Nella tana dei lupi 2 – Pantera

Ricordiamo oggi con un misto di nostalgia e superiorità accondiscendente il semi-cult del 2018 Nella tana dei lupi (Den of Thieves, in originale), un heist-movie testosteronico con Gerard Butler che cercava nell’insenatura di successi come la saga di Attacco al Potere di fare una versione muscolare di Heat – La sfida. Il regista e sceneggiatore Christian Gudegast aveva patito non poco a ultimare il film, che stava rischiando di essere cancellato a causa del fallimento della casa di produzione Relativity Media, ma il risultato valse lo sforzo perché Nella tana dei lupi fu un ottimo successo di botteghino e nella sua imprevedibile mitizzazione ed estremizzazione dei codici dell’action-movie muscolare aveva trovato anche una dimensione di apprezzamento da parte della critica specializzata.
Perché non fare un sequel? Ovviamente tutto il team produttivo ha iniziato immediatamente a lavorarci, ma Christian Gudegast deve essere uno di quelli che ha rotto diversi specchi nella sua vita perché tra Covid, Guerra in Ucraina – dove si sarebbe inizialmente dovuto girare parte del film – e un grave infortunio che ha tenuto Gerard Butler a letto, sono passati ben 7 anni prima che vedesse luce Nella tana dei lupi 2 – Pantera.
Due anni dopo la rapina alla Federal Reserve di Los Angeles, il detective Nick “Big Nick” O’Brien non se la passa troppo bene: il divorzio con sua moglie lo ha lasciato al verde e in polizia non ha più una squadra da guidare. Quando si diffonde la notizia di un’incredibile rapina all’aeroporto internazionale di Anversa, Big Nick è convinto che ci sia dietro Donnie, la vera mente delle rapine a Los Angeles e di cui si è persa ogni traccia. Giunto in Europa, Nick riesce a trovare Donnie e scopre che ha una nuova squadra, affiliata a un clan mafioso esteuropeo noto col nome in codice Pantera. Invece di fermare la squadra, Nick si mette al loro servizio e chiede di poterne entrare a far parte. L’obiettivo è rapinare il World Diamond Center di Nizza. Ma la mafia italiana si mette di mezzo…
È curiosa l’evoluzione narrativa di Nella tana dei lupi verso quella che ormai possiamo considerare a tutti gli effetti una saga, visto che il successo anche di questo secondo film ha dato il semaforo verde a un terzo. È curiosa perché, pur rimanendo nei confini dell’heist-movie, il secondo film cambia completamente pelle e cerca fuori da quella confort zone del cinema muscolare a cui il protagonista e produttore Gerard Butler solitamente si ferma. Nella tana dei lupi 2 – Pantera si orienta verso quel filone dei film sulle rapine che si concentra sulla pianificazione invece che sull’azione. Le quasi due ore e venti di durata, infatti, sono pesantemente sbilanciate verso la costruzione del colpo al World Diamond Center di Nizza, con un fare più di testa che di pancia.
Se le reference del primo film erano Heat – La sfida e Vivere e morire a Los Angeles, ma con un carico da 90 di testosterone, Nella tana dei lupi 2 è Ocean’s Eleven fuso con Ronin, dove la commedia brillante del primo viene sostituta dagli intrighi criminali più rudi del secondo.
Stesso genere, diverso approccio, dunque.
Questo cambiamento, abbastanza audace e inaspettato, sicuramente giova al prodotto, perché pur tenendo un fil rouge sottilissimo tra un film e l’altro, permette alla saga di non ripetersi e soprattutto scavare in personaggi che sicuramente non avevano troppi margini di sviluppo per reggere un secondo capitolo.
La pianificazione del colpo, come dicevamo, è il vero cuore del film che punta, però, anche sulla bizzarra coppia di protagonisti interpretati da Gerard Butler e O’Shea Jackson Jr., prima nemici e ora alleati, complici. La sceneggiatura, a cura dello stesso Christian Gudegast, sottolinea la differenza caratteriale tra i due e l’irruento Big Nick trasforma il suo côté da macho tutto d’un pezzo in un elemento semi-comico, un punto debole che può metterlo in ridicolo. Il personaggio di Donnie, invece, acquisisce dei tratti che fanno sospettare un suo posizionamento nello spettro dell’autismo, in modo da spiegare anche il suo carattere schivo e la genialità di fondo.
Un’importante backstory del film ci porta in Sardegna, dove si nasconde un latitante mafioso, derubato di un suo preziosissimo diamante. Questo innesto narrativo, che si incrocia abilmente con la malavita dell’Est, permette a Nella tana dei lupi 2 – Pantera un massiccio apporto crime, con situazioni più consone al genere che culminano in un inseguimento/sparatoria tra le curve della Costa Azzurra che aggiunge un po’ di pepe al film.
Nel cast, oltre ai già citati protagonisti, troviamo Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino, insieme in Gomorra – La serie ma qui con due ruoli decisamente differenti. Il primo è uno dei membri di rilievo del team Pantera, di nazionalità balcanica e uno screening time notevole; il secondo è il braccio destro del boss mafioso, incaricato di ritrovare il diamante rubato, ma sta in scena solo per poche scene. Da segnalare anche la presenza fondamentale di Evin Ahmad, attrice svedese di origini curde che divide lo schermo quasi equamente con i due protagonisti.
Forse meno coinvolgente del primo film e con una durata che non giustifica il materiale narrativo a disposizione, Nella tana dei lupi 2 – Pantera è un buon heist-movie che ha il pregio di non ricalcare pigramente il capostipite ma ha, anzi, il coraggio di cambiare drasticamente pelle.
Nella tana dei lupi 2 – Pantera è al cinema dal 6 marzo 2025 distribuito da Lucky Red.
Roberto Giacomelli
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