U.S. Palmese, la recensione

Ci sono film brutti e poi ci sono film che fanno arrabbiare. U.S. Palmese appartiene miracolosamente ad entrambe le categorie.
Vi dico la verità, non mi aspettavo molto, conoscendo il cinema dei Manetti Bros., e il trailer già tradiva le debolezze strutturali del film. Ma mai avrei immaginato un risultato così sciatto e visivamente raffazzonato. La cosa più sconcertante è che, se solitamente le carenze narrative emergono su una base tecnica solida, qui la bruttezza visiva e produttiva oscura persino i problemi di scrittura.
La trama è semplice: una giovane e promettente stella del calcio, il francese Etienne Morville, dopo essere riuscito a scappare dalle dinamiche depresse delle Banlieue Parigine, ha ora tra le mani la vita dei sogni. Soldi, prestigio e donne, ma il suo carattere difficile e scontroso lo rende un atleta poco affidabile e poco performante. Viene svenduto e acquistato, grazie ad una incredibile colletta cittadina, dalla U.S. Palmese, squadra dilettantistica calabrese. Il giovane dovrà quindi imparare il valore dell’umiltà e ritroverà di nuovo l’amore per il calcio.
Direi che ci siamo, trama pulita e diretta, forse non innovativa ma sicuramente d’intrattenimento. Il film quasi si fa da sé, ma allora com’è possibile essere arrivati a ciò che viene distribuito oggi al cinema? Oltretutto con il benestare di Rai Cinema e la copertura distributiva di 01 Distribution.
Devo capire cosa dirvi, cosa raccontarvi. Ma c’è l’imbarazzo della scelta.
Per una volta parto dal lato tecnico, che, come vi accennavo prima, lascia davvero stupefatti per la sua amatorialità. In primis la fotografia è inqualificabile: un mix tra un servizio di telegiornale e una videocamera di dieci anni fa, con viraggi cromatici errati e un lavoro, un pensiero, di illuminazione inesistente. Inesistente sembra anche il ritmo, soprattutto nelle partite di calcio (che dovrebbero essere il vero fulcro d’azione della storia) che mancano completamente di adrenalina e risultano goffe, con rallenty superflui ed effetti sonori finti, al limite del ridicolo.
Anche sul fronte attoriale non andiamo poi tanto meglio, Rocco Papaleo parte bene ma dopo il primo atto si spegne, sacrificato da una scrittura che non è stata in grado di creargli un arco narrativo. Claudia Gerini offre un’interpretazione posticcia con un accento calabrese imbarazzante, mentre Blaise Afonso, pur mettendoci impegno, sembra lasciato a se stesso, senza una vera a propria direzione registica.
La sceneggiatura non aiuta nessuno, anzi crea ancora più confusione proponendo storyline inutili che si esauriscono con banalità, mentre momenti cruciali e potenzialmente divertenti e spassosi vengono omessi senza ragione (come la telefonata, da parte di Rocco Papaleo, per la compravendita del calciatore).
U.S. Palmese sembra un progetto amatoriale, girato senza cura e senza un’idea estetica precisa. Più che un brutto film, è un film che non sarebbe mai dovuto arrivare in sala.
Agata Brazzorotto
PRO | CONTRO |
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È grazie a recensioni come questa che questo film diventerà un cult.
Ne dubito seriamente, tocca essere onesti i Manetti sono anche simpatici ma non sanno fare cinema, qualche filmetto carino l’hanno fatto ma sta roba (che non ho visto) fa vergognare di essere italiani già solo dal trailer