Pinocchio: incontro con Matteo Garrone, Roberto Benigni e il resto del cast (VIDEO)

Photocall - Pinocchio

Pinocchio di Matteo Garrone è nei cinema italiani distribuito da 01 Distribution dal 19 dicembre (qui la nostra recensione del film). Abbiamo avuto l’occasione di scambiare alcune chiacchiere con il regista e parte del cast, scoprendo molti aneddoti divertenti e interessanti sulla genesi e la lavorazione del blockbuster fantasy tratto dall’opera immortale di Carlo Collodi.

“Ho iniziato a disegnare la storia di Pinocchio che avevo 6 anni – dice Matteo Garroneè un racconto che mi accompagna da allora e da regista è stato difficile resistere alla tentazione di farne un film. Tutti gli attori mi hanno aiutato a dar vita a questi personaggi e a fare un film che ha leggerezza e ironia”.

Con Il racconto dei racconti ho iniziato a esplorare quel territorio in cui il reale si incontra con il soprannaturale, ma Pinocchio è una cosa a sé. Abbiamo voluto fare un film popolare, che possa arrivare a tutti, dalle classi sociali alle età. Abbiamo fatto un film che potesse far riscoprire un grande classico capace di incantare il pubblico.

Prende la parola Roberto Benigni, che nel film interpreta Geppetto, e spaziando da un argomento all’altro, esordisce con la consueta ironia…

Non ricordo chi aveva fatto l’ultimo Pinocchio qui in Italia, mi sembra un tizio simpatico… ma questo di Garrone è proprio bellissimo!

Pinocchio è come il sole, è davanti a tutti e dentro tutti noi, fa parte della grande letteratura, è un libro divinatorio, Fellini lo apriva e metteva dentro il segnalibro. Geppetto è il padre per eccellenza, insieme a San Giuseppe è il più famoso del mondo e hanno tante analogie. Garrone è uno dei più grandi registi di tutti i tempi, ma è anche un pittore, sa raccontare con le immagini. Sa emozionare, commuovere e divertire e il fatto che questo Pinocchio esca a Natale è un regalo per tutti, dai bambini fino agli 80 anni!

Poi ringrazio Matteo di avermi fatto fare Geppetto, dopo aver interpretato Pinocchio è un compimento nella mia carriera.

Matteo Garrone poi si esprime sul grande lavoro che c’è stato sugli effetti speciali.

Federico (Ielapi, ndr) si è sottoposto a 3 ore di trucco ogni giorno per 3 mesi, Mark (Coulier, ndr) però ha fatto il grosso del lavoro visto che si è occupato degli effetti prostetici e per questo vorrei che spiegasse lui l’impegno che c’è stato.

E quindi Mark Coulier, presente in conferenza, ha preso la parola.

È stato un viaggio impegnativo: dovevamo rimanere fedeli alla storia e trascorrere 3 ore al giorno a creare il trucco di questo bambino. Io mi occupavo di face-painting già in precedenza e anche solo 10 minuti un bambino non sarebbe rimasto fermo, ma Federico è stato fantastico a sottoporsi a questo trucco. Pietro Scola ha realizzato le sculture e con lui abbiamo collaborato molto da vicino cercando di realizzare le richieste difficili di Garrone. Far sì che il silicone sembrasse legno è stato molto difficoltoso, allo stesso tempo dovevamo far sì che Federico fosse riconoscibile sotto il trucco, che potesse far trasparire le sue emozioni.

Pinocchio

Matteo Garrone ci tiene a descrivere in che modo ha collaborato Massimo Ceccherini che, oltre ad essere interprete della Volpe è anche co-sceneggiatore.

Con Ceccherini abbiamo collaborato anche in sceneggiatura, inizialmente solo per scrivere le parti che riguardano Gatto e Volpe, però mi sono trovato così bene a creare con lui che poi gli ho chiesto di rivedere insieme anche altri personaggi. Con lui ci siamo resi conto che potevamo rimanere molto fedeli al testo pur facendo piccole variazioni e rendendo più divertente qualche battuta.

Poi il regista scende un po’ più nel dettaglio riguardo la lavorazione del film…

Per dar vita a questa versione di Pinocchio ho iniziato dalle origini, quindi da un punto di vista figurativo e così sono partito da Enrico Mazzanti, primo illustratore di Pinocchio, che ha collaborato con Collodi. Inoltre, sono stato influenzato dalla pittura dei macchiaioli per il modo di raffigurare i paesaggi e infine il Pinocchio di Comencini mi ha ispirato per il senso di povertà che avvolge i luoghi.

Benigni aggiunge.

La povertà è la parola chiave e anche l’espediente che ha ispirato le gag che sono all’inizio del film, per le quali mi sono ispirato a Charlie Chaplin. Ma in Pinocchio la povertà si trasforma nella più grande ricchezza, quella della vita, con Pinocchio che diventa umano.

Ho seguito il sentiero solcato da Matteo per dare emotività al mio personaggio, sembrava di girare Paisà per l’attenzione a qualsiasi cosa accadesse! Avevo già interpretato un padre ne La vita è bella e lì le bugie le diceva proprio il padre! Per dar credibilità al mio Geppetto ho provato a immaginare come si potesse sentire una persona ad essere diventata padre all’improvviso.

Matteo Garrone riprende la parola:

Il paesaggio è legato ai personaggi, come dicevo, cercavo colori che si avvicinassero ai macchiaioli e non è facile trovare luoghi rimasti integri in Italia, alla fine li ho trovati tra la Toscana e la Puglia. Ma quando pensavo al film non avevo in mente nessun luogo specifico in cui girare, avevo suggestioni che sono state poi concretizzate dalla mia assistente che ha fatto i sopralluoghi perché i luoghi sono importanti per dare anima ai personaggi. Ogni film mi fa pensare a un luogo ma è il film stesso che suscita l’idea dell’ambientazione e non viceversa.

Pinocchio

Anche Gigi Proietti, che nel film interpreta Mangiafuoco, ha qualche cosa da dire…

Ho conosciuto Matteo Garrone per caso, un giorno mi telefona e mi chiede se voglio fare Mangiafuoco. Poi è venuto a casa mia e mi ha portato una mia fotografia, come sarei dovuto apparire nel film e rimasi incantato da questa cosa, sembravo un po’ Rasputin. Sono onorato di aver potuto prender parte a questo film, anche se compaio poco potrò dire “io c’ero”. Mentre lavoravo mi rendevo conto che si poteva fare anche un film intero su Mangiafuoco, un uomo solo che viene consolato dalla presenza di un burattino senza fili.

Sul fascino che Pinocchio ha avuto negli anni e possiede ancora oggi, Garrone ha detto:

è una storia che ha molte chiavi di lettura, io ci ho visto fondamentalmente una storia d’amore tra padre e figlio, ma anche la storia di un bambino che fugge dall’ordine, che è debole alle tentazioni. Una storia universale, italiana ma comprensibile da tutti: un film italiano che andava fatto in Italia con attori italiani.

Anche in questo caso Roberto Benigni ci tiene ad aggiungere il suo punto di vista:

Pinocchio va oltre il classico, tocca il profondo, ci sono simbolismi, metafore, insegnamenti ma ha avuto successo perché insegna divertendo, e ci sono anche tanti non-insegnamenti, colori, immagini che sono sopravvissute agli anni.

Roberto Benigni continua facendo riferimento al Pinocchio di Fellini mai realizzato.

Comunque, prima che mi fosse proposto di fare questo film io avevo già accettato, si tratta di uno di quei progetti che un attore deve accettare, tra l’altro io nella mia carriera… anzi che brutta parola carriera, diciamo vita… nella mia vita ho incontrato diverse volte Pinocchio. Una volta l’ho fatto io, ma prima ancora dovevo interpretarlo per Fellini, un Pinocchio scritto da Cerami. Fellini aveva pensato di farlo insieme a me, mi ha disegnato tante volte nelle vesti di Pinocchio, purtroppo non ci siamo riusciti, ma ci ripenso continuamente a cosa sarebbe potuto venir fuori.

Vi lasciamo il video con la conferenza stampa romana di Pinocchio nella sua versione integrale!

A cura di Roberto Giacomelli

Video e foto di Rita Guitto

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