Archivio categorie: In sala

Deadpool & Wolverine, la recensione

Chi l’avrebbe mai detto che i Marvel Studios presieduti dal morigeratissimo Kevin Feige prima o poi cedessero al rating R, ovvero quello che negli Stati Uniti coincide al vietato ai minori? Ci è voluto l’ingresso del mercenario chiacchierone Deadpool nel Marvel Cinematic Universe a smuovere quella che sembrava una regola imprescindibile, ovvero film per tutta la famiglia, aprendo ora a già annunciate divagazioni future fatte di violenza bruta, ammiccamenti sessuali e turpiloquio. E già dai primi folgoranti minuti di Deadpool & Wolverine, a base di battute sconce, violenza splatter, NSYNC e profanazione di cadaveri, capiamo che non solo Shawn Levy e Ryan Reynolds sono stati liberi di mantenere invariato il tono dei precedenti due capitoli di Deadpool a marchio 20th Century Fox, ma hanno potuto perfino rincarare la dose di politicamente scorretto facendo di questo terzo il Deadpool più “eccessivo” della saga, nonostante una insistita auto-consapevolezza che ammicca allo spettatore in continuazione la sua posizione di unicità nell’MCU.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Twisters, la recensione

Con quasi 500 milioni di dollari di incasso e due nomination agli Oscar, Twister è stato uno dei maggiori successi mondiali del 1996, secondo solo a Independence Day. Quello prodotto da Steven Spielberg, scritto da Michael Crichton e diretto da Jan de Bont era, in effetti, un blockbuster perfetto che trasportava il genere catastrofico puro nell’era dei VFX più avanzati, ma si fondava anche su una struttura narrativa fuori dal comune (il film è raccontato quasi in tempo reale, con stacchi temporali minimi, ed è una lunga corsa a perdifiato dietro i tornado) e aveva personaggi classici e accattivanti capaci di trovare empatia nello spettatore.

Al di là di imitazioni e sequel farlocchi (Twister 2 del 2002, tv movie spacciato per sequel dalla distribuzione italiana), non c’è mai stato un tentativo di riproporre storia e personaggi di quel gran successo di pubblico che è stato Twister, fino ad oggi, almeno, epoca di nostalgia e riciclo. E infatti il 17 luglio 2024 arriva nei cinema distribuito da Warner Bros. Twisters di Lee Isaac Chung.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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L’ultima vendetta (In the Land of Saints and Sinners), la recensione

l'ultima vendetta

1974, mentre le tensioni in Irlanda sono al culmine e il braccio armato dell’opposizione cattolica repubblicana mette in atto attentati terroristici dinamitardi, un terzetto di militanti dell’IRA causa una strage in un pub di Belfast, dove perdono la vita anche tre bambini. La fuga porta i tre a cercare nascondiglio nella cittadina costiera di Glencolmcille, dove vive Finbar Murphy, un anziano librario con la passione per l’orticultura che ha un misterioso passato fatto di armi e sangue. Di tanto in tanto, Finbar esercita ancora la sua professione principale mettendo a segno omicidi per conto dell’amico di vecchia data e committente Robert, anche se ormai è fermamente convinto ad appendere il fucile al chiodo lasciando il posto al collega più giovane ed entusiasta Kevin. Ma quando Finbar si accorge che la piccola Moya, figlia della banchista del pub, ha molti lividi sul corpo capisce che qualcuno abusa di lei ed è intenzionato a fare giustizia, finché la sua vendetta incrocia la strada dei terroristi rifugiati.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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When Evil Lurks, la recensione

Raccontare il male cosmico e il sentimento della paura più assoluta è un’impresa davvero ardua anche per il più ferrato autore di storie del terrore: per riuscire in un simile intento, infatti, bisogna essere capaci non solo di trascinare il pubblico in un incubo intriso di immagini agghiaccianti e orrore puro, ma anche di rendere tangibili le atmosfere terrificanti. Obiettivo che diventa raggiungibile soltanto se gli stilemi del genere vengono utilizzati in maniera cauta e intelligente, in modo da fonderli con una visione che parte dall’animo umano per espandersi nella realtà circostante.

Difficoltà ed ostacoli che un regista horror affronta nel momento in cui decide di cimentarsi, ad esempio, con un film sulle possessioni demoniache, le cui dinamiche quasi sempre seguono archetipi già consolidati e collaudati. Troppe volte, infatti, assistiamo a storie dalla trama prevedibile, infarcite di risvolti piatti e monocordi, abbinate ad un impianto visivo che ormai non genera più quel genuino terrore neanche negli spettatori alle prime armi.

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Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna, la recensione

Il 21 luglio del 1969 si è fatta la Storia: il comandante Neil Armstrong è stato il primo essere umano ad aver messo piede sulla Luna, piantando una bandiera americana sul Satellite terrestre a simbolo dell’agognato risultato nella corsa allo Spazio che ha visto gli Stati Uniti contrapposti fino all’ultimo all’Unione Sovietica. Armstrong era partito insieme al pilota del modulo lunare Buzz Aldrin e al pilota del modulo di comando Michael Collins il 16 luglio, dando il via alla missione Apollo 11; i tre sono poi rientrati incolumi sulla Terra il 24 luglio ammarando nell’Oceano Pacifico.

Ben 55 anni sono passati da quando Armostrong pronunciò l’iconica frase <<One small step for a man, one giant leap for mankind>> e, nonostante ciò, c’è ancora una teoria complottista molto diffusa che specula sul fatto che l’uomo, in realtà, quel “piccolo-grande passo” non l’abbia mai compiuto.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Immaculate – La prescelta, la recensione del film horror con Sydney Sweeney

Succede che il 2024 ha visto casualmente l’uscita di due film piuttosto simili: in entrambi si parla di noviziato e le protagoniste sono due giovani suore americane che devono prendere i voti in Italia; entrambe rimangono misteriosamente incinte pur non avendo consumato ed entrambe portano avanti una gravidanza con il benestare del contesto monastico che le circonda. Uno dei due film è il bellissimo Omen – L’origine del presagio, prequel al capolavoro di Richard Donner del 1976, l’altro è Immaculate – La prescelta di Michael Mohan, che non si lega a nessun franchise portando avanti una personalissima (e felicemente blasfema) visione del cattolicesimo.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Cult Killer, la recensione

Con una media di 3-4 film all’anno, Antonio Banderas si sta dando molto da fare ultimamente alternando blockbuster come Indiana Jones e il quadrante del destino, Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio, Uncharted con piccoli film che servono chiaramente a “far cassa”, dove non è neanche il vero protagonista nonostante il nome e il suo faccione campeggino in primo piano sul poster. E Cult Killer ne è l’ennesimo esempio.

In uscita al cinema l’11 luglio 2024 con Notorious Pictures, Cult Killer porta la firma dell’instancabile Jon Keeyes, che aveva già diretto Banderas in una “modalità” simile in Nome in codice: Banshee e che rivedremo all’opera questo autunno in coppia con l’attore spagnolo nella crime-comedy Clean Up – Specialisti in lavori sporchi.

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Valutazione: 5.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Valutazione: +1 (da 1 voto)

Horizon – An American Saga – Capitolo 1, la recensione

C’era una volta il western. Un genere magnifico e incredibilmente codificato, capace di raccontare l’origine dell’America, quindi la Storia, e allo stesso tempo imbastire racconti di eroici cavalieri e perfidi padroni, donzelle in pericolo (ma spesso in grado di salvarsi da sole), amori e grandi amicizie. È la rilettura del mito omerico applicata alla Frontiera americana che ha dato modo a grandi nomi del cinema mondiale (non solo statunitense) di tessere una tela fatta di archetipi affascinanti e complessi che molto ci dicono della società americana e di come si è trasformata negli anni.

Quel western che c’era, ad un certo punto, sembra non esserci stato più, rigettato dai gusti cangianti del pubblico, raramente resuscitato dalla verve pop di chi con quel cinema c’è cresciuto, ma mai davvero scomparso. Perché ci sono autori in quel di Hollywood che il western lo amano davvero e sanno trasmettere quel loro amore anche al pubblico, come Kevin Costner, che negli anni si è fatto uno dei maggiori portavoce di questo genere non sempre capito e apprezzato dal grande pubblico. Se Balla coi lupi ha saputo sdoganare la visione di Costner per il western in uno dei rari successi commerciali di questo genere degli ultimi 35 anni, Terra di confine – Open Range l’ha confermata (senza il successo sperato), ma anche quando Costner non ha affrontato il western di petto ha comunque seguito le regole del genere, come nello sfortunato post-apocalittico L’uomo del giorno dopo.

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Valutazione: 7.5/10 (su un totale di 2 voti)
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La memoria dell’assassino, la recensione

Quello del sicario o dell’agente speciale affetto da una qualche malattia e intento in un’ultima missione prima della dipartita sta diventando un vero e proprio filone all’interno del cinema action/thriller. Se Kevin Costner era un agente della CIA malato terminale in 3 Days to Kill (2014) e Ethan Hawke aveva solo poche ore per risolvere un caso prima di morire in Le ultime 24 ore (2017), Liam Neeson era un assassino malato di Alzheimer in Memory (2022), a sua volta remake di The Memory of a Killer (2003), titolo casualmente omonimo a quello italiano di Knox Goes Away, di e con Michael Keaton, che affronta anche un tema molto simile.

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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Acid, la recensione del survival-movie francese sulle piogge acide

Il riscaldamento globale è un pericolo concreto per il Pianeta e sta portando una serie di criticità ambientali che si manifestano, in primis, con una preoccupante emergenza climatica mondiale. Fenomeni sempre più estremi, frequenti e devastanti stanno minacciando l’incolumità di uomini, animali e piante; inoltre, il 2022 ha fatto registrare un caldo record in Europa con 2,26 gradi centigradi in più rispetto alla media. L’anidride carbonica nell’aria è aumenta di circa il 150% negli ultimi cento anni e la concentrazione di CO₂ è responsabile dell’innalzamento della temperatura che, a sua volta, rende sempre più frequenti fenomeni di inondazioni, siccità, dissesto idrogeologico, diffusione di malattie, crisi idrica ed estinzione di specie animali e vegetali.

Questa emergenza è stata ovviamente catturata anche dal mondo del cinema che ne ha fatto tesoro per partorire storie di devastazioni e disastri; ma se un tempo si trattava di spettacolari film di fantascienza o distopie da disaster-movie che al massimo potevano avere un’eco profetica, oggi si tratta di paure concrete, drammi reali che potrebbero realizzarsi in tempi brevi.

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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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