Troppo azzurro: in DVD la commedia italiana che racconta la generazione delle occasioni mancante

Nelle scorse settimane il listino CG Entertainment ha accolto come nuovo titolo Troppo azzurro, ovvero l’esordio dietro e davanti la macchina da presa del giovanissimo Filippo Barbagallo, classe 1995, noto per aver sceneggiato Grosso guaio all’Esquilino – La leggenda del Kung Fu diretto dagli Younuts e per essere il figlio del celebre produttore cinematografico Angelo Barbagallo. Il film, che si presenta come una commedia dal tono molto indie, si fa racconto della generazione delle occasioni mancate: ovvero i venticinquenni che vivono costantemente schiacciati dall’ansia, da dubbi esistenziali e da un’apatia generale che lì confina costantemente all’angolo. Il film di Barbagallo è disponibile per l’acquisto da diverse settimane e solo su supporto DVD.

Di cosa parla Troppo azzurro.

Dario (Filippo Barbagallo), 25 anni, è un adulto ancora fortemente aggrappato a quel suo equilibrio adolescenziale da cui non intende staccarsi: vive serenamente a casa con i suoi, non ha alcun tipo di responsabilità, e frequenta lo stesso identico gruppo di amici del liceo. Mentre il mondo va avanti lui resta lì, fermo, ancorato a quelle poche certezze che lo fanno stare tranquillo. Durante un torrido agosto romano, rimasto a casa da solo, Dario inizia a frequentare Caterina (Alice Benvenuti), una ragazza conosciuta per caso al pronto soccorso. Caterina è gentile, educata, eppure capace di mettere Dario in crisi nel momento in cui esterna la volontà di trasformare quella frequentazione in qualcosa di un po’ più strutturato. In fuga da Caterina, Dario finisce per cadere tra le braccia di Lara (Martina Gatti), quella ragazza “irraggiungibile” e di cui è stato sempre innamorato. Ma l’incanto finisce ancora una volta quando anche Lara inizia a chiedere qualcosa di più. Presto, molto presto, Dario dovrà fare la temuta scelta: lasciarsi in qualche modo andare o restare da solo in quella sua tranquilla comfort zone. 

Un giudizio critico.

Presentato in anteprima assoluta alla Festa del Cinema di Roma 2023 e poi distribuito nelle nostre sale cinematografiche sotto il marchio Vision Distribution, Troppo azzurro di Filippo Barbagallo si è mostrato sin da subito come un oggetto strano e da guardare con sospetto, una commedia fuori dai meccanismi narrativi tipicamente italiani ma anche un film che è entrato a gamba tesa in quella lista di progetti che hanno nutrito il fenomeno del nepo-baby (i bambini del nepotismo). 

Uscito fuori praticamente dal nulla, quindi compiendo uno scatto ancora più estremo rispetto a quello di Pietro Castellitto, Filippo Barbagallo si ritrova a 25 anni – e senza nessun reale background artistico – a scrivere e dirigere la sua opera prima, interpretando persino il ruolo di protagonista senza aver mai avuto nemmeno un percorso attoriale, con un budget tra le mani di quasi un milione e mezzo (stando alle cifre dichiarate). Come si fa, dunque, a non avere il sospetto che questo risultato sia derivato dal suo essere figlio del noto produttore della BiBi Film Angelo Barbagallo? 

In un momento storico in cui il cinema italiano si mostra sempre così tanto timoroso di rischiare e di lasciarsi andare (un po’ come il protagonista di questo film), Troppo azzurro ha il privilegio di essere un autentico one-man-show in cui Barbagallo viene messo nella posizione di poter fare ciò che vuole alla faccia di tutti quei giovani registi, sceneggiatori e attori che invece lottano da anni per poter trovare un piccolo spazietto in questo difficilissimo mondo.

Troppo azzurro è una commedia leggera, leggerissima, che quasi avanza in punta di piedi all’interno di un racconto effimero e disorientato che sembra composto da quelle stesse incertezze della generazione di cui il film parla. 

Guardando molto nella direzione del nuovo cinema indie statunitense, ma anche un po’ agli esordi di Nanni Moretti o di Massimo Troisi (con tutte le differenze del caso, sia chiaro!), Filippo Barbagallo realizza dunque un film che ha lo stesso carattere del suo protagonista: è timido, incerto, tenuto a freno da una costante paura di sbilanciarsi troppo. E se durante la visione questo carattere introverso riesce ad apparire anche come un pregio, a fine corsa la sensazione che si ha è quella di aver assistito solamente ad uno spettacolo ego-riferito utile a dare sfogo all’incontenibile desiderio di apparire del suo autore. 

L’edizione DVD di Troppo azzurro.

Uscito in sala ad inizio maggio senza fare troppo rumore (e comunque peccato, perché con una distribuzione più attenta avrebbe senz’altro potuto raggiungere il suo pubblico in modo assai più performante), Troppo azzurro è disponibile da qualche settimana in home video grazie ai canali distributivi di CG Entertainment che, per l’occasione, decide di distribuire l’opera prima di Barbagallo solamente su supporto standard DVD.

Quello che ci viene offerto da CG, tuttavia, è un Digital Versatile Disc molto basico che purtroppo non offre nessun contenuto extra. Davvero un peccato perchè nel caso di un film come questo sarebbe stato interessante conoscere qualcosa di più sulla genesi produttiva e sulla visione artistica del giovane autore.

Tecnicamente il DVD risulta piuttosto valido pur dovendo stare dentro i limiti tecnici dettati dal supporto. Il quadro video, dunque, restituisce un’immagine piuttosto nitida accompagnata da un reparto audio di qualità con un doppio ascolto squillante sia in Dolby Digital 5.1 che Dolby Digital 2.0.

Giuliano Giacomelli

TROPPO AZZURRO di Filippo Barbagallo

Label: CG Entertainment e Vision Distribution

Formato: DVD

Video: 16/9 – 1.66:1

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1 / Italiano Dolby Digital 2.0 / Audiodescrizione

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Non previsti

Puoi acquistare il DVD di Troppo azzurro cliccando su questo link.

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