Room 666 e Room 999: un magnifico Box Blu-ray per raccontare la crisi del cinema secondo Wim Wenders e Lubna Playoust

Sfogliando le virtuali pagine del web, ancora oggi è facile imbattersi in articoli che cantano la magnificenza di Wim Wenders e di quel suo bellissimo Perfect Days che, presentato al Festival di Cannes nel 2023 ma uscito nelle nostre sale con Lucky Red a gennaio 2024, è fieramente rimbalzato nelle abituali classifiche di fine anno per almeno due anni consecutivi. Un film magnifico che, sin da subito, si è saputo imporre come un nuovo classico moderno. Ma la grandezza di un cineasta come Wim Wenders, o meglio ancora l’estrema genialità che fa di lui uno degli intellettuali più stimolanti del cinema contemporaneo, può essere ravvisabile – spesso e volentieri – anche quando si cimenta con il linguaggio documentaristico, sin da sempre a lui molto affine. Nel 1982, durante il Festival di Cannes, Wim Wenders si è reso protagonista di un esperimento cinematografico che ha dell’incredibile: ha raccolto alcuni tra i più importanti registi del momento per riflettere sulla salute del cinema nell’epoca in cui la televisione e l’home video sembravano essere una minaccia insormontabile. Il documentario è Room 666 (Chambre 666) e a questo, dopo quarant’anni esatti, è seguito Room 999 (Chambre 999) diretto dalla giovanissima Lubna Playoust che ripete l’esperimento aggiornandolo all’epoca dello streaming e delle piattaforme. I due film, che nell’insieme rappresentano una testimonianza preziosa circa la salute e la ciclicità dell’audiovisivo, sono disponibili in alta definizione Blu-ray grazie ad un bellissimo Box edito da CG Entertainment.
Di cosa parlano Room 666 e Room 999.
Festival di Cannes, 1982. Durante lo svolgimento della kermesse, Wim Wenders non se ne vuole stare con le mani in mano e così decide di affittare per tre giorni una camera d’albergo dell’Hotel Martinez (la camera 666, a detta di Wenders la sola rimasta sfitta durante lo svolgimento del Festival). Servendosi di una macchina da presa in 16mm e una troupe che comprendeva soltanto un cameraman e un tecnico audio, Wenders pensa di realizzare un documentario preziosissimo utile a riflettere sulla condizione del cinema in quel preciso periodo storico in cui la settima arte sembra messa in ginocchio dalla televisione e dall’espansione dell’home video. Per fare questo, il regista di Düsseldorf invita tutti i registi in gara quell’anno a Cannes per riflettere sull’argomento. Saranno lasciati da soli nella stanza per dieci minuti (il tempo di durata massimo della bobina), con il compito di auto-gestire inizio e fine della ripresa video e sonora, liberi di rispondere senza alcun condizionamento a quella domanda trovata scritta su un foglio e che recita: il cinema è un linguaggio che andrà perduto, un’arte che sta per morire?. All’appello rispondono tutti ma solo 15 registi si prestano davvero all’esperimento mettendo in luce il loro pensiero, a volte pessimistico e altre incredibilmente ottimistico. Tra loro ci sono Jean-Luc Godard, Paul Morrissey, Rainer Werner Fassbinder, Werner Herzog, Steven Spielberg, Michelangelo Antonioni e l’autore curdo Yilmaz Güney che, per questioni politiche, ha potuto presenziare solo con una registrazione audio.
Il documentario, che visto soprattutto con gli occhi di oggi ha la valenza di un eccezionale ed illuminante documento storico, in soli 45 minuti di durata riesce a restituire una fotografia dell’epoca che lascia interdetti.
Incredibile come nel 1982 il cinema aveva esattamente le stesse paure di oggi, solo con la tv al posto delle piattaforme streaming. Ed è incredibile come molti registi, davanti a quel fenomeno funesto, ragionavano esattamente come molti colleghi – quarant’anni dopo – riflettono sull’avvento dell’intrattenimento on demand. In modo particolare, colpiscono le testimonianze – montate in successione – di Jean-Luc Godard e Paul Morrissey che, ponendosi in una posizione opposta, compiono un ragionamento che sa essere spaventosamente moderno ed attuale, quasi all’insegna di un abbattimento completo della parete spazio-tempo. Nel 1982 ci si domandava (Godard) come fosse possibile che al Cinema, un’attrazione da fiera nata per stupire con le sue immagini enormi fruibili da lontano, possa essere preferita la televisione che si pone al suo esatto opposto: immagini sempre più piccole che vanno viste molto da vicino. Di contro si risponde (Morrissey) che la televisione è preferibile al Cinema poiché più immediata, più ricca nell’offerta e capace di rendere un divertimento maggiore lasciando chi guarda seduto comodamente a casa.
Un discorso così contemporaneo che non poteva certo essere lasciato lì. Ecco, perciò, che esattamente quarant’anni dopo la giovane regista Lubna Playoust si sente in dovere di ripetere l’esperimento e così, durante il Festival di Cannes 2022, affitta una stanza dell’albergo Martinez e invita i registi presenti alla kermesse per sottoporsi ad un’intervista-libera che ha le stesse modalità dell’esperimento di Wenders. Questa volta, Wim Wenders è tra gli intervistati e la domanda è pressappoco la stessa solo che la riflessione, in automatico, si sposta al mondo delle moderne piattaforme streaming. In un minutaggio eccessivo (e qui, di nuovo, la grandezza di Wenders che nel 1982 aveva saputo condensare al meglio le testimonianze facendo una sintesi perfetta e sublime del discorso) che questa volta sfiora l’ora e mezza (85 minuti), in Room 999 i registi chiamati a dare il loro contributo sono molti di più, trenta per l’esattezza, e quest’aumento del numero conduce ad una tesi che, questa volta, sa risultare anche dispersiva e fuori fuoco. Oltre a Wenders, tra i registi che hanno accettato di sedersi nella camera dell’Hotel Martinez nel 2022 ci sono: David Cronenberg, Baz Luhrmann, Asghar Farhadi, Paolo Sorrentino, Alice Rohrwacher, Ruben Östlund, Albert Serra (che è forse l’unico ad essere schietto e diretto verso ciò che pensa, evitando democratici o filosofici giri di parole), James Gray e Pietro Marcello.
L’edizione Box Blu-ray di Room 666 e Room 999.
Vi avevamo parlato già qualche mese fa dell’incredibile missione di recupero che sta svolgendo CG Entertainment, in collaborazione con Wim Wenders Stiftung, nei confronti della filmografia del regista di Paris, Texas (anche questo titolo sarà disponibile a breve in edizione Blu-ray + 4UHD grazie ad una meravigliosa iniziativa start-up sempre a marchio CG). Vi abbiamo parlato delle edizioni restaurate e restituite al mercato home video in alta definizione Blu-ray di Alice nelle città e Nel corso del tempo, di L’amico americano e Non bussare alla mia porta, di Il cielo sopra Berlino e The Million Dollar Hotel. Oggi vi parliamo anche di Room 666 e Room 999, entrambi i documentari resi disponibili per la prima volta sul mercato home video italiano in un bellissimo Box ad alta definizione Blu-ray contenente 2 dischi (uno per ogni film) e diversi contenuti speciali che impreziosiscono ancora di più quest’edizione CG Entertainment.
Nulla da eccepire sulla qualità video/sonora di entrambi i film. Trattandosi di due documentari realizzati con mezzi irrisori e interamente a camera fissa dentro una stanza d’albergo, la qualità tecnica è per forza di cosa basica. Nonostante ciò, CG si impegna a restituire i due documentari in edizioni ben curate anche sul piano tecnico e che mostrano un quadro video molto nitido (tanto il film del 1982, girato in pellicola, quanto quello del 2022 realizzato in digitale) unito ad un reparto sonoro di qualità che offre un doppio ascolto DTS-HD Master Audio 2.0 e Dolby Digital 2.0 per Room 666 e un DTS-HD Master Audio 5.1 e Dolby Digital 5.1 nel caso di Room 999. Entrambi i film sono presentati solo in lingua originale sottotitolata; dunque, ogni regista è stato lasciato libero di parlare nella propria lingua d’origine (o in quella che lo metteva maggiormente a proprio agio).
Nel caso di Room 666, forse anche spinta dalla breve durata dell’opera, CG Entertainment mette a disposizione anche una quantità di contenuti extra impressionante che vede, a parere di chi scrive come vera ciliegina sulla torta, una meravigliosa intervista esclusiva a Wim Wenders (20 minuti) in cui il regista approfondisce ulteriormente il suo Room 666 rivelando l’interessante backstage del film, le sue modalità di azione e accennando alla testimonianza di altri registi che – forse indisposti dall’iniziativa dell’allora giovane Wenders – hanno partecipato all’esperimento senza fornire alcun contributo, facendo solo sprecare metri e metri di pellicola. Oltre a quest’intervista, sul disco Blu-ray di Room 666 troviamo anche 5 cortometraggi diretti da Wenders e che mettono noi collezionisti nella possibilità di possedere l’Opera di Wim Wenders nella sua forma più completa possibile. I cortometraggi sono: Arisha, The Bear, and the Stone Ring (1992), From the Family of Reptiles The Island (1974), Reverse Angle (1982), Same Player Shoots Again (1967), Silver City Revisited (1968).
Tra i contenuti extra presenti sul secondo disco, dunque quello di Room 999, invece, troviamo più semplicemente il trailer del film e un’auto-dichiarazione di pochissimi minuti della regista Lubna Playoust che illustra i motivi che l’hanno spinta a realizzare un sequel di quel grandissimo lavoro pensato e girato da Wenders nel 1982.
Giuliano Giacomelli
ROOM 666 + ROOM 999 di Wim Wenders e Lubna Playoust
Label: CG Entertainment
Formato: Cofanetto Blu-ray disc (disponibile anche in edizione DVD)
Video: 4/3 – 1.33:1 – HD1080p 25p*
Audio: Room 666 Originale DTS-HD Master Audio 2.0 / Originale Dolby Digital 2.0 Room 999 Originale DTS-HD Master Audio 5.1 / Originale Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: italiano
Extra: Room 666 I corti di Wim Wenders: Arisha, The Bear, and the Stone Ring (1992), From the Family of Reptiles The Island (1974), Reverse Angle (1982), Same Player Shoots Again (1967), Silver City Revisited (1968). Intervista a Wim Wenders su Room 666. Room 999 Lubna Playoust presenta Room 999, Trailer
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