Solo Ossa: abbiamo fatto qualche domanda all’autore del sequel di Denti da latte, Luca Ruocco

Disponibile già dallo scorso novembre nelle librerie e gli store on line grazie alla casa editrice Bakemono Lab, Solo Ossa è il secondo romanzo della saga horror per ragazzi inaugurata nel 2022 da Denti da latte. C’è sempre il poliedrico Luca Ruocco dietro questo sequel che riporta in azione il piccolo vampiro Vali e suo padre Bela, stavolta immersi in una spettrale avventura ambientata ad Halloween.
Abbiamo incontrato l’amico Luca Ruocco per fargli qualche domanda su Solo Ossa e l’autore ci ha preparato un’illustrazione esclusiva (di sole ossa, ovviamente) per celebrare questa sua nuova visita in Casa Darkside. La potete trovare in coda all’intervista.
Il piccolo Vali e il suo apprensivo padre Bela tornano, avvolti dalle tenebre, a parlare ai piccoli lettori appassionati di mostri. Come nasce l’idea di dare un seguito a Denti da latte?
Inizialmente non avevo in mente di dare un seguito alla storia di Vali e Bela che avevo raccontato in Denti da Latte – Una storia di Vampiri cattivi cattivi. L’avevo pensata e scritta come una storia autoconclusiva. Devo dire che il pensiero di continuare a raccontare la non-vita dei miei Vampiri aveva cominciato a serpeggiare quando qualche lettore, in fiera e sui social, dopo aver letto il libro ha cominciato a chiedere notizie e aggiornamenti sui protagonisti. Ma la vera scintilla è stata l’esplicita richiesta della mia editrice, Valentina Cestra che ha fondato e gestisce Bakemono Lab. Ha aperto appositamente una collana omonima proprio per inserire Denti da Latte nel catalogo della casa editrice e mi ha chiesto di iniziare a pensare a un sequel, che poi è arrivato in libreria a circa due anni dal primo libro. L’idea è stata da subito quella di raccontare un Vali più grande e autonomo: lo avevamo lasciato come piccolo neonato da poco arrivato nella casa di Bela. Un neonato Vampiro dalle caratteristiche decisamente non canoniche, anzi preoccupanti per suo padre, che invece è un succhiasangue classico e tradizionalista. In Solo Ossa sono passati circa una decina di anni, niente per un Vampiro canonico, ma non per Vali, che contrariamente alla norma dei non-morti è cresciuto e frequenta quella che potrebbe essere definita la scuola media inferiore per le creature della notte.
Il primo romanzo parlava di accettazione del diverso e anche Solo Ossa torna, con originalità, ad affrontare il tema parlando di inclusione e diversità, soprattutto nell’introduzione del personaggio del piccolo scheletro senza memoria. Puoi dirmi di più sulla scelta di queste tematiche? Come sei riuscito ad adattarle al mondo dei mostri che parla a un pubblico di bambini?
Sono cresciuto leggendo e rileggendo Tiziano Sclavi. Non solo Dylan Dog, ma anche gli altri fumetti che ha scritto, i suoi romanzi, i racconti… Quel suo “io sono i mostri” riferito al possibile transfer dell’autore nel personaggio dell’indagatore dell’incubo, che poi è stato declinato e reso più universale ne “i veri mostri siamo noi”, è un concetto così semplice ma allo stesso tempo illuminante, da essere riuscito a trasformare un fumetto popolare in un fenomeno culturale. Sicuramente questo è un concetto che ho fatto mio, dico nella vita di tutti i giorni, non solo nella scrittura. Un altro tassello che mi ha portato ad affrontare i temi dell’inclusione e della diversità, parlando di Vampiri, è il fatto di aver sempre pensato che quando la cultura di genere, l’horror in particolare, riesce a includere al suo indispensabile cuore ludico il plusvalore di compiere un ritratto della realtà sociale ne viene sempre fuori qualcosa di migliore. Più solido, più importante. Una storia dell’orrore può, meglio di altri tipi di narrazione, assorbire le pieghe più negative della realtà contemporanea, per denunciarle, criticarle ma anche rielaborarle cercando di suggerirne soluzioni. Il tempo che viviamo è molto buio. Sembra una situazione paradossale, ma più andiamo avanti, più quello che ci circonda evolve e diventa moderno, e più tutto sembra chiudersi su sé stesso. La società può diventare qualcosa di spaventoso, se qualcuno riesce a convincerci che l’altro è qualcuno da cui guardarsi le spalle e che le differenze sono motivo di disprezzo, di sfiducia o di spavento. Io e i miei Vampiri non siamo d’accordo e cerchiamo di dire la nostra ai nostri lettori. A quelli piccoli, in primis, ma anche a quelli più grandi. Sperando raggiungere i cuori e le teste. Nel mondo di Denti da Latte e Solo Ossa i Vampiri sono molto differenti l’uno dall’altro, ne esistono di estremamente classici ma anche di molto appariscenti, e sono tutti veri, pescati dalle varie tradizioni folkloriche di tanti Paesi. Anche nel loro mondo può esserci un po’ di resistenza iniziale nell’accettare le caratteristiche singolari che sono proprio di ogni non-morto, ma alla fine i succhiasangue riescono sempre a guardare oltre all’apparenza e ad arrivare a vedere nell’altro un Vampiro speciale, mai uno sbagliato. I Vampiri non hanno la super-vista, quindi non si tratta di occhi migliori… forse sono solo un po’ più intelligenti di noi uomini normalmente vivi!
Grazie alle illustrazioni di Stefano Tambellini, scopriamo dalla copertina che un personaggio emblematico del romanzo ha le fattezze di Dario Argento. A chi è venuta questa idea e perché?
Si tratta di un gioco che faccio nei miei romanzi. Nel mondo dei Vampiri della saga Denti da Latte ci sono anche dei vivi che hanno ruoli secondari ma comunque rilevanti. Tutti quei personaggi, quegli uomini vivi, hanno le fattezze di grandi nomi del cinema dell’orrore! Il dottor Frankenstein, ad esempio, che già era presente nel primo volume e ritorna in Solo Ossa, ha il volto di Vincent Price. Sono degli omaggi a persone che hanno fatto grande il genere con cui sono cresciuto e che spero di far amare a chi ci si avvicinerà grazie a queste storie. Ora c’è anche questo nuovo personaggio, che assomiglia a un giovane Dario Argento. Non posso rivelare di che personaggio si tratta, per non rovinare la lettura a nessuno, ma se con Stefano Tambellini abbiamo pensato di inserirlo in copertina sarà di certo importante per l’evolversi della nuova storia…
Ti dico un’altra cosa: questo gioco lo estendo anche ad altri scritti non appartenenti all’universo di Denti da Latte. Fra i fumetti che ho scritto per Bugs Comics, ad esempio, ce n’è uno ambientato nel mondo dei freak show. Anche lì fa la sua apparizione uno strano dottore con le fattezze di Price. In quel caso disegnato da un altro grande artista: Francesco Dossena. Nessuno lo saprà mai, ma si tratta dello stesso dottore.
Oltre al riferimento ad Argento, Solo Ossa è pieno di citazioni, che poi sono il modo più diretto per parlare anche al pubblico adulto. Mi puoi raccontare da cosa nascono i riferimenti pop che scoviamo tra le pagine del romanzo?
Nascono tutti dall’amore per il genere horror, per i film fantastici, per i personaggi bizzarri, le storie dalle atmosfere cupe. Ho cominciato ad appassionarmi alle storie dell’orrore da piccolissimo, in età ancora prescolare, grazie a mio nonno materno e da quel momento non me ne sono più voluto allontanare. In entrambi i miei romanzi per giovani amici dell’horror c’è tutto un livello pensato per parlare direttamente a un pubblico adulto. Lo faccio non solo per allargare la platea di lettori, ma perché mi piacerebbe che Denti da Latte e Solo Ossa fossero, oltre che un primo approccio al genere più spaventoso per i più piccoli, anche una lettura condivisa tra genitori e figli, tra grandi e piccoli. Se i più giovani posso specchiarsi nel protagonista della sala, i grandi hanno modo di vivere il loro viaggio al fianco di Bela che quando non è co-protagonista, è sempre testimone più o meno vigile delle avventure orrorifiche di suo figlio. E vivendo queste avventure insieme a Vali e Bela, inizia a crearsi un leggero bagaglio di titoli e personaggi che i lettori più piccoli potranno sviluppare e approfondire da soli, con il tempo che decideranno di dedicare a questo nuovo mondo.
Bolle qualcosa in pentola per una terza avventura del vampiretto Vali?
Diciamo che io e Bakemono Lab abbiamo dei progetti a riguardo, che includono altri romanzi ma non solo. È ancora presto per parlarne, visto che Solo Ossa è arrivato in libreria da appena un paio di mesi. Per ora siamo interessati a seguirne la vita editoriale. Il 22 e il 23 febbraio, ad esempio, saremo presenti a Oblivion – Fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale alla Città dell’Altra Economia di Roma. Allo stand Bakemono avremo il piacere di incontrare piccoli e grandi amici dell’horror… e personalmente sarò più che felice di rovinare le copie acquistate in fiera con lo sketch di uno scheletro o di un Nosferatu!
E a proposito di copie “rovinate”, ecco il nostro personale sketch!
A cura di Roberto Giacomelli
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