Deadpool & Wolverine, la recensione

Chi l’avrebbe mai detto che i Marvel Studios presieduti dal morigeratissimo Kevin Feige prima o poi cedessero al rating R, ovvero quello che negli Stati Uniti coincide al vietato ai minori? Ci è voluto l’ingresso del mercenario chiacchierone Deadpool nel Marvel Cinematic Universe a smuovere quella che sembrava una regola imprescindibile, ovvero film per tutta la famiglia, aprendo ora a già annunciate divagazioni future fatte di violenza bruta, ammiccamenti sessuali e turpiloquio. E già dai primi folgoranti minuti di Deadpool & Wolverine, a base di battute sconce, violenza splatter, NSYNC e profanazione di cadaveri, capiamo che non solo Shawn Levy e Ryan Reynolds sono stati liberi di mantenere invariato il tono dei precedenti due capitoli di Deadpool a marchio 20th Century Fox, ma hanno potuto perfino rincarare la dose di politicamente scorretto facendo di questo terzo il Deadpool più “eccessivo” della saga, nonostante una insistita auto-consapevolezza che ammicca allo spettatore in continuazione la sua posizione di unicità nell’MCU.
Siamo tu Terra-10005 e dopo gli eventi di Deadpool 2, che hanno portato Wade Wilson a utilizzare il bracciale temporale di Cable per resuscitare la sua fidanzata Vanessa e parte della X-Force, ritroviamo l’ormai ex-mercenario che ha appeso al chiodo tuta rossa e katane per lavorare insieme al suo amico Peter in una concessionaria di automobili. Purtroppo, con Vanessa è finita, ma i due sono rimasti ottimi amici tanto che è proprio la donna ad organizzare la festa a sorpresa per il compleanno di Wade.
Durante quella serata tra amici, qualcuno bussa alla porta dell’appartamento di Wade: sono gli agenti della TVA che portano di peso Deadpool al cospetto di Mr. Paradox per una missione speciale. Il funzionario della TVA offre a Wade di stabilirsi su Terra-616 ed entrare a far parte degli Avengers, ma prima dovrà svolgere un compito segreto per suo conto che potrebbe costargli l’affetto di tutti i suoi cari. Nonostante diventare un Avengers è per Wade una delle maggiori aspirazioni, l’ex mercenario è titubante e sceglie di cercare in giro per il multiverso nientepopodimeno che Wolverine, o almeno una sua variante sopravvissuta e non ostile, unico in grado di sistemare una questione imprescindibile per la missione offertagli.
Nell’esistenza cinematografica di Deadpool, Wolverine è sempre stato presente. Se il personaggio interpretato da Ryan Reynolds ha fatto la sua prima apparizione proprio in X-Men: Le origini – Wolverine (anche se nella versione “non ufficiale”), in entrambi i film (ufficiali) sul mutante in tuta rossa c’è sempre stato un qualche riferimento diretto al personaggio interpretato da Hugh Jackman se non, addirittura, all’attore stesso. Era, quindi, un team-up che andava fatto, anche se le tempistiche sono state davvero bizzarre dal momento che si è atteso che Hugh Jackman desse ufficialmente l’addio al personaggio, facendolo morire (nel 2018 con il bellissimo Logan), e l’universo dei mutanti della 20th Century Fox chiudesse i battenti con l’assorbimento della casa di produzione/distribuzione da parte di Disney.
Però, mai dire mai! Ed è proprio nel momento più buio per il Marvel Cinematic Universe che a venire in salvo sono quegli eroi acquisiti che sembrano quantomai lontani ideologicamente da quanto fatto fino ad oggi da Kevin Feige e soci, quegli eroi brutti, sporchi e (in parte) scorretti che davamo praticamente per morti o quantomeno abbandonati. E il colpo di fulmine è clamoroso perché questo improbabile e imprevisto team-up davvero ha la forza di tirare su una saga ormai agonizzante, anzi più saghe e universi condivisi, che coprono un arco di tempo ultraventennale.
Non è facile parlare di Deadpool & Wolverine liberamente evitando lo spoiler ma ci proveremo. Sappiate, però, che l’effetto wow che questo film è in grado di generare è simile a quello di Spider-Man: No Way Home anche se alza la posta in gioco amplificando sia il numero di cammei che i colpi di scena e lo fa con quella auto-consapevolezza che diventa ammissione di colpa, alla maniera sfacciata e compiaciuta di Deadpool.
La storia alla base di Deadpool & Wolverine non proviene da alcun fumetto e nasce da un’esigenza ben precisa: introdurre materialmente i mutanti nel Marvel Cinematic Universe (si, lo sappiamo che un primo passo è stato fatto nella sorprendente scena post-credits di The Marvels) e dare una ufficialità all’universo Marvel della Fox, proprio come si era fatto con quello Sony nel terzo Spider-Man. In mezzo a queste esigenze d’ufficio, però, c’è un sorprendete film su Deadpool che è, in primis, un inno ai perdenti, un atto d’amore verso gli outsiders.
In fin dei conti, Wade Wilson è il re dei perdenti, uno sfigato patentato che ha trovato nelle sue innumerevoli sfortune la maledizione di non poter morire. Capite, quindi, quanto il fato sia stato stronzo con lui. Ma l’ha presa con filosofia e in questo terzo film, nonostante perfino il suo unico punto fermo, Vanessa (Morena Baccarin), lo abbia lasciato dopo essere stata “resuscitata”, lui trova sempre e comunque la forza per rialzarsi e reinventarsi. Logan? Beh, se gli X-Men cinematografici hanno un personaggio tormentato e problematico, quel personaggio è proprio Logan e quello che conosciamo in questo terzo Deadpool è una versione shakesperiana del Wolverine classico cinematografico. Un team-up del genere è destinato, per definizione, a farsi forza a vicenda e trovare quel riscatto alle sfighe della vita, che è il cuore pulsante di un film che nasce da tali premesse. E vi posso dire che Deadpool & Wolverine mantiene le promesse e nonostante abbia uno spirito ludico e cazzone dal primo all’ultimo minuto, riesce a trovare e restituire allo spettatore quell’emotività intensa che è stata caratteristica dei migliori prodotti dell’intero MCU.
C’è poi il discorso fumettistico e cine-fumettistico più nudo e crudo e anche in questo caso Deadpool & Wolverine riesce in pieno, rivelandosi il sogno bagnato di noi nerd. La ricerca del Wolverine disponibile alla missione da parte di Deadpool dà modo di conoscere alcune varianti del mutante canadese che i lettori dei fumetti riconosceranno al volo, oltre che un’imperdibile e ironico cammeo che non vi riveliamo; c’è poi tutto il discorso legato al Marvel Cinematic Universe con citazioni, improbabili flashforward (“perché Thor stava piangendo?”), e apparizioni di personaggi noti; ma soprattutto c’è il discorso legato all’universo Fox e ai mutanti che darà motivi di enorme soddisfazione nello spettatore di vecchia (molto vecchia!) data. Ovviamente lo stesso multiverso fumettistico di Deadpool viene adeguatamente omaggiato e se siete lettori delle avventure del caro Wade, in una sequenza in particolare potreste avere un orgasmo multiplo.
Però Deadpool & Wolverine, a livello narrativo, non è solo riciclo ma inventa e lo fa bene. In particolare, trova una intelligente quadratura per il personaggio della villain, Cassandra Nova, interpretata da una sorprendente (e irriconoscibile) Emma Corrin. Cassandra è la gemella/parassita di Charles Xavier e la sua azione nelle storie cartacee degli ultimi vent’anni degli X-Men è stata fondamentale e letale. Pur non potendo ripercorrere la sua importante storia editoriale, il film di Shawn Levy non snatura il personaggio e le conferisce quell’aura subdola e pericolosissima che da sempre la caratterizza, anche se per uno scopo differente. Siamo davvero curiosi, a questo punto, di vedere se i Marvel Studios vorranno mai adattare una delle storyline più celebri che vedono coinvolta Cassandra Nova perché si tratta di un personaggio che, al di là degli eventi in Deadpool & Wolverine, avrebbe ancora molto da dire.
L’accoppiata Ryan Reynolds e Hugh Jackman (che sappiamo essere grandi amici anche nella realtà) è senza ombra dubbio meritevole di un MTV Movie Award per la categoria “Best On-Screen Duo”, c’è una chimica pazzesca tra i due e la dinamica da buddy-movie emerge fin dalle prime interazioni in maniera perfetta.
C’è da sottolineare anche la bontà delle scene d’azione, da sempre molto importanti e fantasiose nella saga di Deadpool, qui nobilitate da almeno un paio di momenti da standing-ovation, in primis quello del combattimento di massa a “scorrimento laterale” che culmina nell’autobus (con tanto di cammeo di Stan Lee… prestate attenzione alla fiancata del bus!).
Se qualche spettatore può sicuramente rimanere sconcertato dalla mole di personaggi e di riferimenti che potrebbero risultargli incomprensibili, tanti altri gioiranno dinnanzi a un manifesto POP così vivace, fantasioso e divertente che fa sua tutta, ma proprio tutta, la carica eversiva di Deadpool e rende un doveroso omaggio all’universo cinefumettistico Fox (ma non solo!!!) che credevamo estinto, in particolare ai personaggi outisiders.
Il 34° film del Marvel Cinematic Universe è un team-up cross-over assurdo e folle, uno di quei film talmente fuori da qualsiasi schema che si presta anche ad essere odiato senza pietà da qualcuno, ma di certo non lascia indifferenti e siamo convinti che un giorno, quando si speculerà a livello critico sui libri di storia del cinema sul fenomeno dei cinecomics, un paio di righe su Deadpool & Wolverine ci saranno.
Roberto Giacomelli
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