. Li deve così abbandonare la scuola dello Shifu Mr. Han, che è anche suo zio, promettendo a sua madre di non praticare più le arti marziali, indirettamente responsabili proprio della morte del fratello di Li. Giunto nella Grande Mela, il ragazzo cerca di ambientarsi stringendo amicizia con Mia, la figlia del pizzaiolo del quartiere e sua compagna di scuola. Ma Conor, ex-ragazzo di Mia e campione di karate, punta subito gli occhi su Li sfidandolo al 5 Boroughs Karate Tournament.
Dunque, facendo un po’ di ordine, abbiamo quattro film “originari” di cui tre accomunati dalla storyline di Daniel LaRusso e uno che fa avventura a se con la sola presenza del Maestro Miyagi; un reboot del 2010 (The Karate Kid – La leggenda continua) con Jaden Smith e Jackie Chan; una serie in 6 stagioni, Cobra Kai, che riprende storia e personaggi dei primi tre film originari. Adesso arriva Karate Kid: Legends che non solo fa da seguito alla saga originaria riportando in scena il personaggio di Daniel LaRusso interpretato da Ralph Macchio, ma unisce la saga a quello che fino ad oggi consideravamo un reboot, The Karate Kid – La leggenda continua, riportando in scena il personaggio di Mr. Han interpretato da Jackie Chan. Così facendo, il film del 2010 diventa canonico, a tutti gli effetti il quinto capitolo della saga, e finalmente scopriamo che connessione c’è tra Shifu Han e Sensei Miyagi, con un’ideale fusione tra discipline: kung fu e karate.
Nonostante questa velleità da completismo compulsivo, Karate Kid: Legends è quanto di più lontano possa esserci dall’operazione fan-service (nota a margine: la scena che chiude il film lo è, ma genera anche un accorato applauso!), anzi è un film pensato per essere tranquillamente fruito anche da chi non ha la più pallida idea di cosa sia Karate Kid. Perché, di base, quello scritto da Rob Lieber (già autore di Peter Rabbit) e diretto da Jonathan Entwistle (The End of the F***ing Wolrd; I Am Not Okay with This) è un prodotto trasversale che segue una strada autonoma e allo stesso tempo si collega a storie già note. E il fulcro del film è proprio la storia nuova, con personaggi inediti.
Mr. Han del sempre ottimo e carismatico Jackie Chan e Daniel LaRusso (il cui personaggio, però, è gettato dentro in maniera un po’ pretestuosa a quasi un’ora dall’inizio) sono parte della comfort zone per il pubblico più “agèe”, ma l’interesse primario è rappresentato da Li e la sua storia. A dar volto al nostro protagonista è l’ottimo Ben Wang (American Born Chinese) che ha il carisma giusto per sostenere il ruolo principale e soprattutto un portamento atletico che lo consacra a un futuro nel cinema action. Pur non evitando di inciampare nello stereotipo del Gary Stu (il trauma del fratello morto tragicamente), viene fatta una cosa molto intelligente con Li: per almeno metà film non è lui che deve cercare riscatto e imparare le arti marziali per difendersi dai bulli, al contrario lui è il “Maestro”; mentre il ruolo dell’allievo tocca inaspettatamente a un adulto, un personaggio a cui dà volto un piacevolmente ritrovato Joshua Jackson, qui pizzaiolo italo-americano con passato nella boxe e pieno di debiti fino ai capelli.
La seconda metà del film, invece, segue con può convinzione il prototipo: c’è un bullo da battere, un torneo a cui partecipare e un allenamento da intraprendere, che stavolta porterà a unire “due rami dello stesso albero”, il kung fu con il karate. Quindi, nella sua evoluzione Karate Kid: Legends si impigrisce e segue terreni già battuti, tra l’altro con una frettolosità preoccupante che è chiaramente data dalla foga di rientrare nei 95 minuti di durata. Ed è paradossale che in un’epoca figlia della lunga serialità televisiva in cui ogni film per il cinema cerca di dilatare le durate oltre le due ore, un film che viene proprio dal successo di una serie tv e che ha palesemente bisogno di tempo per sviluppare tutte le linee narrative sceglie un cut finale così anni ’80!
La brevità, comunque, incide anche sul ritmo, sempre altissimo e con frequenti scene d’azione molto spettacolari e realistiche. Il montaggio, poi, è anche fin troppo concitato, con uno stile accattivante che strizza l’occhio a un pubblico giovane (si vede che il regista è quello di The End of the F***ing World e I Am Not Okay with This), proprio quello della serialità televisiva più geek.
A conti fatti, Karate Kid: Legends colpisce nel segno perché è inaspettatamente un film che va oltre il concetto di nostalgia generazionale. Al netto di alcuni difetti, che potremmo attribuire al montaggio, soprattutto a una certa fretta nell’affrontare i passaggi da un atto al successivo, il film è un freschissimo teen-action che non mancherà di conquistare noi fan di vecchia data, ma che può piacere anche ai più giovani e “inesperti”.
Karate Kid: Legends è nei cinema italiani dal 5 giugno 2025.
Roberto Giacomelli
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