Uno Rosso, la recensione

All’interno del filone dei film natalizi possiamo ormai facilmente individuare un sottofilone che vede Babbo Natale inquadrato sotto un’ottica differente, anomala, dissacratoria. Babbo Bastardo è ormai uno dei classici anti-natalizi per eccellenza, ma fioccano film che puntano sulla destrutturazione dell’immagine e del mito di Santa Claus, dall’ormai imprescindibile Nightmare Before Christmas alla saga horror Silent Night, Deadly Night, dalla fiaba macabra di Trasporto eccezionale all’action hard-boiled Una notte violenta e silenziosa passando per il crime con Mel Gibson Fatman, senza dimenticare i cult d’animazione Le 5 Leggende e Klaus – I segreti del Natale. Ma oggi un altro film si aggiunge alla lunga lista, si intitola Uno Rosso e conta un cast da perfetto blockbuster composto da Dwayne Johnson, Chris Evans, Lucy Liu e J.K. Simmons.

Natale si avvicina e al Polo Nord fervono i preparativi per assicurare a tutti i bambini un regalo sotto l’albero. Ma, mentre il capo della sicurezza di Babbo Natale, Callum Drift, sta meditando di presentare le dimissioni, il celebre “porta doni”, nome in codice Uno Rosso, viene rapito da una task-force che è riuscita a individuare e penetrare la cupola che rende invisibile il villaggio. Con le ore contate alla sera del 25 dicembre, Callum deve ritrovare e liberare Uno Rosso e per farlo si dovrà servire di Jack O’Malley, l’hacker esperto che ha individuato il villaggio di Babbo Natale e ha venduto le coordinate al misterioso committente, che è anche il rapitore.

Il figlio d’arte Jake Kasdan cerca di ripetere la fortunata formula dei suoi due Jumanji e non solo espande la sua visione del cinema fantastico, stavolta affidandosi alle esperte mani dello sceneggiatore Chris Morgan, ma richiama nel ruolo principale Dwayne Johnson. Il risultato è un bizzarro buddy-action-movie natalizio che si barcamena tra fantasy e commedia portando a segno un paio di buone idee, ma risulta anche un po’ troppo anonimo da ogni punto di vista.

Il soggetto che sta alla base di Uno Rosso è senza dubbio vincente e accattivante: mettere in scena il rapimento di Babbo Natale e la sua conseguente ricerca da parte di una nerboruta bodyguard e uno scaltro hacker. Ma invece di utilizzare i codici della classica commedia fantasy da tv accesa nel salotto mentre nessuno la sta guardando nel pomeriggio del 25 dicembre, Kasdan capisce che la chiave per fare la “differenza” è l’approccio esasperatamente pop. E così Babbo Natale non è l’anziano grassoccio con le gote rosse, ma uno smilzo e muscoloso J.K. Simmons dallo sguardo severo, che ha una palestra nel suo attico al Polo Nord e utilizza una tecnologia stile Ant-Man per entrare facilmente nei camini. Al cospetto di Nick – così si chiama l’americanissimo Santa Calus – ci sono elfi operai, una dolce signora Claus interpretata da Bonnie Hunt e una squadra di sicurezza denominata E.L.F. composta da creature centenarie che hanno per lo più l’aspetto di animali antropomorfi e parlanti, come l’orso polare Garcia (come Hiram Garcia, socio di Dwayne Johnson per la casa di produzione Seven Bucks).

Poi c’è la strana coppia composta da Callum e Jack, ovvero Dwayne Johnson e Chris Evans, che sono praticamente Bud Spencer e Terrence Hill. Un armadio ligio al dovere, un po’ burbero ma dal cuore d’oro il primo, furbo, agile, chiacchierone e opportunista il secondo. Una coppia molto classica e doverosamente ben equilibrata in quanto a screen-time che si adatta perfettamente alle logiche del buddy-movie seguendone con perizia ogni caratteristica.

Infine, abbiamo il villain, anzi, la villain che ha il volto algido (e non troppo espressivo) di Kiernan Shipka, la strega Sabrina di Netflix, qui in un ruolo che non vi riveliamo ma che rappresenta un po’ l’elemento maggiormente debole di tutta la storia.

Un punto a favore della riuscita del film sono le varie creature che lo popolano e il loro look, in particolare il Krampus, interpretato dal norvegese Kristofer Hivju (Tormund Giantsbane del Trono di Spade), che ha un trucco magnifico e si esibisce in una gara di schiaffi nel suo regno oscuro; ma non sono da meno i tre malvagi pupazzi di neve giganti, protagonisti di una delle sequenze più adrenaliniche di tutto il film.

Peccato che gli effetti in CGI siano abbastanza mediocri, soprattutto quelli utilizzati per ricreare i background, conferma che i blockbuster stanno davvero soffrendo una nuova preistoria della computer grafica, spesso superati da piccole e più ambiziose produzioni che prestano maggiore attenzione all’effetto speciale.

Probabilmente non diventerà mai un classico di Natale Uno Rosso, perché se togliamo i riferimenti a Santa Claus – che sta in scena pochi minuti – siamo di fronte a un fanta-action davvero poco natalizio, ma in fin dei conti ci si diverte, il soggetto è accattivante e le creature risultano ben pensate. Il limite maggiore è che Uno Rosso è il classico bockbuster usa e getta, senza troppe ambizioni e senza personalità: raccoglie grandi e piccoli per un rumoroso pomeriggio al cinema e si dimentica la sera stessa.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il look delle creature.
  • Ha un sacco di ritmo e sa intrattenere.
  • Il soggetto è molto accattivante.
  • Non ha molta personalità e il suo essere così poco natalizio potrebbe portarlo presto ad essere dimenticato.
  • Gli effetti in CGI non sempre all’altezza di una grande produzione.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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