Archivio tag: Jeff Goldblum
Wicked, la recensione
La strega è morta, viva la strega!
Storpiando la formula con cui la monarchia francese annunciava la morte di un Re e l’avvento del suo successore, possiamo salutare la morte e la rinascita della famigerata Strega dell’Ovest, temibile e spaventosa creatura dalla pelle verdastra che terrorizzava il regno di Oz nell’opera immortale di L. Frank Baum. Wicked, infatti, si apre proprio con la morte della strega e con la notizia che si diffonde nel regno, con la strega buona del Nord che porta la lieta novella introducendo l’effige di paglia dell’altra con cui fare un falò in piazza. Ma la Buona Strega di nome Glinda ha una storia da raccontare che getta una nuova luce sulla sua avversaria, all’anagrafe Elphaba, con la quale aveva stretto un gran rapporto di amicizia. Glinda (che un tempo si chiamava Galinda) ha conosciuto Elphaba all’Università per Maghi di Shiz dove la futura Strega dell’Ovest era una mite matricola discriminata da tutti per il colore della sua pelle. Ma l’autoritaria Madame Morrible vide proprio in Elphaba le scintille di una potente magia, favorendo il suo incontro con il Mago di Oz e scatenando l’invidia di Galinda. Un’invidia che però si è trasformata in complicità prima che Elphaba fosse spinta a diventare la Strega Malvagia che tutta Oz ha imparato a temere.
Kaos: il crime mitologico che attendevamo dai tempi di American Gods
Nel 2017 il mondo nerd in tutte le sue svariate ramificazioni (cinefili, bibliofili, fumettari) non stava più nella pelle mentre attendeva l’uscita su Prime Video di American Gods, la serie tratta dall’omonimo romanzo dell’autore di culto Neil Gaiman. Questa frenesia era dovuta al fatto che American Gods, come It e Il Trono di Spade, è scritto in maniera così realistica da riuscire ad affascinare anche coloro che non masticano il genere del fantastico, ed è diventato quindi uno di quei testi-guida che possono aprire le porte della speculative fiction ai più insospettabili lettori.
Purtroppo la serie tv, dopo una meravigliosa prima stagione, esagerò con il simbolismo e fu interrotta al ventiseiesimo episodio, lasciando i pochi fans “appesi” quanto il suo protagonista Shadow Moon. Ma evidentemente Charlie Covell, colei che ci ha regalato quel gioiello di umorismo nero di The End of the f***ing World, aveva bene in mente l’opera originaria di Gaiman ed è riuscita a riformularne al meglio i cardini narrativi, regalandoci la prima stagione di Kaos, uscita su Netflix questo 29 agosto.
Jurassic World – Il dominio, la recensione
Quanto iniziato nel 2015 da Colin Trevorrow con Jurassic World e proseguito nel 2018 da Juan Antonio Bayona con Jurassic World – Il regno distrutto era destinato a portare esattamente a Jurassic World – Il dominio, terzo capitolo della nuova saga sui dinosauri nonché sesto se inserito nel più ampio progetto “Jurassic” inaugurato da Steven Spielberg nel 1992. Tutti i segnali ci suggerivano che il confine tra l’uomo e il dinosauro sarebbe stato abbattuto: niente più recinzioni e gabbie, ma una coesistenza che in alcuni casi è pacifica, in altri molto rischiosa. Segnali che ci stavano conducendo anche verso l’attuazione di uno sfruttamento collaterale dei dinosauri da parte dell’uomo, non solo relegato ai parchi a tema, ma più ampio e meschino come l’impiego in campo militare o il semplice capriccio qualche milionario che vuole esibire in cortile un animale estinto miliardi di anni fa. Un percorso tracciato, dunque, che allo stesso tempo ci prende un poco in contropiede quando ci accorgiamo che Jurassic World – Il dominio alterna questa visione originale sulla materia con un inaspettato ritorno alle origini, adagiandosi su meccanismi tanto sicuri quanto, ahinoi, troppo risaputi.
Venezia 75. The Mountain
Una pattinatrice sul ghiaccio volteggia con una lentezza surreale. Unico suono le lame che scivolano sulla pista. Poi la voce del protagonista taglia il silenzio.
Questo il significativo inizio di The Mountain, ultimo film di Rick Alverson in concorso alla 75 Mostra del Cinema di Venezia.
Andy (Tye Sheridan) è un ragazzo introverso e taciturno, modellato dal padre, un pattinatore professionista ora diventato insegnante, che porta il ghiaccio anche fra le mura domestiche, e la madre assente, internata da anni in ospedale.
La vita di Andy scorre estremamente monotona fra silenzi alla pista di ghiaccio e silenzi a casa, fino a quanto, repentina (soprattutto nella messa in scena), sopraggiunge la morte del padre.
Thor: Ragnarok, la recensione
Sono passati quasi dieci anni da quando è nato il Marvel Cinematic Universe, un doppio lustro costellato di successi, storie fantastiche e personaggi meravigliosi che hanno preso corpo (spesso per la prima volta) sul grande schermo. Quella che ne è venuta fuori possiamo definirla senza remore la più importante e influente produzione cross mediale dai tempi di Star Wars. Ora, giunti al diciassettesimo film dell’MCU, ovvero Thor: Ragnarok, notiamo il primo vero scricchiolamento di una macchina che, fino ad oggi, non ha mai mostrato incredibilmente momenti di stanca.
Mortdecai, le video interviste al regista e agli attori
Sarà nei cinema questo giovedì, 19 febbraio, il nuovo e atteso film che ha per protagonista Johnny Depp, Mortdecai, diretto da David Koepp e distribuito in Italia da Adler Entertainment.
Nell’attesa, possiamo mostrarvi degli interessanti materiali d’approfondimento, ovvero delle video-interviste che il regista e il cast hanno rilasciato qualche giorno fa. Protagonisti dei video David Koepp, Gwyneth Paltrow e Jeff Goldblum.
Il nuovo full trailer italiano di Mortdecai!
Qualche giorno fa, la Adler Entertainment ci ha mostrato il primo trailer italiano di Mortdecai, la spy-comedy con Johnny Depp che arriverà nei nostri cinema dal 19 Febbraio (qui il nostro articolo). Oggi possiamo mostrarvi il secondo trailer ufficiale, più folle e lungo, il full trailer!
Johnny Depp nel trailer italiano di ‘Mortdecai’
Le Week-end, la recensione
Uscito in Gran Bretagna lo scorso anno e distribuito in Italia dalla Lucky Red, arriva solo ora nei nostri cinema Le Week-End, una commedia agrodolce che ruota attorno al fine settimana a Parigi di due non più giovani innamorati alle prese con i tanti anni trascorsi insieme. Conosciuto maggiormente per il suo lavoro più celebre, l’intramontabile Notting Hill, il regista Roger Michell torna al cinema dopo il fiasco di A Royal Weekend con un’altra pellicola firmata in collaborazione con lo scrittore Hanif Kureishi, il quarto della coppia dopo Venus, The Mother e The Buddha of Suburbia. Per questo film però il regista cambia strategia affidando l’intera pellicola a nessun volto noto o iconico come Hugh Grant o Julia Roberts, ma piuttosto alla bravura di due diciamo sconosciuti Jim Broadbent e Lindsay Duncan, che portano avanti con innata eleganza l’intera narrazione. Roger Michel, da regista sensibile ed introspettivo, dirige un film che è una piccola gemma preziosa, un ritratto dolce e romantico, malinconico ma anche spiritoso, disperato e allo stesso tempo pieno di speranza sull’amore maturo e sulle difficoltà di continuare ad amarsi nonostante gli anni che passano, nel tentativo di riaccendere una passione ormai spenta dal tempo.
The Grand Budapest Hotel, la recensione
Il buon vecchio Wes è finalmente tornato sui nostri schermi con l’attesissimo The Grand Budapest Hotel, ricompensando la pazienza dei suoi numerosissimi estimatori italiani. La fortunata pellicola, prima di approdare nella Penisola, ha infatti viaggiato per tutta l’Europa (e non solo, riscuotendo critiche per lo più positive e portando a casa soddisfazioni di un certo livello, quali il Gran Premio della Giuria alla 64° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Dopo visione del lungometraggio, non è affatto difficile comprendere la ragione di tanto entusiasmo. Wes Anderson, regista di gioielli quali I Tenenbaum e Moonrise Kingdom, cultore del dettaglio e artista dell’atmosfera, colpisce ancora una volta il bersaglio, portando sul grande schermo una vicenda squisitamente confezionata, dal sapore vintage e dal retrogusto noir, nella quale lo spettatore viene introdotto a poco a poco, con la meticolosa cautela dell’esploratore e l’eccitante curiosità del lettore, attraverso uno sfizioso gioco di scatole cinesi.