The Well: Federico Zampaglione ci racconta il suo cruento nuovo film horror
Il 1° agosto arriverà finalmente nei cinema italiani The Well, l’atteso nuovo horror diretto e co-sceneggiato da Federico Zampaglione e per l’occasione – con un po’ di anticipo – abbiamo incontrato il regista e musicista per una chiacchierata sul suo cruento film che vede nel ruolo di protagonista, accanto a Claudia Gerini e Linda Zampaglione, Lauren LaVera, che noi amanti dell’horror abbiamo già potuto apprezzare in Terrifier 2.
Ciao Federico, innanzitutto complimenti, The Well l’ho trovato molto divertente e dà allo spettatore appassionato di cinema horror/splatter esattamente quello che desidera!
Ecco, mi fa piacere sentire la parola “divertente” perché è un termine molto importante per certo tipo di cinema. Il cinema horror deve innanzitutto intrattenere, quindi divertire lo spettatore e portarlo in un modo fuori dalla realtà. Una delle cose che un certo tipo di critica presuntuosa, ignorante e radical chic che spesso va contro il gusto del pubblico non ha ancora capito è che da certi generi il divertimento è la cosa più importante. Perché quando si sta guardando e analizzando un certo tipo di film, non è possibile applicare quelle loro regolette da salotto e giudicare un film horror allo stesso modo di come si giudica un film di Bellocchio… è scorretto! Quindi sono contento che hai usato questo termine, “divertente”, perché mi hai fatto capire che non appartieni a questa élite.
Come prima cosa, vorrei chiederti della scelta della location, Sambuci, questo piccolo comune del Lazio che – a memoria – non ha alcun precedente cinematografico. Come lo avete scelto?
La casa in cui si ambienta il film e che si trova proprio a Sambuci ha un grande fascino, è molto elegante, bella e rispetta nello stile quelle magioni italiane di una volta; allo stesso tempo, però, ha qualcosa di inquietante, di sinistro, che io ho notato subito quando mi sono state mandate le foto. Eravamo alla ricerca delle location e il produttore Stefano Masi mi ha mandato delle foto di Sambuci, con tanto di giardini circostanti e io subito da quelle foto ho notato la villa e ho capito che era la location ideale per ambientare un film come The Well, perché c’era quel tocco gotico, quel richiamo sinistro necessario a certo tipo di film.
In The Well si affronta il tema della stregoneria, della ricerca dell’immortalità, con originali suggestioni demoniache. Hai fatto delle ricerche a riguardo?
Il tema dell’immortalità, della lotta contro il tempo, è uno dei grandi temi dell’uomo, che cerca in ogni modo di sopravvivere il più possibile. Fino all’utilizzo di qualcosa di soprannaturale – come nel nostro caso – per cui una maledizione di sangue e di morte che possa regalare questa vita eterna. Più che ispirarci a rituali documentati, abbiamo preso in considerazione il vero dramma che l’uomo vive nel vedersi invecchiare, nel veder passare il tempo, e nell’idea e nella consapevolezza di sparire. Quindi è più un tema reale quello che abbiamo voluto raccontare, poi lo abbiamo vestito con una maledizione medievale, però abbiamo voluto affrontare uno dei temi che anche oggi è molto presente nella nostra società, basta vedere quello che persone fanno sul loro corpo per sembrare più giovani.
Nel ruolo principale di The Well c’è Lauren LaVera, già protagonista di Terrifier 2. Come è stato lavorare con lei? E come vi siete orientati su questa scelta di casting?
Lauren LaVera è venuta fuori quasi per caso perché io avevo visto da poco Terrifier 2, sono andato sul suo profilo Instagram e le ho fatto i complimenti; dopo qualche ora ho trovato la sua risposta – in italiano – e mi diceva che suo marito – che è napoletano – è un mio grande fan e la musica dei Tiromancino per lui è sempre stata importante. Da lì abbiamo cominciato a scambiarci messaggi, io le ho proposto questo film e lei dalla prima lettura della sceneggiatura si è entusiasmata perché il ruolo era molto diverso da quello di Sienna in Terrifier e poi perché c’era la possibilità di girare in Italia, che è la sua terra preferita. E’ stato un bell’incontro che ha portato a una sua interpretazione molto convincete e sentita.
Inoltre, ho avuto un déjà-vu quando guardavo Lauren all’inizio del film, mi ricordava molto il personaggio di Jessica Harper in Suspiria, parlo proprio del look e del modo di comportarsi. La somiglianza è voluta?
Anche io ho pensato che fossero molto simili perché hanno tutte e due quella delicatezza, quell’aspetto un po’ infantile, quella fisicità minuta, poi quei grandi occhi dentro cui ti ci perdi, fanno sentire molto la paura l’inquietudine. Non sei il primo che mi fa notare questa somiglianza e sono contento perché quello di Jessica Harper era un grande ruolo e sono felice che questa interpretazione di Lauren possa richiamare un pochino quelle atmosfere, dove c’era anche la stregoneria, quindi c’è qualcosa in comune.
A proposito di omaggi e ispirazioni, avrei tutta una serie di osservazioni a riguardo, ma la cosa lampante nella trama di The Well è il richiamo a La casa dalle finestre che ridono per la missione che la protagonista è chiamata a svolgere, ma c’è davvero molto del glorioso cinema del passato. Puoi dirmi a cosa ti sei ispirato per il tuo film?
Ci sono degli echi da La casa dalle finestre che ridono, soprattutto l’idea del restauratore che va a riportare alla luce un antico quadro, anche se poi in questo caso lo sviluppo è tutto diverso. Io ho amato il cinema dei grandi maestri ma francamente penso di non dover fare più nessun omaggio. Siamo nel 2024 e certe atmosfere fanno parte del mio DNA, ho fatto anche un film, Tulpa, che era un omaggio al cinema degli anni ’70 e ’80. Però non mi interessa più, ora sto cercando un mio stile, un mio linguaggio, qualcosa che non deve essere per forza debitore a certo cinema, pur continuando ad amare alcuni classici, soprattutto di Fulci. Però non mi interessa proprio più portare avanti quel discorso lì. Mi interessa fare le mie cose, farle a modo mio e mettere sempre un tocco di attualità. Infatti The Well è un film che dialoga molto bene anche con l’audience di oggi e non vuole essere solo un omaggio alla ‘golden age’ del cinema italiano.
Nel film recita anche tua figlia Linda, che io avevo già visto nel dittico Bianca che avevate girato nel periodo della pandemia e di cui abbiamo anche scritto su DarksideCinema. Linda è molto brava e vedo che sta cominciando a collezionare diversi ruoli da attrice. Cosa ne pensi della sua carriera? Le hai dato dei consigli?
Linda ha questa cosa nel sangue. Lei fin da piccolina ha dimostrato di essere molto brava da un punto di vista musicale, infatti è molto intonata, memorizza subito melodie, e la stessa cosa anche nel cinema. Per cui, sul set sembrava un’attrice navigata, considerando pure che era tutto da recitare in inglese, ma non si comportava diversamente da attori che fanno questo mestiere da molti anni. Io le ho dato i consigli e le indicazioni che ho dato a tutti, ma lei era molto creativa anche di suo, proponeva delle soluzioni; sono rimasti tutti molto stupiti, sia la troupe che il cast, per la naturalezza e la facilità con cui riusciva a fare tutta una serie di cose. Vedere che un giovane ha delle passioni e dei talenti è bello perché ti fa sperare che un giorno farà un mestiere che potrà portarla lontano e amerà; quindi, io sono orgoglioso pur mantenendo sempre saldo il punto che se non vorrà recitare ma fare un’altra cosa, lascerò sempre a lei la scelta, senza interferire troppo.
In un piccolo ruolo in The Well c’è anche Giovanni Lombardo Radice, che purtroppo ci ha lasciati lo scorso anno. The Well è stato il suo ultimo film. Cosa puoi dirmi della tua esperienza nel dirigerlo?
Giovanni Lombardo Radice è stato una grande icona del cinema di genere, da subito, quando l’ho conosciuto mi sono reso conto di essere di fronte a un attore leggendario. Abbiamo avuto delle bellissime conversazioni durante le prime fasi di lavorazione del film, tipo durante le prove costume, anche per costruire il personaggio e poi quella sera che è arrivato sul set era veramente spaventoso, aveva un’espressione raggelante, era completamente nel ruolo. Io rimasi colpito perché il suo cameo era breve ma forte, lui era completamente calato nella parte, non sembrava neanche che stesse recitando. Poi lui ha fatto un solo ciak perché era stato proprio in grado di esprimere un malessere, una negatività spaventosa, quindi era perfetto. Poi quando ho saputo che era venuto a mancare ci sono rimasto davvero male, avevamo parlato anche dell’idea di fare qualcosa in futuro insieme e invece niente, è andata così.
Un ruolo importantissimo in The Well lo svolgono gli effetti speciali, soprattutto quelli pratici e di make-up. Puoi dirmi qualcosa di questo aspetto?
Si, questo è uno dei punti di forza del film, un aspetto su cui si è lavorato con impegno. Tutto il lavoro è stato fatto dal grande Carlo Diamantini, che ha preso a cuore questo film fin da subito, ha capito che era un film dove poteva andare finalmente a briglie sciolte e ha lavorato con un impegno incredibile sia prima delle riprese che sul set. C’era un’enorme difficoltà nel mettere in scena quei trucchi perché il tempo era poco e se sbagliavi qualcosa eri fottuto. Quindi c’è stata una grande cura per riuscire a evitare il digitale, perché il digitale nel cinema, così come nella musica, è un qualcosa che invecchia molto male, quindi gran parte degli effetti di The Well sono stati realizzati a mano, sono effetti pratici, prostetici, trucchi, calchi ed è stato veramente emozionante lavorarci.
Come puoi notare, sono fissato con i richiami alle opere del passato: l’invecchiamento a vista d’occhio che vediamo nello scontro finale è un omaggio voluto al celebre effetto speciale che Mario Bava realizzò per Riccardo Freda ne I Vampiri?
No, onestamente non ho pensato a I Vampiri, quella è stata una soluzione trovata insieme a Bruno Albi Marini, grande professionista di effetti digitali, ma li abbiamo limitati solo a quella breve sequenza finale e devo dire che stiamo ricevendo complimenti anche da professionisti americani che non si riescono a spiegare come una persona sola abbia potuto realizzare tutto quello che solitamente viene realizzato da un intero dipartimento.
Visto il tuo impegno pluri-trentennale nella musica con i Tiromancino, quanto è stato importante il lavoro musicale su The Well?
La musica in questo caso è stata fatta da più persone. Tutte le parti con quei toni molto bassi, vocali, sono state fatte da un musicista israeliano, Oran Loyfer, un grande sperimentatore che è riuscito a creare queste musiche viscerali; poi ci sono delle cose mie, come i titoli di testa e i titoli di coda, c’è della musica di mio fratello e della musica di Luca Chiaravalli. Non è stato facile fare le musiche di The Well perché volevo fare qualcosa di diverso, creare qualcosa di più sperimentale, inatteso e quindi ci ho lavorato molto, a stretto contatto con tutti questi artisti che hanno perfettamente capito quale era il mio spirto, ovvero di uscire dagli schemi e creare una musica che fosse un po’ più a se stante: la musica di The Well e non la musica di un film horror.
Infine, ti chiedo se hai già progetti cinematografici per il futuro, magari un altro horror dopo Shadow, Tulpa e appunto The Well.
No, non ho progetti particolari perché a un punto della mia vita ho deciso di non fare più progetti. Lascio che le cose mi vengano a cercare, mi sorprendano, arrivino anche in maniera inattesa. Certo, poi io continuo a scrivere musica e se mi vengono delle idee io le butto giù, ma evito di far progetti perché ho passato molti anni della mia vita a farli e oggi preferisco che le cose arrivino in maniera estemporanea, mi travolgano e allora in questo caso mi ci butto dentro a capo fitto e le faccio col cuore, ma non le pianifico più. Nel momento in cui mi metto a pianificarle, il divertimento scade già del 50%. Quindi, se dovrà arrivare un altro film horror, chissà, magari arriverà una sera e prenderà forma dal nulla senza che io ci abbia pensato ed è così anche con le canzoni, tanto che non faccio più album proprio perché prevedono una progettualizzazione troppo precisa e io oggi non me la sento più.
The Well arriverà al cinema dal 1° agosto 2024 distribuito da Iperuranio Film in collaborazione con CG Entertainment.
Potete leggere la nostra recensione in anteprima del film di Federico Zampaglione cliccando qui.
A cura di Roberto Giacomelli
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