Non credo in niente: l’esordio in pellicola 16mm di Alessandro Marzullo arriva in Blu-ray grazie alla nuova label Navona Films

Squillino le trombe, rullino i tamburi… nasce Navona Films, una nuova realtà di produzione cinematografica tutta italiana, orgogliosamente indipendente e determinata a condurre una rigorosa crociata anche in favore della distribuzione del supporto fisico. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui molte label che operano nel settore della distribuzione home video sono messe sotto pressione dalla dittatura delle piattaforme on demand, vedere nascere nuove realtà distributive che credono così tanto nelle potenzialità del supporto fisico rappresenta un autentico motivo di festa. Navona Films, pertanto, decide di avviare il suo percorso distributivo editando finalmente in home video Non credo in niente, il folgorante esordio nel lungometraggio di Alessandro Marzullo, una commedia notturna interamente girata in pellicola 16mm e che racconta la crisi esistenziale di quattro trentenni intrappolati tra sogni e rimpianti. Il film, salutato da molti come un potenziale cult generazionale, arriva finalmente in home video grazie a Navona Films sia in edizione in alta definizione Blu-ray che in edizione standard DVD

Di cosa parla Non credo in niente.

Siamo a Roma, la Città Eterna, una metropoli che mai come adesso si mostra fragile e malinconica, sarcastica e disperata. Così come Lei anche Numero 4, Centocelle, Jonio e Cara, quattro ragazzi giunti alla soglia dei trent’anni che non riescono a rinunciare alle proprie passioni pur guardando in faccia una vita che sta chiaramente sfuggendo al loro controllo. I quattro si muovono in una Roma notturna in cui il sole sembra non voler più sorgere, uno spazio tanto fisico quanto interiore che diviene lo specchio di una generazione che si sente abbandonata, delusa, quasi depredata di reali punti di ancoraggio. Brevi soste in hotel tra un volo e l’altro, turni notturni nella cucina di in uno squallido ristorante di periferia, incontri occasionali e interminabili camminate spese a parlare un po’ di tutto ma senza riuscire a giungere a nessuna conclusione. Perché, un po’ come sosteneva John Lennon, la vita è quella cosa che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti.

Un giudizio critico.

Girato interamente in pellicola 16mm e in soli dodici notti, Non credo in niente di Alessandro Marzullo è un curioso oggetto cinematografico che potrebbe essere eletto senza alcuna difficoltà come autentico manifesto del nuovo cinema indipendente italiano. 

Un giudizio coraggioso, ce ne rendiamo conto, e siamo consapevoli che molti potrebbero sicuramente non essere d’accordo. Ma dietro ad un titolo sfrontato e presuntuoso come questo, che può essere letto anche come una dichiarazione d’intenti da parte dell’autore, si cela un film che –  forse più di ogni altro fino ad ora  – è riuscito a coniugare in modo assolutamente ineccepibile la totale libertà produttiva con una qualità estetica di primissimo livello.

Negli ultimi anni il cinema indipendente italiano è fortemente cambiato, mutato, tanto nei contenuti quanto nella forma. E questo rappresenta un dato di fatto. Fino ad una decina d’anni fa infatti, il cinema indipendente (che in alcuni casi si lasciava anche confondere con il cinema amatoriale) era per lo più alla mercé del genere, ovvero quel cinema che usciva decisamente fuori dall’ordinario in primis per la scelta delle storie da raccontare. Era un cinema che puntava molto, forse tutto, sui contenuti e sulle narrazioni, accettando senza troppi sofismi di apparire carente sotto il profilo tecnico. Un cinema, dunque, decisamente più sbilanciato in favore del cosa piuttosto che il come.

Negli ultimi anni invece, vuoi per l’introduzione sul mercato di dispositivi tecnologici più all’avanguardia ed economici o vuoi perché sono banalmente cambiati i modelli di riferimento, anche il cinema indipendente italiano ha iniziato a mostrare un’attenzione in più per quel colpo d’occhio che prima sembrava non essere poi così fondamentale. Guardando molto nella direzione del cinema internazionale (in primis quello americano ma anche quello di carattere europeo), anche il cinema indipendente italiano si sta pian piano spostando sulla dimensione dell’anima, abbracciando racconti minimali e sussurrati in cui il paradigma si ribalta violentemente e il come inizia ad essere più importante del cosa.

In questo scenario marcia a testa alta Alessandro Marzullo che, potendo contare sulla sinergia di piccolissime realtà produttive come Daitona, Flickmates e Navona Films, mette in piedi un’operazione che nasce dall’indipendenza più assoluta ma in cui nulla, ma proprio nulla, viene lasciato al caso. 

C’è tanta testa dietro Non credo in niente, così come tantissima voglia di dare voce a tutte quelle frustrazioni interiori che sono sicuramente proprie di Marzullo così come della sua generazione (classe 1993). C’è la voglia di dire basta! a tutto quel cinema di sistema che è sempre fin troppo uguale a sé stesso ma, al tempo stesso, si avverte anche il forte desiderio di porsi in questa direzione ostinata e contraria omaggiando tutto quel cinema che è stato indubbiamente importante per la formazione professionale (e spettatoriale) dell’autore. E’ impossibile, dunque, guardare Non credo in niente e non scorgere riferimenti nemmeno troppo celati – che assumono i connotati di lettera d’amore –  al cinema indipendente di John Cassavetes o a quello romantico e sensoriale di Wong Kar-wai. Ma si possono scorgere anche leggere influenze (forse del tutto inconsapevoli e involontarie) da Clerks di Kevin Smith, piccolissimo cult underground che ha plasmato fortemente l’immaginario dei cineasti che si sono formati durante gli anni novanta, così come si mostrano punti di contatto con il bellissimo – e sempre troppo poco ricordato – I Basilischi di Lina Wertmüller per quell’affettuoso modo di raccontare una generazione di giovani che parla, parla, si lamenta di tutto ma senza fare niente per poter cambiare le cose.

Non credo in niente è l’esternazione più asciutta e diretta di un cinema libero, indipendente, che si spoglia della necessità di abbracciare un racconto e che preferisce far propria una narrazione sensoriale ed emotiva in cui sembrano contare maggiormente le suggestioni e i concetti. 

Ma tornando al binomio libertà creativa e qualità artistica, ciò che colpisce nel film di Alessandro Marzullo è l’estremo valore dell’opera sotto ogni singolo punto di vista. E questa è una qualità che ancora oggi tende a mancare a molti film indipendenti italiani. 

Non credo in niente si differenzia dalla massa (degli indipendenti ma anche dei prodotti mainstream) per un impianto visivo pazzesco, una fotografia bellissima – del polacco Kacper Zieba – che riesce a valorizzare la pellicola 16mm attraverso immagini che sanno essere sporche e raffinate al tempo stesso e che ci fotografano una Roma notturna come fosse Los Angeles o addirittura Hong Kong. Ma il film si contraddistingue anche per una colonna sonora struggente – firmata da Riccardo Amorese – che non si dimentica facilmente una volta visto il film ed anche per un lavoro sopraffino svolto dal montaggio (di Francesca Addonizio) e dal sound design (curato da Leonardo Paoletti). 

Una squadra dietro le quinte assolutamente vincente che trova il giusto contrappunto in un cast di primo livello che comprende i bravissimi Demetra Bellina, Giuseppe Cristiano, Mario Russo, Renata Malinconico, Gabriel Montesi e Lorenzo Lazzarini. Tutti credibili, tutti perfettamente in parte, tutti ottimamente diretti da Alessandro Marzullo che adotta uno sguardo registico nervoso ma curioso, imparziale e giudicate al tempo stesso, uno sguardo che pedina i personaggi senza lasciarli mai e che si trasforma quasi in quinto protagonista invisibile con la chiara funzione di collegare tutte le storie disperate di questi quattro (anti)eroi che sembrano aver smarrito qualsiasi coordinata della loro esistenza.

L’edizione Blu-ray di Non credo in niente.

Presentato in anteprima assoluta alla 59ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e successivamente uscito in sala a fine settembre 2023, attraverso un’autodistribuzione (in perfetta sintonia con lo spirito autarchico del film) che ha fatto resistere l’opera in sala per quasi un anno facendo registrare al botteghino numeri impensabili per un film così tanto indipendente, Non credo in niente adesso conclude il suo percorso approdando anche su supporto fisico grazie ai canali della neonata (e a cui facciamo un enorme in bocca al lupo!) Navona Films che decide di editare l’opera di Marzullo sia in alta definizione Blu-ray disc che su supporto standard DVD.

Noi vi parliamo dell’edizione ad alta definizione Blu-ray che vince e convince sotto tutti i punti di vista, mostrando una cura tale che molte label più affermate non ripongono nei propri prodotti. 

Partiamo con il dire che Non credo in niente ci viene proposto in un’edizione da collezione a tiratura limitata 500 copie, dotato di prestigiosa custodia scanavo e un mini-booklet esclusivo di 16 pagine con foto di scena e artwork originali. 

Presentato in una scansione digitale 2K della pellicola 16mm, il Blu-ray di Non credo in niente restituisce una qualità tecnica pazzesca, sia sul fronte visivo che su quello sonoro. Il quadro video riesce a sfruttare al meglio tutte le potenzialità dell’alta definizione, restituendo un’immagine viva, dai colori pieni, contrastata in modo perfetto e con un’attenzione al dettaglio visivo sempre molto alta. Anche il reparto sonoro è di estrema qualità ed esibisce una traccia in italiano DTS-HD Master Audio 5.1 squillante e avvolgente.

Ma non finisce qui perché l’edizione home video del film di Alessandro Marzullo presenta anche un soddisfacente reparto di contenuti extra che si traduce in un Making-of (10 minuti) corredato sia di sguardi sul set che di interviste al regista e al cast artistico, una reel di scene tagliate dal cut finale (per un totale di 7 minuti), il video musicale diretto sempre da Alessandro Marzullo della canzone “So Many Roads” cantata da Demetra Bellina e il trailer del film.

Piccola ma doverosa nota. 

Se c’è una cosa che può fare facilmente storcere il naso a chi acquista l’edizione home video di Non credo in niente è la frustrante assenza della sezione “capitoli”. Dunque, per dirla in altri modi, non è possibile accedere alle singole scene del film ma occorre necessariamente vedere l’opera tutta d’un fiato. Ma occhio che quella che può sembrare una leggerezza del prodotto a marchio Navona Films è invece una precisa scelta autoriale. Lo stesso Marzullo infatti dichiara, attraverso questa scelta estrema e che per qualcuno può essere persino disagevole, di aver voluto seguire la lezione impartita da David Lynch e che dunque il suo film necessita di essere visto in un’unica visione, senza interruzioni.  

Non credo in niente non ha una vera struttura narrativa ad atti, quindi neanche a capitoli, ma è fatto di frammenti che potrebbero stare ovunque, quindi l’unico modo per vederlo è un flusso unico”, ha dichiarato il regista. 

E dunque ecco che quello che può sembrare l’unico neo di questa edizione home video si trasforma nell’ultima forte impronta autoriale che contraddistingue un film che si rivolge chiaramente agli appassionati del cinema d’autore contemporaneo.

Giuliano Giacomelli

NON CREDO IN NIENTE di Alessandro Marzullo

Label: Navona Films

Formato: Blu-ray (disponibile anche in DVD)

Video: 1.66:1

Audio: Italiano DTS-HD Master Audio 5.1

Sottotitoli: inglese

Extra: Making-of, Scene tagliate, Video musicale “So Many Roads” di Demetra Bellina, Trailer del film

Puoi acquistare il film cliccando direttamente sulla pagina ufficiale di Non credo in niente o sul sito di Navona Films.

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