Predator: Killer dei killer, la recensione

Predator è tornato. La saga dedicata al cacciatore alieno più letale di sempre, negli ultimi anni, ha avuto una vera e propria rinascita, insieme a quella del “cugino” Alien. Dopo lo sfortunato The Predator di Shane Black, il brand è rimasto in stallo per qualche anno, fino all’acquisizione della 20th Century Fox da parte di Disney, che è riuscita a riportare in auge questo iconico franchise, nato nel 1987 con il capostipite diretto da John McTiernan e con protagonista Arnold Schwarzenegger.

Il primo passo verso questa nuova linfa vitale del franchise è stato Prey, prequel con protagonista Amber Midthunder nei panni della guerriera Comanche Naru, e diretto da Dan Trachtenberg, già regista dell’ottimo 10 Cloverfield Lane. Prey, uscito direttamente su Hulu/Disney+, si è rivelato un vero e proprio trionfo a livello di apprezzamento e successo sulla piattaforma, tanto che a Trachtenberg sono state consegnate le chiavi del franchise, con la possibilità di espanderlo con ulteriori prodotti.

Sapevamo che il regista era al lavoro su un nuovo film della saga, questa volta realizzato per il grande schermo: Predator: Badlands, con protagonista Elle Fanning, che si è già presentato con un trailer e che uscirà nelle sale il 6 novembre.

Ma, in gran segreto e parallelamente a Badlands, Trachtenberg si è occupato di un altro progetto dedicato agli Yautja. Un progetto di cui non si conosceva l’esistenza fino a pochi mesi fa, e che si è palesato un po’ a sorpresa. Predator: Killer dei Killer, film animato antologico disponibile su Disney+ dal 6 giugno, nuovo tassello ambientato nell’universo degli alieni cacciatori. Un vero e proprio “aperitivo” in attesa del piatto forte in uscita a novembre…e che aperitivo, ci sentiamo di dire!

“Andate tra le stelle, cercate solo la preda più forte. Sarà il vostro trofeo. Diventate killer dei killer”. Con questa didascalia direttamente dal Codice Yautja si apre Predator: Killer dei Killer. Il primo dei tre racconti che compongono il film si intitola Lo Scudo e vede protagonista Ursa, una guerriera vichinga intenzionata a vendicare la morte di suo padre, ucciso dal capo tribù Zoran quando lei era molto piccola. Il secondo racconto, La Spada, è ambientato nel Giappone feudale e vede protagonisti Kenji e Kiyoshi, due fratelli che, dopo essersi scontrati per decidere chi sarebbe succeduto al padre come nuovo signore della guerra samurai, si ritrovano dopo vent’anni, ma dovranno unire le forze per combattere una minaccia sconosciuta. Il terzo segmento, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di Torres, un giovane pilota che, dopo aver scoperto un’astronave aliena, capisce che in cielo c’è qualcosa di non umano che sta massacrando i membri del suo squadrone, e deciderà di intervenire.

Dan Trachtenberg si riconferma, dopo Prey, la persona giusta a cui aver affidato il franchise. Predator: Killer dei Killer è un prodotto eccezionale, un film che espande il franchise e la sua mitologia verso nuovi orizzonti, sfruttando al meglio quelle che sono, da sempre, le potenzialità e i punti di forza narrativi di questo fantastico universo.

La struttura antologica è particolarmente azzeccata, e permette a Trachtenberg (e al co-regista Joshua Wassung) di sbizzarrirsi e di giocare con la figura di Predator in diverse epoche, mettendo la creatura al centro di ambienti e situazioni che ricordano moltissimo alcune storie a fumetti sul personaggio pubblicate dalla Dark Horse Comics. I tre racconti vanno dritti al punto e il ritmo e l’intrattenimento rimangono sempre elevatissimi per tutta la breve durata dell’opera.

Dall’ambientazione innevata e tribale vichinga di Lo Scudo, all’adrenalinico e violento segmento quasi del tutto muto nel Giappone feudale di La Spada, fino alla spettacolare sequenza bellica e aerea di Il Proiettile, Trachtenberg si diverte a inserire il Predator in contesti inediti e che permettono agli Yautja di sfoderare le più disparate risorse e armi tecnologiche per dare la caccia alle loro prede.

L’animazione (che ricorda lo stile della serie Netflix Arcane) funziona benissimo e c’è una cura certosina in ogni singolo dettaglio. Le sequenze d’azione e combattimento sono spettacolari e dinamiche, e ogni Yautja è caratterizzato magnificamente a livello di design, carattere ed equipaggiamento tecnologico. La varietà di Predator è sempre stata uno degli elementi più affascinanti di questo universo, e Killer dei Killer porta avanti la tradizione ampliando il bestiario con alcuni nuovi, fantastici alieni cacciatori: da quello più corpulento all’esemplare più agile e scaltro, fino a quello più tecnologico e privo dei caratteristici dreadlocks; ognuno di questi Predator è unico nell’aspetto e nel tipo di arma che utilizza. Il film non si risparmia nemmeno sulla violenza, con alcune uccisioni particolarmente creative e momenti truculenti nel pieno stile della saga.

Ottime anche le musiche di Benjamin Wallfisch (IT capitolo 1 e 2, Blade Runner 2049, Alien: Romulus), che richiamano a più riprese il tema storico di Alan Silvestri, con alcuni riarrangiamenti che non potranno non far provare un brivido ai fan di lunga data.

Ma la vera sorpresa di Predator: Killer dei Killer è rappresentata dal terzo atto, dove le tre storie culminano in un contesto che rappresenta quanto di più esaltante un fan di Predator possa desiderare. Una vera arena da gladiatori sul pianeta nativo degli Yautja, in cui i protagonisti umani si scontrano tra loro (complice la distanza delle loro culture e il differente valore che ognuno di loro attribuisce alla morte), imparando poi a conciliare le loro diversità e a collaborare per combattere il nemico comune.

Al centro di tutto ci sono tematiche come la vendetta, l’onore, il sacrifico, la redenzione e il coraggio. Tutti temi che riguardano molto da vicino la nostra civiltà, ma anche quella degli Yautja (gli alieni cinematografici “evoluti” per eccellenza), e che trovano compimento in un finale particolarmente spettacolare.

Non mancano, inoltre, diversi easter eggs che sicuramente non passeranno inosservati agli occhi dei fan più attenti, e che sembrano inseriti appositamente per stuzzicare gli appassionati circa un futuro che mai è sembrato così roseo per la saga. Piccola chicca: nel cast vocale è presente anche il mitico Michael Biehn, il caporale Dwayne Hicks di Aliens – Scontro Finale! E a proposito, se aguzzate la vista potreste individuare anche qualche riferimento legato proprio agli Xenomorfi…chissà che un giorno queste due leggendarie creature non si incontreranno di nuovo!

Riccardo Farina

PRO CONTRO
  • Sfrutta a pieno il potenziale narrativo di Predator.
  • L’animazione.
  • Le scene di combattimento e quelle splatter.
  • Il design e la caratterizzazione degli Yautja.
  • Il finale in cui le tre storie si incontrano.
  • Dura solo un’ora e mezza…e ne vorresti di più!
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Valutazione: 8.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Predator: Killer dei killer, la recensione, 8.5 out of 10 based on 2 ratings

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