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Il mostro della cripta e They Talk: in home video il nuovo cinema horror Made in Italy

Esplorando nello sconfinato e costantemente in crescita listino home video di CG Entertainment possiamo notare che, ormai da diverse settimane, sono apparsi due nuovi titoli che si fanno manifesto del nuovo cinema horror Made in Italy. Entrambi rilasciati da Vision Distribution nel cuore della scorsa estate, come specchio di quel pensiero un po’ vetusto che vede l’horror come un genere che può funzionare maggiormente nella stagione più calda, vi parliamo de Il mostro della cripta di Daniele Misischia e They Talk e Giorgio Bruno.
Disponibile in blu-ray Malignant, l’istant cult horror firmato da James Wan

Non è azzardato considerare James Wan uno dei più concreti eredi del movimento New Horror hollywoodiano che si è sviluppato nell’underground cinematografico post-sessantottino. Fermo restando che nel cinema del giovane regista di origini malesi non c’è (e non ci vuole essere) quel fervore politico e quegli intenti sociali che muovevano le opere dei primi Romero, Cronenberg, Craven e Hooper, nel suo operato si nota comunque una diretta influenza da stili, argomenti e topòi in generale che hanno caratterizzato la rinascita del cinema horror americano. Sin dai suoi esordi cinematografici, Wan ha dimostrato di essere uno spettatore affamato di immagini, uno studente diligente e un vero e proprio fan del “cinema del passato”. Proprio grazie a questo suo nutrito amore verso certo cinema, James Wan è adesso tra gli autori di punta di questo genere, capace non solo di inanellare un successo economico dietro l’altro, ma anche di vantare un corposo numero di pellicole oggi considerate tra i classici contemporanei del cinema horror. Con Malignant, rilasciato nelle nostre sale lo scorso settembre sollevando sin da subito un certo fomento nella critica di settore, James Wan realizza un instant-cult che potrebbe lanciare nell’immaginario cinematografico horror un nuovo e fantasioso boogeyman. Il film adesso è finalmente disponibile in blu-ray grazie a Warner Bros Home Entertainment.
It Follows, la recensione

Il cinema horror ha delle regole ben precise, ogni affezionato spettatore lo sa e un grande maestro che oggi non c’è più come Wes Craven le sviscerò e ci rise su in quel capolavoro che risponde al nome di Scream (1996). Da allora trovare un mood che rielaborasse in maniera originale quei dettami è stato arduo, forse solo Drew Goddard ci è riuscito con il geniale Quella casa nel bosco (2012) e un pochino Scott Glosseman con il mockumentary Behind the Mask – Vita di un serial killer (2006), che prendeva atto dello slasher movie per raccontarlo dal punto di vista dell’assassino. Oggi però arriva un altro film horror manifesto che, a differenza di gran parte dei suoi predecessori, non utilizza l’ironia per accattivare il pubblico, né si pone in maniera metacinematografica in confronto al genere. Si intitola It Follows e omaggia il periodo più fiorente per il genere rielaborandone completamente gli stereotipi.