Mufasa: il regista Barry Jenkins ha presentato il prequel del Re Leone a Roma

In attesa che Mufasa: Il Re Leone possa arrivare nei cinema il prossimo 19 dicembre, il regista Barry Jenkins ha incontrato la stampa italiana a Roma raccontando quale è stato il suo approccio a questo atteso prequel e come si è confrontato con la tecnologia utilizzata per il film. L’incontro con Jenkins è stato anticipato dalla visione di quaranta minuti in anteprima del film – di cui non possiamo però parlarvi – dai quali sono emersi i temi più importanti sui quali poi si sono orientate le domande dei giornalisti.

Barry Jenkins è il pluripremiato regista di MoonlightSe la strada potesse parlare e La ferrovia sotterranea, e racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala. Narrata quindi attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, smarrito e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Inizialmente non riuscivo a capire per quale motivo la Disney mi avesse contatto per dirigere un film della saga del Re Leone – esordisce Berry Jenkins – non potevo pensare che Moonlight fosse il giusto lasciapassare per questo tipo di film. Tanto che, all’inizio ho rifiutato, ma il mio agente ha insistito e così, dopo otto giorni, mi è arrivata la prima bozza della sceneggiatura, che ho lasciato leggere a mia moglie e lei mi ha detto che avrei dovuto dargli una passibilità. Dopo di che, ho iniziato a leggerla anche io e ho capito che era il film adatto a me.”.

Sul motivo per il quale alcuni registi che hanno iniziato con un cinema più autoriale vengano poi contatati dalle majors per firmare franchise di grandi saghe popolari, Jenkins dice: “se io, Greta Gerwig, Chloe Zhao, non scelte proprio convenzionali per il cinema mainstream, veniamo contattati per questi film è perché siamo la prima generazione ad essere cresciuta fruendo di questi grandi franchise. Io sono cresciuto guardando proprio i film più commerciali di Hollywood e quindi li conosco benissimo; infatti, la mia vita è divisa esattamente in cinema che ho guardato prima della scuola di cinema e film che ho guardato, per studio, da quel momento in poi. Inoltre, un film come Il Re Leone, che quest’anno compie 30 anni, è conosciuto in ogni angolo del mondo e parla a un pubblico sconfinato, così io mi sono sentito di affrontare questo discorso proprio perché mi dà la possibilità di comunicare a un grande platea valori che condivido”.

Tra i miei film Disney preferiti? – Risponde Jenkins – Domanda insidiosa questa, direi La Sirenetta ma anche lo stesso Re Leone, che ho visto tante volte insieme ai miei nipotini, ma anche Fantasia. Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di magnifico su come la Disney utilizza le immagini come metafora di qualcosa e Fantasia ne è pieno, io stesso per Mufasa ho preso ispirazione da Fantasia per un paio di momenti in cui la costruzione dell’immagine vuole comunicarci qualcosa di specifico.”.

A proposito delle musiche e della tecnologia: “Lin Manuel Miranda è intervenuto da subito e abbiamo lavorato insieme con l’obiettivo di non sostituire mai l’eredità musicale del Re Leone, perché le musiche classiche sono bellissime e caratteristiche, ma Lin sapeva cosa voleva e quindi il lavoro sulla colonna sonora non è stato realmente difficile, era tutto molto chiaro fin da principio. La tecnologia, invece, quella è stata una bella sfida perché io sono abituato a girare su dei set con persone vere; invece, in questo caso ho dovuto capire la tecnologia, studiarla e imparare ad usarla. Ci sono voluti quattro anni per fare il film: il primo anno e mezzo è stato utilizzato per capire la tecnologia e ottimizzarla.

Da quel si è potuto vedere dal footage, la mano di Jenkins in effetti emerge… Ma in che modo il regista ha lavorato con questo tipo di tecnologia per la prima volta?

Mi fa piacere se alla fine emerge che Mufasa sia un film di Barry Jenkins, ovvero che si noti la mia firma, perché io l’ho sentito davvero mio dopo aver letto la sceneggiatura e ho voluto sul set i professionisti che lavorano di solito con me, ovvero direttore della fotografia, scenografo e montatrice. Poi gli effettisti ci sono venuti incontro. Abbiamo lavorato registrando prima tutte le voci degli attori, in pratica è come se all’inizio avessi diretto un radiodramma, e poi la montatrice ha montato tutto il film seguendo proprio la registrazione delle voci. Dopo sono arrivati gli storyboard e su quelli abbiamo creato le scene come se fossero una versione playstation del film. La più grande difficoltà che ho incontrato è stato trasmettere tutto attraverso il movimento fisico dei personaggi perché, a differenza degli esseri umani, i leoni non hanno molte possibilità espressive con il volto, così gli animatori non hanno utilizzato gli attori per la performance caputre ma hanno lavorato solo sul movimento del corpo e spesso erano proprio loro a indossare le tute della performance capture perché avevano già in testa in che modo avrebbero poi elaborato il movimento.

Qualcuno mi diceva alla presentazione che abbiamo fatto a Parigi, vuoi che le persone escano dal cinema pensando che i personaggi siano esseri umani complessi? Si, lo voglio e infatti i personaggi di Mufasa sono il risultato delle scelte che prendono e del contesto culturale in cui crescono. Questa è la stessa cosa che accade nella vita reale.”.

Come è cambiato il modo di raccontare i personaggi Disney nel corso degli ultimi trent’anni?

Il mondo è cambiato e anche la comprensione dei bambini della complessità è cambiata, sta a noi mostrare a loro una costruzione più complessa della società, se non lo facciamo li mandiamo in un modo che non sapranno affrontare; bisogna dargli qualcosa che li possa preparare al mondo. In questo film i genitori sono più complessi di quello che i genitori dicevano ai propri figli 20 o 30 anni fa e noi come creatoti di immagini abbiamo una responsabilità. Noi siamo tutti esseri umani complessi, io vengo dal mondo di Moonlight un mondo duro e difficilmente se si nasce in quel contesto si riesce poi ad essere davanti a una platea a parlare del Re Leone. Il mio intento era proprio raccontare la possibilità che chiunque può avere di diventare Re, anche per un essere di origini non nobili, un figlio adottato che per trent’anni sarà al centro di una grande storia popolare.”.

Questo prequel non è di certo il primo film ad ampliare la mitologia del Re Leone…

Non ero a conoscenza delle teorie dei fan e delle loro speculazioni sulle origini del Re Leone e grazie a Dio che non lo fossi perché è un vero casino questo mondo, ognuno ha opinioni diverse, si fanno guerra e noi non volevamo avvallare nessuna delle teorie pregresse, che sicuramente avrebbero anche allontanato dall’idea artistica che c’è dietro Mufasa. Ma considera, comunque, che non sono andato io dalla Disney a chiedere di fare il film, la sceneggiatura c’era già, sono loro che hanno contattato me, quindi quei grattacapi non mi hanno riguardato, io mi sono limitato a rendere più mia possibile una storia già scritta e conosciuta dal pubblico già da trent’anni.”.

Barry Jenkins ha concluso: “Comunque io mai mi sarei aspettato da ragazzino che un giorno sarei potuto essere a Roma a parlare con voi di un’opera così grande e importante, quindi l’insegnamento del film l’ho applicato sulla mia pelle: non bisogna mai e poi mai smettere di sognare.”.

Mufasa: Il Re Leone sarà nei cinema italiani dal 19 dicembre 2024 distribuito da The Walt Disney Company e tra le voci italiane ci saranno Luca Marinelli nel ruolo di Mufasa adulto, Elodie in quello di Sarabi, Alberto Boubakar Malanchino come Taka, Edoardo Stoppacciaro è il giovane Rafiki, Dario Oppido è il malvagio Kiros e Riccardo Suarez Puertas è Zazu. Edoardo Leo e Stefano Fresi tornano nei ruoli di Timon e Pumbaa e Marco Mengoni ed Elisa sono nuovamente le voci di Simba e Nala.

A cura di Roberto Giacomelli

Il nuovo trailer del film con le voci italiani ufficiali.

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