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Strange Darling, la recensione

Mentre scorrono le note di Love Hurts, nella cover di Z. Berg e Keith Carradine, seguiamo la fuga disperata di una ragazza dalle grinfie di un uomo armato di fucile. Lei è spaventata, ferita, con il volto impiastricciato di sangue, il trucco sciolto dalle lacrime e dal sudore, che cerca riparo in un bosco adiacente a una strada di campagna. È il folgorante inizio di Strange Darling, opera seconda di JT Mollner, che segue appunto il drammaticissimo tentativo di sopravvivenza di una donna in quello che possiamo considerare il più classico meccanismo del gatto che dà la caccia al topo. Lei è la final girl dei film horror, è un archetipo e in quanto tale non ha un nome ma una indicazione generica, the Lady. Così come lui, l’inseguitore, l’uomo violento che imbraccia un fucile a pompa, è identificato come the Demon, il mostro predatore, simbolo del maschio tossico, delle derive del patriarcato, un’entità astratta di forte connotazione negativa e violenta che ha il solo scopo di plagiare e distruggere l’innocenza.
Ma attenzione! Come ci avvisa un cartello in apertura film, Strange Darling è un thriller in 6 capitoli e quello con cui la storia ci viene presentata è il capitolo 4.
Strange Darling, dal 13 febbraio al cinema il thriller rivelazione dell’anno!

Vertice360 porterà nei cinema italiani, a partire dal 13 febbraio, Strange Darling, il thriller rivelazione del 2024 scritto e diretto da JT Mollner, che, al suo debutto negli Stati Uniti, ha subito messo d’accordo critica e pubblico. “Capolavoro geniale” – secondo uno spettatore d’eccezione come Stephen King – Strange Darling è un film ricco a livello narrativo e visivo, girato interamente in 35mm.
Nell’arco di sei capitoli disposti in ordine non lineare, Mollner si diverte a stravolgere le aspettative del pubblico, alterando le barriere tra i generi in questo thriller che sconfina nell’horror, con qualche sfumatura di true crime e che, nella sua corsa vertiginosa verso l’epilogo, viene contaminato da suggestioni prese a prestito addirittura dal romance.