Nicolas Winding Refn: l’inquadratura dell’uomo debole
“Non sono il miglior regista del mondo, sono solo il migliore nel fare il tipo di film che faccio“.
Nel corso degli anni, Nicolas Winding Refn ha saputo regalarci pellicole di un certo spessore. Lo shock prende il sopravvento e scuote letteralmente lo spettatore. Un regista feticista che realizza delle storie basandosi sui propri desideri, su ciò che riesce ad accenderlo emotivamente. Nato a Copenaghen nel 1970 si trasferisce a New York quando ancora era un bambino. In quegli anni coltiva il suo amore per il cinema, guardando pellicole di ogni tipo, trovando anche la sua preferita: Non aprite quella porta.
Questo film mi ha fatto capire che il cinema è arte.
Dopo diverse discussioni e difficoltà d’inserimento decide di tornare nella sua amata nazione dove viene ammesso alla scuola di cinema della sua città. Il regista rinuncerà di frequentarla per portare sul grande schermo una storia tratta da un suo cortometraggio. Ha così inizio la trilogia di Pusher.
Il debutto di Nicolas Winding Refn inizia con una pellicola dallo sfondo urbano. Spaccio di droga, strozzini e una storia d’amore per chiudere perfettamente il contesto. La camera a mano seguirà i personaggi mostrandoci i loro lati negativi e più umani. Non riusciremo a provare sentimenti per loro, solo rabbia. La stessa rabbia con cui il regista riesce a rappresentare questa lunga discesa nell’oscurità. Un film che segna anche il debutto di Mads Mikkelsen, attore feticcio che comparirà in altre pellicole.
Il successo di Pusher, nella sua nazione, lo porta sulla cresta dell’onda e a dirigere un’altra pellicola che tratta il tema dell’uomo debole: Bleeder.
Il film inizia nel migliore dei modi: i personaggi vengono presentati con un tema musicale personalizzato e che ci fa capire in pochi secondi la loro vera natura. Malvagità, dipendenza, desiderio e fascino sono i temi principali di Bleeder. La storia ci mostra come un uomo dalla mente debole e confusa possa arrivare a compiere gesti terribili. Un fascino sbagliato, che è quello della violenza capace di mietere vittime e colpevoli. Una pellicola sottovalutata e ingiustamente sconosciuta, che vale la pena di essere vista almeno una volta nella vita.
Ed ecco un passo falso. Il regista tenta il successo internazionale, approcciando in America e basandosi su una sceneggiatura di Hubert Selby, Jr. Il risultato è un film presuntuoso, che tenta di emulare le atmosfere tanto care al nostro amato David Lynch e che a fine visione lascia lo spettatore confuso e amareggiato. Costato 6,7 milioni di dollari, il film si è rivelato un grande flop in tutto il mondo recuperando solo una piccola parte del costo del film e pareggiando i guadagni con le vendite dei DVD.
Dopo la prima parentesi americana non andata a buon fine, Refn torna nella sua nazione per raccontare un nuovo capitolo della saga di Pusher. Il protagonista è Mads Mikkelsen, un uomo a cui non viene dato il giusto rispetto e che si ritrova ad essere indebitato perfino con suo padre, il gangster più temuto di tutta Copenaghen. Pusher 2 – Sangue sulle mani è il miglior film della trilogia, capace di scavare nelle emozioni umane e risultando al tempo stesso una storia sulla malavita organizzata. Una pellicola intima e che riesce a intonarsi perfettamente con la poetica del regista.
Il protagonista di quest’ultimo capitolo è Milo, un boss della droga di Copenaghen alle prese con la tossicodipendenza e la rivalità tra gang. Si può tranquillamente definire il film più cupo della trilogia. Refn spinge lo spettatore in una lunga discesa verso l’oscurità, mostrando le caratteristiche negative del personaggio e scioccandolo letteralmente durante la scena finale. Da sottolineare la grandissima interpretazione di Zlatko Buric. Sorprendente e pienamente a suo agio.
Refn decide di cambiare registro, concentrandosi su un biopic fuori dagli schemi, analizzando la violenza in maniera ambigua e concentrandosi principalmente sul personaggio. Bronson è la storia di Michael Peterson, storico criminale divenuto famoso per aver vissuto gran parte della sua vita in carcere, passando oltre trent’anni in isolamento. La pellicola mette in mostra tutto il talento di Tom Hardy, abile nel caratterizzare con cura i vari livelli emotivi del personaggio e lavorando sulla prestazione fisica. Una colonna sonora dalle melodie elettroniche e che nei prossimi anni diventerà una delle firme di questo regista. Un film da non perdere.
Valhalla Rising dà il via a una trilogia molto discussa dai cinefili: La trilogia del silenzio. Il dialogo diventa secondario e Refn si concentra sulla storia dividendola in capitoli e raccontandoci le vicende di un uomo muto e di un ragazzino. Mads Mikkelsen torna a lavorare con il regista, interpretando un uomo che non parla, ma agisce. Un uomo che preferisce le azioni per raccontare la sua vera natura. Refn allestisce una fotografia pazzesca, forse una delle migliori che abbia mai costruito, basandosi su sguardi che intensificano i rapporti, ma la pellicola divide pubblico e critica.
Drive è il film della svolta definitiva. Refn ottiene il successo internazionale sia di pubblico che di critica, portandosi a casa il premio a Cannes come miglior regia. Un film definito da Robert De Niro come uno dei ‘’Miglior noir che abbia mai visto’’. La pellicola è diventata negli anni un cult per il suo stile inconfondibile, per i suoi silenzi, accompagnati da una colonna sonora degna di nota. Ispirato dalle favole dei fratelli Grimm, Refn porta sul grande schermo una storia d’amore, ma anche di violenza. Ryan Gosling incarna perfettamente la figura dell’eroe urbano. Un uomo che di notte presta servizio, diventando autista per le rapine e di giorno uno stunt-man cinematografico. Un film che inizia come una corsa contro il tempo e che finisce diventando una storia di pura vendetta.
Quanti hanno odiato questo film? Tutti! Quanti hanno capito realmente il significato di questa pellicola? Pochi. Solo Dio Perdona è il capolavoro di Nicolas Winding Refn. Un film che ci fa capire l’importanza della punizione. Un gesto che è importante non solo per il nostro benessere, ma anche per la nostra felicità. Una sceneggiatura circondata da filosofie e simbolismi religiosi, che strizza l’occhio e rende omaggio alle pellicole di Alejandro Jodorowsky. Ryan Gosling interpreta un uomo incatenato dal senso di colpa, in cerca di una vera e propria espiazione. Sarà l’incontro con il misterioso Chang a cambiare la sua vita per sempre. Fischiato ingiustamente a Cannes, il registra dimostra coraggio, facendo capire alle persone quanto gli importi realmente del successo commerciale.
L’8 giugno uscirà nelle sale italiane The Neon Demon, il nuovo film con Elle Fanning, Christina Hendricks, Keanu Reeves, Jena Malone ed Habby Lee. « Una mattina mi sono svegliato e mi sono reso conto di essere circondato e dominato dalle donne. Stranamente si è radicato in me un bisogno improvviso di fare un film horror sulla bellezza aggressiva. Dopo Drive mi sono follemente innamorato dell’elettricità di Los Angeles e sapevo che dovevo tornare a raccontare la storia di The Neon Demon» dice Refn sulla pellicola.
Una pellicola horror che sicuramente dividerà il pubblico.
Simone Martinelli
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